In questi giorni di vacanza, dal nulla, mi e' tornata in mente una cosa particolare che faceva il mio compagno di banco del liceo. Ogni tanto all'ultima ora, mentre facevamo finta di leggere insieme per farmi ridere e scoprire, mi scriveva sul libro ma tu mi vuoi un po' di bene? Pensavo che in fondo, non sarebbe una domanda tanto stupida, se solo si potesse fare. Il bene, che bella cosa il bene.
E' che in questo periodo mi e' capitato qualcosa di piuttosto spiacevole. Per la prima volta in vita mia, sono stata, come si puo' dire, vediamo...accoltellata alle spalle? Si, mi sembra questa l'espressione che rende meglio l'idea. Qualcuno che evidentemente aveva qualche ben celato problema con la sottoscritta, ha approfittato di un momento di debolezza per piantarle questo coltellaccio dietro alla schiena, a tradimento. Chiariamoci, il coltellaccio e' ancora li', bello affilato, ci vorra' un po' per riuscire a toglierlo e un certo fastidio lo da', e' inutile negarlo, ma a questo punto, non piu' di tanto. Mi assumo le mie responsabilita'. E penso che queste responsabilita' siano fortemente legate alla condizione di straniero. Al fatto che sei nuovo di un posto, sei fondamentalmente solo e hai una grande urgenza di essere circondato di gente, di amici spereresti, e cosi' finisci per non ascoltare piu' l'intuito. Quella vocina dentro che immediatamente ti dice se una situazione va bene per te oppure no. Proprio io che detesto e ho sempre combattuto queste cose dai tempi della scuola, senza nemmeno accorgermene, sono entrata in un ridicolo meccanismo da signore delle mosche e va da se' che quando l'ho capito, era troppo tardi. Ho deciso di prenderla come una di quelle cose dolorose della vita, che ne so un morbillo o una varicella, che se capitano a tutti, o almeno cosi' si dice, prima o poi doveva capitare anche a me. Per affrontarla, invece di chiedermi il perche' e il per come, che' tanto in questo caso non ne vale proprio la pena, ho cercato semplicemente di dimenticare. Quelle parole che mi hanno fatto male e quei comportamenti che mi hanno deluso, li ho mandati via, non voglio che mi tocchino. Mi sono fermata a riflettere al contrario, sulle cose e soprattutto le persone belle che mi circondano. Dopo essere stata maltrattata ingiustamente, in questi giorni, sento uno spropositato bisogno di affetto sincero, di persone tranquille e simili a me che per fortuna si sta materializzando in mille modi. Cose a cui non avevo mai dato peso. Ogni abbraccio e ogni sorriso, ogni gesto di amicizia, mi ha davvero scaldato l'anima. E quanto mi sono mancati i miei vecchi amici italiani in questi giorni. Persone con cui ci si era davvero scelti negli anni, attraverso mille esperienze diverse, persone a cui sono legata da un affetto profondo. Mi chiedo se sara' possibile qui ricreare rapporti simili e quanto tempo ci vorra', ma per ora ho capito che bisogna rallentare, che il tutto e subito non esiste e se esiste porta solo guai. Non e' la quantita', ma la qualita'. Ricorda, la qualita'.
19 commenti:
io credo che un generale sia complicato farsi degli amici in età adulta, simili a quelli che si sono conosciuti crescendo... (e qs a parte le pugnalate alle spalle che sono tutt'altra questione!)
però io continuo a sperarci ;)
Ma non torni proprio più, in Italia?
Non che augurerei a nessuno di vivere in Italia, ormai...
È splendido quello che hai scritto...
Proprio le parole di cui avevo bisogno oggi che, per l'ingenua voglia di colmare un vuoto, anch'io mi ritrovo a fare i conti con la Delusione.
Anche nel mio caso me ne assumo completamente la responsabilità, per non aver voluto ascoltare la saggia vocina del mio intuito che mi urlava da tempo che stavo per infilarmi in una situazione non adatta alla mia anima.
Un abbraccio da Roma.
E'una domanda che mi pongo da tempo...quanto mi mancheranno i miei amici?
Loro li posso contare sulle dita di una mano e la cosa più bella è che una persona di queste la conosco solo da un anno.
Non abbandonare le speranze, come l'amore, non bisogna cercarla l'amicizia (quella vera), arriverà da sola, quando meno te l'aspetti.
Cara, mi dispiace un sacco. Ricevere una pugnalata quando ci si apre e si è vulnerabili è una cosa devastante. Di sicuro il tempo farà il suo corso e il tuo mi sembra l'atteggiamento più giusto per affrontare la cosa.
Per il resto, le amicizie che nascono e si coltivano nell'adolescenza sono difficili da trovare in età adulta. Cambiando città ho conosciuto nuove persone, con cui condivido tanti interessi e passioni, persone con cui mi posso confidare. Ma con nessuna di loro c'è l'intesa e quel rapporto che ho con gli amici di sempre. Quelli che posso anche non sentire per mesi, ma quando ci si vede, basta uno sguardo per capirsi.
dancin: si, ci sono davvero tante piu' cose in ballo da adulti...
peppermind: a viverci non credo, non per ora almeno
prisma: benvenuta e grazie!
ho dimenticato di dire che anche l'affetto che mi arriva da chi legge questo blog, mi ha scaldato l'anima in questi giorni piu' del solito
jungle a: ma sei tu alice?
ti mancheranno tanto e tenderai anche a idealizzarli :)
ginevra: eh gia', piuttosto devastante. non sono proprio abituata a non essere amata, figuriamoci a suscitare sentimenti cosi' negativi...evabe', e' andata cosi'. forse il segreto e' nel non aspettarsi mai nulla.
Hai centrato in pieno il cuore del problema: forse il segreto e' nel non aspettarsi mai nulla.
Credo stia proprio qui la chiave di tutto...
hai fatto centro anche stavolta cara nonsisamai.In questi giorni , non proprio felici per me , ho cercato disperatamente parole di conforto da persone che considero amiche e a cui ho dato tanto. Beh , le parole sono arrivate , dagli amici di sempre e da qualche "amico " nuovo ...non ahime` da persone da cui mi aspettavo un incoraggiamento , un monito .Anche queste sono pugnalate se pur piccole, ma ti fanno riflettere tanto sui rapporti umani , tanto difficili , quanto complicati in eta` adulta.
Grazie per questo post ...come sempre hai fatto centro
credo che il senso di solitudine e la fame di comunicazione qualificata sia connaturato all'età adulta. il senso dell'amicizia, che è diverso e più profondo di come si sperimenta in gioventù e la difficoltà di trovare qualcuno che veda il mondo con gli stessi occhi e che ci voglia bene per quello che si è.
ti capisco un sacco in questo momento mi sento un po' sola pur'io. Ma chi cosa e' il signore delle mosche?
la cosa peggiore per me (e forse riuscirai ad evitarla, ma ci vuole un impegno mostruoso) e' la sensazione che anche i tuoi amici di sempre, quelli che ti sei scelta/o con gli anni e a cui non devi spiegare te stessa/o, si allontanino.
c'e' tutta una vita che succede da tutta un'altra parte del mondo, e, anche se vai in visita, e anche se skype accorcia alcune distanze, non ne sei piu' parte al 100%.
prisma: fosse facile pero'...
e poi guarda, forse non basta neanche questo. in questa situazione per esempio, non mi aspettavo nulla di particolare, ma non si e' nemmeno riusciti a mantenere una minima serenita' e normalita' fra adulti.
tizi: grazie a te, cara, e mi spiace tanto per questa cosa che ti sta succedendo. io quelle mancanze li' pero' non le considero tanto 'coltellate'. lo so che fa male, pero' ci possono essere tanti motivi per un'assenza, cerca di pensare al meglio, se e' possibile. "la coltellata" invece per me e' una specie di piano diabolico. non so nemmeno perche' possa succedere. a me se non piace una persona smetto di frequentarla o al limite ci litigo, mica cerco deliberatemente di farle del male. gentaccia che c'e' in giro. bah.
birra: quanto e' vero. ed e' anche vero che magari a volte siamo noi stessi inconsciamente a non permettere agli altri di conoscerci per come siamo davvero.
anja: e' un libro, dove ci sono dei bambini molto cattivi che creano una piccola societa' molto cattiva
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_signore_delle_mosche_(romanzo)
fabrizio: tasto delicatissimo. pero' forse ti sorprendero'. credo che sia gia' successa in parte questa cosa che dici, ma non la vedo in modo cosi' negativo. dopo tutto e' fatale che sia cosi' ed e' cosi' anche per me, anche la mia vita e' andata avanti da quando mi sono trasferita. quello che per me conta in questi casi e' la sostanza, e' uno sguardo complice anche dopo tanto tempo, un abbraccio, un gesto.
io lo chiedo ancora alle persone davvero care, nei momenti di sconforto. Faccia corrucciata e vocina da bimba.... "ma tu mi vuoi un pò di bene?!" E' che quando diventiamo grandi ce lo diciamo poco..è un peccato
Io ho un bel coltello piantato saldamente in mezzo alle scapole, non lo voglio togliere e me ne crogiolo perchè così posso rinfacciare alla persona che me ha piantato quanto bieca sia stata. Quel coltello sta lì anche a monito di quanto io sia stupida. Devo però ammettere che se accetta il faccio che glielo rinfacci oltre a sentirsi in colpa mi voglia un gran bene. Gliene rendo atto ma non riesco a perdonarla per ora.
Fra meno di 2 settimane saremo nello stesso continente (non nello stato), non sei contenta?
E il gioco lo facevo con mio padre nel lettone quando ero piccina, poco prima di addormentarmi fra le sue braccia. Non hai idea di quanto mi manchi, il gioco e mio padre.
Il faccio..vabbè il fatto!! Che stordita che sono..
Post meraviglioso e profondo! Mi stupisce sempre come riesci benissimo a rappresentare a parole certi meccanismi psicologici che spesso si danno per scontati...ad esempio questo diverso approccio di "selezione" delle amicizie tra madrepatria e estero...come ti avevo già accennato mesi fa in un altro post simile, ti capisco benissimo perchè mi è accaduto lo stesso a Houston...sì, forse hai ragione tu, l'unica soluzione è prendere atto che le dinamiche sono diverse e dare il tempo al tempo, anzi, dare a noi stesse il tempo...
fusis: fai benissimo!
rox: ma poi aprirai un blog anche tu? sarebbe bello...
simo: grazie per questo commento, mi ha fatto davvero piacere.
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