Con gli studenti stranieri parlo molto lentamente. L'altra sera erano solo un paio e raccontavo una cosa piuttosto lunga, a voce bassa scegliendo bene le parole. Di fronte a me sedeva Ernesto, un vecchio medico argentino che ha addirittura studiato nella stessa scuola di Che Guevara, ma che da lui non potrebbe essere piu' diverso.
Mi guardava assorto, con un'espressione particolare. Dico mi segui?
E lui Non solo ti seguo ma sono profondamente commosso. Si leva gli occhiali, si stropiccia un secondo gli occhi. Qualcuno abbassa lo sguardo imbarazzato. Io sono soprattutto sorpresa e lui continua, solo per un secondo.
-Quando ero bambino, a Buenos Aires si trasferi' vicino a noi una famiglia di Milano e la madre aveva la tua voce, proprio la tua voce. Conosco tanti italiani, ma non ho piu' sentito quella voce, cosi' quando ti ascoltavo...
Fa una pausa, gli occhi rossi.
- Lei parlava come parli tu.
Fa un'altra pausa. Cerca una spiegazione forse, un modo semplice per uscire da quella situazione. Nel silenzio, tutto quello che riesce a dire in italiano e' e mi piaceva. Fa ancora una pausa, guarda in su' e ripete mi piaceva.
Ci sono delle persone che davanti a un'emozione vera come questa, scapperebbero, io farei l'esatto contrario invece. E' cosi' raro catturare un istante di verita', un istante che non ti viene regalato perche' sei speciale, ma che esce fuori da solo, all'improvviso, come un fiore. Avrei tanto voluto capire cosa era successo cinquant'anni prima a Buenos Aires. Ma poi mi sono ricordata il motivo per cui eravamo li' e allora, ho fatto quello che fanno tutti, ho fatto finta di non capire e sono andata avanti.
già, è emozionante anche solo a leggerlo qui raccontato..
RispondiEliminabaci
che bello!
RispondiEliminagrazie per la condivisione qui
mi piace il tuo blog, per la sensibilità che c'è nei tuoi scritti, i particolari che cogli, come li sviluppi.. ti sono grato per il bene che mi fa leggerti.
RispondiEliminaroberto
grazie a tutti, soprattutto a roberto che ha fatto commuovere me stavolta...
RispondiEliminaMi associo ai commenti di tutti
RispondiEliminaPremetto che ho la lacrima facile...però è davvero commovente...io cercherei di aprofondire in separata sede, magari potrebbe essere una bella cosa per lui poter rivivere certi ricordi.
RispondiEliminaDevi scrivere un racconto per spiegarci cosa e' successo 50 anni fa. Non importa che e' inventato,secondo me ce lo devi.
RispondiEliminasono le cose che amo di più..le emozioni e ogni volta mi rapiscono le eprsone che riescono atrasmetterle così in modo improvviso, anche quando non c'entra nulla, anche in una situazione che sembrerebbe banale e che poi non lo è
RispondiEliminaBello. Brava. bravissima:)
RispondiEliminache bello, ma io ora sono iper curiosa!indaga!
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