giovedì 27 novembre 2008

mercoledì 26 novembre 2008

carfagna - palin

Io non so davvero perche' -saro' un po' masochista?- pero' ho deciso oggi, nel mio primo giorno di vacanza, di scrivere un post sul ministro Carfagna e sul goverenatore Palin.
E' che l'altro giorno, mi sono imbattuta nell'intervista di Daria Bignardi a Mara Carfagna. L'intervista era lunghissima e snervante, ma ho pensato che non fosse giusto giudicare una persona, soprattutto una donna di potere, senza averla mai sentita esprimersi e cosi' l'ho guardata tutta per farmi un'idea. E' da un po' che non seguo molto la politica italiana, trovo anche quella piuttosto snervante, pero' sono sempre curiosa. Innanzitutto mi ha stupito come non sia mai saltato fuori un riferimento alla Palin. A me sembra tremedamente evidente che la Carfagna sia una sorta di Palin nostrana [ma se lei si sente come Obama, insomma sara' anche giusto lasciarglielo credere]. Certo, e' piu' giovane, ha ancora meno esperienza, ma e' stata nominata ministro, mica vicepresidente. E poi anche le domande che le venivano rivolte, mi hanno ricordato molto il tenore di quelle che vengono fatte a Sarah Palin.
Quando veniva fatto notare alla Palin, soprattutto durante la campagna elettorale, la brevita' del proprio curriculum vitae, la stessa aveva principalmente un argomento: certo e' cosi', infatti io non voglio essere come quei dinosauri di Whashington, io rappresento la gente comune, le casalinghe della provincia americana, che non hanno mai avuto voce e bla bla bla. Si puo' essere d'accordo o meno, ma ha una sua logica in qualche modo.
La Carfagna invece, si irritava e sostanzialmente non rispondeva. Non aveva argomenti. La mia sensazione e' che il messagio fosse: non importa come sono arrivata qui, oramai ci sono e sto lavorando tantissimo per dimostrare di essere all'altezza. Il che', scusate, ma non ha molto senso: a noi importa eccome, altrimenti non le sarebbe stato chiesto. Questa persona, e' finita con pochissima esperienza ad occupare un ministero e non si preoccupa nemmeno di prepararsi una risposta adeguata a una domanda che logicamente le sarebbe stata fatta. Ad altri attacchi ha risposto magari, ma non con un argomento di solito, bensi' attaccando a sua volta. Per quanto riguarda la preparazione politica in generale, in piu' di quaranta minuti ha citato i comunisti (mille volte), Reagan e si e' anche paragonata a Obama, ma dove vive? Li legge i giornali almeno?
Insomma, tutto questo solo per dire che fa tristezza che le donne in politica siano scelte molto spesso (ci sono eccezioni: Merkel, Clinton, Bachelet...) per le motivazioni sbagliate.

Piuttosto che donne cosi', sarebbe mille volte meglio avere uomini qualificati.

martedì 25 novembre 2008

sottosopra

- Dai non ti preoccupare queste cose vanno a onde...

- Allora questo cosa sarebbe, uno tsunami?

lunedì 24 novembre 2008

le ultime

Da quando Obama e' stato eletto, mi hanno scritto un sacco di amici dall'Europa che non sentivo da un secolo per...congratularsi. Lo so e' assurdo, io non l'ho nemmeno votato, pero' mi ha fatto piacere sia risentirli che il loro entusiasmo per la cosa. E poi la curiosita'. Tutti mi hanno chiesto com'e' l'atmosfera. Ecco, che dire? Una grande atmosfera per chi e' capace di assaporarla e di nutrirsene, di annusare l'aria di cambiamento. Ieri sera sono stata a un Obama party. Bisognava assolutamente festeggiare degnamente l'evento storico. E gli scettici che sono cominciati a spuntare come funghi soprattutto in Italia gia' il giorno dopo la vittoria (in genere gli stessi che si riempivano la bocca di Obama, change, yes we can, ecc.), mi fanno un po' pena sinceramente. Perche' si, puo' darsi benissimo che Obama deluda, in fondo ha il lavoro piu' infimo al mondo, ma a cosa serve tutto questo disfattismo? Il cambiamento c'e' e rimane a livello simbolico e non e' poco, anzi una boccata d'aria indispensabile.
E poi, accidenti, non potra' mica fare peggio di Bush?
Per il resto sta per cominciare la mitica settimana del tacchino (ma avete visto questo? Truce, vi avverto, ma soprattutto surreale). Vedremo come andra' quest'anno.

Un'ultima cosa personalissima. Ho scoperto che ho una lettrice in piu' e anche da diverso tempo: la mia mamma. La cosa mi ha un po' sconvolto all'inizio, ma devo ammettere che mi fa anche un po' di piacere. E' saltato fuori per caso che da mesi legge tutto, anche i commenti e mi difende a spada tratta. Siccome sono cattivissima, le ho molto caldamente chiesto di continuare a evitare di intervenire o anche solo di accennare a nonsisamai quando ci sentiamo che se no, se penso che lei legge, non riesco piu' a scrivere. Ecco, lei dice che non legge tutti i giorni, e io non ho mai fatto una cosa del genere, ma essendo questo un giorno davvero speciale per lei, se per caso si trovasse a passare di qui voglio augurarle un compleanno meraviglioso (e non vedo l'ora che passi questo mese per farti scoprire l'America!).

Buona settimana.

domenica 23 novembre 2008

ancora sullo spray al peperoncino

Piu' o meno un anno fa scrivevo della scoperta dello spray al peperoncino e di quello che implicava un po' in tutti i sensi per me.
Cosa e' successo dopo tutto questo tempo.
Allora, innanzitutto dopo un piccolo spavento, mi e' stato intimato di metterlo in borsa ogni volta che vado a camminare da sola con gli acchiappaconiglietti. E si', mi fa sentire meglio averlo con me, devo ammetterlo. Un paio di volte mi e' capitato di imbattermi in grossi cani apparentemente minacciosi. La prima volta, ho tirato lo spray fuori dalla borsa, l'ho puntato contro il cane e lui si e' immediatamente bloccato, si e' spaventato, non so perche'. Mi sono resa conto giusto un minuto dopo che lo stavo impugnando nella maniera sbagliata e non sarebbe uscito proprio nulla cosi'. Del resto non avevo mai messo in conto di usarlo e non avevo mai provato a capire come funzionava, non l'avevo mai nemmeno guardato a dire il vero. Abbastanza ridicolo. La seconda volta e' stata oggi. Un cane nero molto grosso in un secondo e' riuscito a uscire da una porta che si apriva, ha attraversato la strada e sembrava ci volesse attaccare. E' stato un momento un po' concitato perche' il suo padrone si e' agitato tantissimo e io ho pensato fosse perche' il cane era pericoloso. Cosi' il cane ci si e' avventato addosso, il tipo ha urlato al cane e io ho urlato ancora piu' forte, non so bene a chi. Ho fatto in tempo a prendere di nuovo lo spray in mano, ma mi sono immediatamente ripresa dalla paura e ho capito che il cane era solo un po' maldestro, ma non aggressivo. Insomma, non e' successo nulla nemmeno questa volta.
Pero' mi chiedo sul serio: lo userei o no questo accidente di gel al peperoncino?
Non riesco a darmi una risposta. Sembra una stupidata, ma non lo e' perche' non e' una decisione che vorrei prendere in preda al panico questa, anche se immagino che sicuramente andra' in questo modo. Stamattina ero davvero a tanto cosi' dal farlo, ma non credo avrei potuto. Non ci vedo nulla di male a difendersi, non fraintendetemi, ma io non ce la faccio proprio, o cosi' mi sembra almeno. E' piu' forte di me e poi mi hanno detto che fa malissimo, ma e' cosi' difficile prevedere le proprie reazioni in una situazione di pericolo. Mi fa sentire bene portarmelo dietro, ecco tutto. Un po' come un talismano, un placebo.
Non ha tanto senso, ma e' cosi'.

Mi viene in mente un compagno del liceo che raccotava un sacco di storie assurde che finivano quasi sempre con se c'avevo un coltello l'accoltellavo.

venerdì 21 novembre 2008

un'ultima cosa sulla crisi dei trent'anni

Ho rotto abbastanza le scatole con la crisi dei trent'anni, ben prima di compierli. Ecco, ora che e' passato qualche mese, vorrei darmi ragione. Si, proprio cosi'. Avevo davvero ragione da vendere a preoccuparmi. Sembra che il mio corpo abbia deciso di andare per la sua strada per cosi' dire e proprio a trent'anni. Ormai fa tutto per conto suo. Non ho mai avuto nulla per tutta la vita, perfino i raffreddori contati sulle dita, ma nell'ultimo anno, mi sta succedendo di tutto. Niente di gravissimo in genere, ma nemmeno stupidate.
E la mia mamma ci prova. Vedi finche' eri qui in Italia, stavi benissimo, sei andata via e guarda...ma non e' il luogo e' l'eta'! Sono i trent'anni, si invecchia facciamocene una ragione.
Cinque pomeriggi dal medico in cinque giorni sono davvero troppi. Per un'ipocondriaca poi.
E questo tipo, tale Dr. Jones, come Indiana, belloccio insipido che si crede affascinante e ti fissa con quegli occhi blu inespressivi e si', certo bere tanta acqua e' la panacea di tutti i mali, si' certo sono italiana e cosa ci fai qui a Dallas di bello? sto male, dammi qualcosa imbecille, e no, non sto avendo questa conversazione davvero, non un'altra volta, e poi non sto davvero compilando dieci stupide pagine di questionario con domande tipo Are you fully satisfied with your life? e no, se proprio ci tiene a saperlo non sono soddisfatta neanche un po', lei lo e' dottore per caso? Vogliamo parlarne?
Mi sento davvero stanca di non sentirmi bene. E anche arrabbiata perche' cosi' e' tutto fuori controllo e non mi piace neanche un po'.
Mens sana in corpore sano
. Finche' stai bene non ci pensi mai.
E adesso spero di (non) aver terrorizzato tutti quelli che stanno per fare trent'anni.

mercoledì 19 novembre 2008

feeling overmatched

Nel post precedente per dare un'idea dell'accento texano, ho linkato la mia scena preferita di No country for old men e mi e' stato chiesto nei commenti cosa significa 'I feel overmatched'. Voi l'avete chiesto a me e io l'ho chiesto a Mr. Johnson che mi ha dato una spiegazione talmente bella che ho pensato valesse un altro post, anche perche' non e' una parola che si trova facilmente sul dizionario, mi pare, e comunque ci vuole qualcosa in piu' per capirla davvero.
Allora lui mi ha detto di partire dalla parola match che vuol dire sia partita che uguale, parita'.
In una vera partita i contendenti dovrebbero essere piu' o meno alla pari per sfidarsi. Due cose matched sono due cose ben assortite.

[Come noi due, dice per farmi capire bene...]

Allora sentirsi overmatched significa in un certo senso sentirsi schiacciati all'interno di un confronto che non e' alla pari.
Non credo dimentichero' questa parola. In italiano uso molto l'espressione mi sento sopraffatta (ebbene si'. E anche a sproposito, che' mi piace fare un po' di scene a volte), questo potrebbe essere l'equivalente in inglese, suppongo.
Non sapete quanto sia importante per me imparare le parole che esprimono gli stati d'animo, e' fondamentale. Piu' passa il tempo, piu' le relazioni si approfondiscono e piu' cresce l'esigenza di capire e di farsi capire a un livello superiore e non sempre ci si riesce.

lunedì 17 novembre 2008

due cose sull'accento texano

Mr. Johnson si e' messo di nuovo a costruire mobili e cosi' ieri mattina ci siamo ritrovati in un parcheggio alle prese con un grande pezzo di legno che non ne voleva proprio sapere di entrare in macchina. In quel momento, si e' fermato un tale con il pick-up che con tipico accento texano ci ha offerto generosamente il suo aiuto. Noi abbiamo accettato, ma una volta a casa non ho potuto fare a meno di chiedere a Mr. Johnson se si fosse reso conto di aver istantaneamente cambiato accento anche lui mentre parlava con il cow boy.
La risposta e' stata che si' ovviamente l'aveva fatto apposta e che l'accento texano, quello fortissimo da film, si usa soprattutto in due situazioni: quando si vuole essere gentili e quando -udite udite- sono cose da uomini (pick up e pezzi di legno sarebbero cose da uomini evidentemente).

Ora lo so, anche se per me non cambia nulla, tanto l'accento texano non mi viene.

domenica 16 novembre 2008

talking trash o del pettegolezzo globale

E' successo che ad una cena in Italia, si sono casualmente incontrate una delle mie migliori amiche e una compagna di universita', che ancora sento e con cui ho anche avuto per un certo periodo un rapporto piuttosto stretto o almeno cosi' pensavo, visto che abbiamo anche vissuto insieme. Non avendo evidentemente nulla di piu' interessante da dire la seconda ha cominciato a parlare di me. A quanto pare a parlare male di me o peggio: a insinuare non si sa bene cosa. La mia amica ha subito fatto cadere il tentativo di pettegolezzo nel vuoto e siccome oggi e' capitato di sentirci mi ha raccontato anche questa cosa successa proprio ieri sera. Devo dire che sono rimasta abbastanza scandalizzata. Quando ho chiuso con l'amica italiana, ne e' arrivata a casa un'altra americana, a cui ancora con i nervi a fior di pelle ho raccontato quello che era successo. Quando sono arrabbiata l'inglese e' l'ultima cosa che riesco a mettere insieme e cosi' lei mi ha suggerito una nuova espressione che non conoscevo:

- So, she was talking trash about you...?

- Yes she was!

Ecco e' cosi' che imparo la lingua, tutto fa brodo. Trash-talk, perfetto, sono sicura che ricapitera' di usarla questa qui. Pero' caspita, continuo a pensare al pettegolezzo e credo di capire perche' mi abbia dato tanto fastidio: perche' non sono piu' abituata. Sono fuori dai giochi, sono via, non ci sono per le piccole cose, per le cene, solo per i riassunti della situazione generale. E poi non so se e' perche' qui non ho ancora cosi' tanti amici o se le persone sono un po' piu' riservate, o magari se solo non colgo le sfumature, ma avevo completamente dimenticato questo modo di fare, di dire e non dire e lasciar credere cose inesistenti senza nessuna ragione poi, solo per il gusto di dire. L'ultimo periodo in Italia, mi e' capitato un sacco di volte di conoscere amici di amici che mi dicevano ah ma sei tu, quella che si sta per trasferire in America e poi veniva fuori che sapevano tutta la storia passata di bocca in bocca. Non mi ha mai fatto piacere e non mi ha mai nemmeno dato particolarmente fastidio, solo mi stupivo perche' non mi sembrava cosi' interessante da parlarne tanto.
Mi piacerebbe che le persone avessero una vita propria, e' irragionevole?
Comunque, se non vi ho convinto e finito di leggere pensate di andare a sparlare di qualcuno, ricordatevi che la tecnologia gioca contro di voi: questa stupidata ci ha messo meno di ventiquattro ore per arrivare in Texas dall'Italia.

Buona domenica.

giovedì 13 novembre 2008

tutto ha un sesso

- Can you leave that poor lizard alone? Look, she's so tiny and scared. She's just trying to leave.

- Ok.

- Good.

- Mrs. Johnson?

- Yes?

- How do you know that's a girl?

- Well. I know it because I'm from a different country and in my country, named Italy, which is far faraway from here, lizards are always girls. And butterflies too. But dogs are boys. And cats are boys too.

mercoledì 12 novembre 2008

di israeliani e palestinesi

Per la prima volta ci si e' trovati a parlare apertamente di politica con gli amici israeliani. E' successo perche' morivo dalla voglia di sapere cosa ne pensavano loro di Obama. La sorpresa e' stata che non mi sono sembrati particolarmente interessati alla cosa, non avevano quasi nulla da dire. Dopo un attimo di silenzio faccio:

- Beh, almeno con Obama, gli Stati Uniti avranno un grande ritorno di immagine in molti paesi...

- In che senso?

- Nel senso che in molti paesi c'e' un vero e proprio odio verso gli Stati Uniti, questo segnale di cambiamento sara' visto in maniera positiva...

- Davvero qualcuno odia gli Stati Uniti? Ma chi?

Insomma, loro giovani professionisti appena trasferiti da Israele, dopo l'11 settembre, le guerre in Irak, l'Afganistan, ecc. ignoravano che ci sono paesi in cui la popolarita' americana e', diciamo cosi', bassina. Sorprendente. Si rendevano conto benissimo invece che molti americani non amano il loro paese e il motivo lo capivano perfettamente.

Da li' il discorso e' scivolato senza ostacoli su un vero e proprio campo minato: la questione mediorientale. Noi si parlava piano per essere sicuri che ogni parola passasse prima dal cervello e non fosse offensiva o indelicata. E anche loro hanno abbassato immediatamente il tono della voce. Sembrano convinti che il conflitto con i palestinesi non si risolvera' mai o che magari si possa risolvere temporaneamente per poi riesplodere in seguito perche' "loro", dicono, ci odiano e ci vogliono morti.
Io ero una pentola a pressione pronta a esplodere. Stavo per dire Hei, fermati un secondo! "Loro" non vogliono solo uccidervi. "Loro" vogliono solo vivere sulla loro terra, sono persone come voi, non assassini.
Invece poi, non ho detto nulla e ho solo ascoltato. E menomale. Dal mio piccolo superficiale punto di vista riesco a capire i motivi dei palestinesi molto meglio di quelli degli israeliani, ma poi ho guardato meglio il mio interlocutore ed e' per questo che ho taciuto. Non sono d'accordo con lui, ma ho visto la disperazione nel suo sguardo mentre parlava di questa cosa. Tutta la sua famiglia e' ancora li' in pericolo e magari nella vita gli e' anche capitato di perdere un amico o un parente per mano palestinese, il suo non puo' essere un discorso distaccato.
La mia opinione in fondo non cambia dopo questa chiaccherata, ma una cosa di sicuro l'ho imparata: io che tutt'al piu' leggo queste cose sui giornali, posso si' avere un'idea basata sul mio personale concetto di giustizia, ma non posso e non devo mai giudicare i sentimenti di queste persone, e' semplicemente sbagliato.

lunedì 10 novembre 2008

di internet e della vita

Ho appena letto l'ultimo post di Viridian. E' lunghissimo e parla de l'asocialita' ai tempi di internet. Di come l'avvento di facebook secondo lei stia facendo calare l'attenzione sul mondo dei blog e altre considerazioni abbastanza amare su come raccontarsi pubblicamente condizioni o meno la vita vera la' fuori. Ho trovato interessante il suo punto di vista, ma credo di avere una prospettiva completamente diversa dalla sua su entrambi i fronti. Sono due discorsi enormi e diversi. Per quanto riguarda Facebook, io penso che tutto questo insano interesse a rigor di logica dovrebbe esaurirsi a breve. I miei amici americani usavano sia Myspace (che non ho mai digerito) che Facebook molto prima degli italiani e vedo che si stanno gia' dimenticando di entrambi, molti hanno un account FB, ma non lo aggiornano quasi mai. E' fatale forse che questa mania collettiva si esaurisca, e' troppo forte. Quando succedera' un po' mi spiacera' perche' per me funziona. Insomma, vivo dall'altra parte del mondo, il contatto rimane per forza virtuale, non c'e' nessun tipo di impegno, di imbarazzo a scambiare due chiacchere e poi non vedersi mai. Credo che se le persone fossero piu' vicine, invece, mi porrei davanti a questa cosa in maniera differente. Non mi piacerebbe, credo, essere contattata da persone con cui non si trova il tempo e la voglia di vedersi di persona, ma siccome sono qui, chi lo sa come andrebbe, non ha nemmeno senso chiederselo. Tutto rimane piacevole e leggero.
L'altro giorno, per esempio, ero a casa ammalata, ma in via di guarigione. Mi sentivo bene tutto sommato, cosi' ho acceso Facebook e ho scoperto una cosa: di giorno, mentre io lavoro qui, tutti i miei amici, in Europa sono collegati! Qualcuno racconta di come la propria azienda stia andando a rotoli per colpa di FB, ma quello e' un altro discorso. Insomma, ho fatto un sacco di chiacchere che non avrei mai fatto. Con un amico di New York per esempio, e' successa una cosa simpaticissima: non ci sentivamo dai tempi della Spagna e cosi' in due secondi senza nemmeno pensarci abbiamo iniziato a comunicare in inglese per la prima volta come se fosse la cosa piu' naturale del mondo, come se ci fossimo lasciati il giorno prima. Mi ha raccontato del libro che sta scrivendo su un tale rivoluzionario cubano e dell'entusiasmo degli accademici per Obama, mi ha fatto piacere. E poi molte altre cose. Una mail puo' essere impegnativa per alcune persone, in fondo bisogna avere qualcosa da dirsi, scambiare una battuta su FB e' assolutamente spontaneo e ravviva un po' i contatti. La lucina e' verde: ci sei? Dai accendi skype! E ci si racconta un attimo come e' andata la giornata, niente di che', ma le distanze magicamente si accorciano. Io la vedo cosi' almeno. Non vedo problemi, drammi, solo uno strumento che si puo' chiudere o aprire a piacere.
Per quanto riguarda il discorso delle conseguenze di raccontare i fatti propri in rete, ci sarebbe tantissimo da dire, ma un'altra volta magari. Per finire vorrei solo ringraziare chi legge questo blog e mi ha mandato dei messaggi su Facebook. E' successo diverse volte. Qualcuno ha perfino cercato di aggiungere Mr. Johnson come amico, facendoci un po' sorridere. Che furboni: io faccio di tutto per nascondervelo e voi lo cercate su FB! Dovete considerare che lui e' il mio deus ex machina, concedetemi almeno che rimanga avvolto nel mistero. Anzi no, diciamo la verita', e' a lui che piace questo ruolo. Non e' mai intervenuto e non credo lo fara'.
Per le richieste di 'amicizia', io mi scuso, ma tenderei a evitare. Mi sembra di raccontarvi abbastanza di me qui e non mi va di esporre i miei amici e la mia famiglia che non c'entrano nulla con Nonsisamai. Vi ricordo che pero' se vi fa piacere o se avete qualcosa di speciale da raccontarmi potete sempre contattarmi a questo indirizzo:

sabato 8 novembre 2008

sull'energia

Oggi ho visto la benzina a $1.97 al gallone (circa 4 litri). Pochissimo tempo fa si avviava verso i quattro dollari, quindi inevitabilmente la cosa fa impressione.
In questi mesi gli argomenti di conversazione preferiti dagli americani sono stati:
1. La benzina e' troppo cara
2. Come mai la benzina costa cosi' poco? Cosa c'e' sotto?
3. Don't talk about it, just enjoy.

Mr. Johnson un po' di tempo fa ha scoperto l'esistenza di una compagnia, la Green Mountain Energy, che fornisce elettricita' pulita a prezzi piu' che ragionevoli. Ha disdetto immediatamente il vecchio contratto tradizionale e il giorno dopo eravamo gia' loro clienti. La trovo una novita' fantastica per noi che crediamo fermamente in queste forme di energia, ma che non abbiamo la possibilita' economica di dotarci di pannelli e quant'altro per conto nostro. Se per caso vi trovate anche voi da queste parti o magari se esiste qualcosa del genere in Italia, prendete in considerazione questa possibilita', e' una di quelle cose che ti fanno sentire meglio con te stesso. Soprattutto quando ti dimentichi la luce accesa.
Buon fine settimana.

venerdì 7 novembre 2008

ma il cervello si abbronza?

Una volta ho detto a Mr Johnson in italiano "guarda come sono diventata nera". Un'espressione per noi comunissima sulla quale nemmeno mi ero mai soffermata a pensare e lui, che non e' nero, mi ha fatto una tirata di mezz'ora sul fatto che in inglese mai e poi mai, che non si commenta mai il colore della pelle, che qualcuno si puo' anche offendere , che e' imbarazzante e insomma no, non si fa e basta ricordatelo sempre.
Adesso: come fa un capo di stato a non sapere che non si da' dell'abbronzato a una persona di colore neanche per scherzo?

Dal NYTimes:

"Berlusconi, 72, is infamous for eyebrow-raising comments.

He once compared a German lawmaker to a Nazi camp guard, asserted after the Sept. 11 terror attacks that Western civilization was superior to Islam and claimed more recently that the new Spanish government had too many women."

giovedì 6 novembre 2008

anche dallas, nel suo piccolo pero'...

Oggi non sono andata al lavoro perche' proprio ieri notte dopo la grande serata di Obama, mi sono ammalata. Stamattina quando sono uscita per andare dal medico, nonostante tutto di ottimo umore (e come potrebbe essere altrimenti?), mi sono scoperta a guardare quello che mi circonda in modo diverso. E' ancora talmente emozionante. Tutto sembra uguale a ieri, ma non lo e' neanche un po'. Ho cercato inconsapevolmente occhi complici, ma non ho sentito commenti particolari in giro, nulla di speciale. Come del resto anche ieri. Io sono stata in agitazione per tutto il giorno e a scuola invece nulla. A parte essersi messi d'accordo per vestirsi tutti o di rosso o di blu o di bianco, nessuno parlava delle elezioni. E' che qui in effetti, ho notato che non sta mai bene parlare di politica, ma pensavo che di fronte a un avvenimento del genere, si facesse un'eccezione, che tutti fossero curiosi e diventassero un minimo impertinenti magari.
Una collega californiana, dopo avermi fatto chiaramente intendere di votare per Obama qualche giorno fa, mi ha detto che considera le idee politiche alla stregua di quelle religiose, non si discutono. Mi sembra un atteggiamento molto diffuso.
Ad ogni modo, aria nuova per tutti. In Texas i repubblicani hanno vinto si, ma non trionfato come ci si poteva aspettare. Qui a Dallas in particolare c'e' stato un altro trionfo democratico, quello di Lupe Valdez, the county's first ever gay Latina sheriff, la prima donna sceriffo latina e gay eletta in questa contea, che e' stata riconfermata dopo la prima vittoria del 2004.
Comunque, per tornare alla mia salute che' e' molto piu' interessante, sentite che' succede. Io ho, diciamo cosi' tanto per fare un esempio, una sorta di brutto mal di schiena a cui per ora non c'e' rimedio se non quello degli antidolorifici. Il medico americano me ne prescrive uno, un painkiller appunto, che e' una specie di bomba, del genere che se lo prendo non posso nemmeno guidare, da quanto mi rimbambisce e per di piu' causa dipendenza. Io gli faccio presente che un altro medicinale, molto meno potente, mi fa sopravvivere abbastanza decentemente e lui dice si, ma mi incoraggia lo stesso a prendere quell'altro. Il fatto e' che io ho sempre in testa questa fisima dei dottori italiani, di prendere meno medicine possibile, qui invece l'idea, da quello che ho visto in piu' occasioni e' piu' che altro eliminare il dolore in ogni sua forma e per un ipocondriaco come me questa cosa non e' giusta o sbagliata, e' allettante. Allora cosa faccio? Da una parte ho questo superpainkiller che mi porta in un confortevole paradiso artificiale, dall'altra una robina, giusto un farmaco da banco, che mi permette appena di non rantolare per terra.
Finora ho resistito alla tentazione, ma credo che stasera cedero' alle lusinghe della medicina americana d'assalto. Se non doveste leggermi per un po' o se dovessi scrivere qualcosa di strano, sapete il perche'.

mercoledì 5 novembre 2008

we have come so far

Questo pomeriggio la radio diceva chiunque venga eletto, oggi stiamo facendo la storia.
Sono momenti indimenticabili, di quelli che racconteremo ai nostri figli e nipoti. Quando qualcosa di grande, di epocale sta succedendo e hai la fortuna di sentirlo, di viverlo, di partecipare in qualche modo. E' stata una serata indimenticabile. Adesso speriamo solo si riesca a continuare nella giusta prospettiva.
Prima di andare a dormire vorrei condividere con voi le mie impressioni sia sul discorso di McCain che su quello di Obama. Entrambi mi hanno molto colpito per motivi diversi.
McCain, sembrera' stupido, ma mi ha impressionato anche solo per la prontezza con cui ha saputo congratularsi con l'avversario e ammettere la sconfitta.

[In fondo, non e' passato molto tempo da quando ho visto con i miei occhi un certo politico perdere le elezioni e non solo non congratularsi con il vincitore e ammettere la sconfitta, ma anche accusare lo Stato di brogli elettorali per giorni e giorni confidando che al riesame il risultato sarebbe cambiato a suo favore]

Al di la' di questo McCain ha fatto un gran bel discorso a mio parere. Sembrava tornato quello che era prima che tutta questa follia elettorale lo travolgesse trasformandolo nel burattino del suo partito (dalla scelta di Sarah Palin alla patetica apparizione dell'altra sera al Saturday Night Live).
Il discorso di Obama e' stato altrettanto intenso ma, sorprendentemente calmo e privo di qualunque trionfalismo. Come in altre occasioni, non ha mai accennato a se stesso, ma ha preferito usare spesso le parole noi e voi, dimostrando in questo modo di non farsi prendere dall'entusiasmo e di essere perfettamente cosciente del compito che lo aspetta. Il messaggio era chiaro e riguardava la condivisione di questa responsabilita' con tutto il paese. Il cambiamento c'e' solo se tutti siamo pronti ad accoglierlo.
Ci sono stati, poi, un paio di passaggi perfetti.
Quando si e' rivolto a chi non ha votato per lui: "Ascolto le vostre voci, ho bisogno del vostro aiuto e saro' anche il vostro presidente.
E poi quando ha ricordato l'ultracentenaria Ann Nixon Cooper, nata poco dopo la schiavitu'.

"She was born just a generation past slavery; a time when there were no cars on the road or planes in the sky; when someone like her couldn't vote for two reasons -- because she was a woman and because of the color of her skin.

And tonight, I think about all that she's seen throughout her century in America -- the heartache and the hope; the struggle and the progress; the times we were told that we can't, and the people who pressed on with that American creed: Yes we can.

[...]

And this year, in this election, she touched her finger to a screen, and cast her vote, because after 106 years in America, through the best of times and the darkest of hours, she knows how America can change.

Yes we can"

Un presidente come Obama qui e ora...non si sa davvero mai nella vita!

E ora me ne vado a dormire sul serio che e' tardissimo e a voi, come sempre, buona giornata.

martedì 4 novembre 2008

se

Una mamma afroamericana oggi:

- Se Obama vincera', quando diro' a mio figlio che nella vita puo' diventare tutto quello che vuole, per la prima volta ci credero' anc
h'io.

lunedì 3 novembre 2008

what are we gonna do?

Potrei raccontarvi tante cose oggi.
Potrei raccontarvi del solito cortocircuito texano fra colori autunnali e temperature estive.
Potrei raccontarvi che il mese di ottobre si e' chiuso con cinque esecuzioni capitali proprio qui dietro casa. O che dopo due anni ho trovato una libreria a Dallas dove vendono la mia rivista italiana preferita. Potrei raccontarvi di come sono finita anch'io nel girone paradisiaco di Netflix.
O di come Do it yourself channel probabilmente cambiera' la mia vita per sempre.
Potrei raccontarvi tante cose come sempre.
Ma la verita' e' che l'unica cosa che importa in questi giorni sono le elezioni. Che vivo attaccata alle news, che posso guardare Anderson Cooper perfino due volte a sera e che a questo punto, mi chiedo cosa sara' di me quando tutto questo sara' finito visto che una vita non ce l'ho piu'.
Cartelli e bumpstickers pro McCain spuntano come funghi quaggiu' e, nonostante il vantaggio di Obama l'incertezza e' tanta. Con gli amici si organizzano grandi festeggiamenti o marce funebri a seconda, io personalmente non sono pronta per una sconfitta di Obama.
Allora dico per finta che ci tocchera' ritraslocare, ma l'argomento di Berlusconi eletto e rieletto e' micidiale, convince perfino me.
In effetti, tanto vale.

sabato 1 novembre 2008

déjà vu

Non fare programmi e' un ottimo consiglio, peccato che mi dimentichi sempre di seguirlo, come tanti altri buoni consigli peraltro, ma quello e' un altro discorso. Cosi' per ieri sera i programmi si erano fatti eccome. Come ogni anno il nostro amico regista scapestrato ha organizzato un bel party con tanto di casa stregata e effetti "speciali". C'era perfino un piano B in caso non fossimo riusciti a fare in tempo per il party lontanissimo. Poi come al solito basta un imprevisto e scatta l'effetto valanga. Alle otto di sera ero in giardino a bermi un bicchiere di vino sola e sconsolata aspettando e aspettando. E aspettando. Non arrivavano nemmeno i trick or treaters. Giusto uno. Ma forse dal giardino non sentivo il campanello e ora mi ritrovo con una montagna di cioccolatini e sono anche a dieta. Ad ogni modo sono troppo astemia per bere anche solo un bicchiere di vino a stomaco vuoto dal mattino, altro buon consiglio dimenticato. Cosi' quando Mr Johnson e' arrivato a casa, dopo avermi detto che gli ricordavo Bree Van De Camp (non suonava come un complimento) siamo semplicemente usciti. E vediamo cosa succede. Ed e' successo che dopo una piacevolissima cena all'aperto, ci siamo ritrovati su un tram del 1906 in giro per Dallas la notte di Halloween. E mi e' piaciuto molto devo dire, anche se a un certo punto fra una cosa e l'altra non sapevo piu' se mi trovavo a Dallas, Texas o a Milano, Foro Bonaparte. Anche adesso in effetti...