La mia famosa amica bellissima la scorsa settimana ha avuto un nervous breakdown. Significa esaurimento nervoso, ma lo scrivo in inglese perche' mi sembra che qui sia qualcosa di ancora piu' grave e comune che nella nostra accezione. Ogni tanto sento di qualche conoscente o amico che all'improvviso ha avuto un breakdown ed e' finito in emergency room, al pronto soccorso. E ogni volta mi stupisco. Tutti sembrano cosi' efficienti, sorridenti, funzionanti e poi basta un niente e crollano, ma crollano davvero sbattendo forte e facendo tanto rumore. Lei era qui con noi, domenica scorsa, siamo stati molto bene. Abbiamo riso un sacco e anche parlato un po' fra noi due sole soprattutto dei miei problemi, come sempre mi ha dato una mano. Poi e' tornata a casa e, non conosco bene i dettagli, ma a quanto pare e' stata cosi' male che l'hanno dovuta portare al pronto soccorso a mezzanotte pensando che avesse un attacco di cuore o qualcosa di brutto. E' da sei giorni che non tocca cibo e scrivo un po' aspettando che esca dallo studio del medico. Ieri sera per la prima volta mi ha risposto al telefono. Aveva la voce impastata dalle medicine che le hanno dato e piangeva. Si vergogna di non riuscire nemmeno a farsi una doccia o a mangiare un boccone, a curare i suoi bambini. E io che quando le raccontavo le mie paure, sotto sotto, conoscendo la sua situazione pensavo sempre ma lei come fa? con tutto quello con cui deve vedersela ogni giorno a essere cosi' perfetta e poi anche riuscire a prendersi cura di me? Pero' e' lei, un persona spendida, coraggiosa, ce la si poteva anche aspettare da lei tutta questa forza.
Mi faceva sempre ridere. Fu lei a tirarmi fuori di casa per la prima volta dopo la tragedia. Fu lei qualche settimana dopo a farmi ridere di nuovo. Mi raccontava le sue storielle senza senso e io ricordo di aver riso molto piu' rumososamente del solito quel pomeriggio, sentivo me stessa ridere, volevo sentirmi ridere perche' era bello e sorprendente. Ridere di nuovo intendo.
Mi ci e' voluta una cosa del genere, vedere lei andar giu' e toccare il fondo, per capire, non che non stia soffrendo, ma che va bene. Va bene stare male quando succedono determinate cose nella vita, e' semplicemente naturale. Non si puo' pretendere che non sia successo nulla e presentarsi sempre agli altri in maniera impeccabile. Io non ci tengo a essere impeccabile. Sono quello che sono, una persona felice tutto sommato, ma non tutti i giorni ventiquatro ore su ventiquattro. Ho i miei momenti e non lo nascondo. E lo stesso giorno posso essere al massimo oppure disperata perche' sono umana, anche se oramai sembra quasi non sia un attributo socialmente accettabile.
Pero' preferirei parlare della voglia di andare oltre, dei modi per superare o almeno scendere a patti con tutto quello che prima o poi ci capita e che non capiamo e che non capiremo mai o che magari capiremo con la testa, ma non con il cuore perche' nemmeno poi siamo sicuri di volerlo.
Non sapevo che dire. E non ho detto molto, ma le ho parlato della luce meravigliosa che c'e' nella mia cucina e di quanto possa essere silenzioso qui. L'ho invitata a dipingere o a pasticciare un po' insieme, e' una cosa che mi ha aiutato talmente tanto in questi mesi, altro che psicofarmaci. L'ho sentita per un secondo interessata, magari fra qualche giorno.
9 commenti:
in bocca al lupo alla tua amica, è difficile cheer up qualcuno in questi momenti, ti comprendo benissimo. Penso sia importante farle sapere che tu ci sei cmq. (tipo: You've got a friend di James Taylor per intenderci...)
ciao
mi spiace un sacco. io almeno, in questi giorni, quando prendo l'antidolorifico, so bene quale dolore deve passarmi.
comunque la cosa che dici e' giusta. e' importante concentrarsi su attivita' che non siano parte di quei doveri che la stanno opprimendo...
fabio r: che strana questa cosa, mi sono praticamente ritrovata in mano l'ultimo album di james tylor dopo aver letto il tuo commento, lo dovro' ascoltare.
fabrizio: mi ha sorpreso moltissimo la sua chiamata questo pomeriggio tardi per dipingere. alla fine non e' riuscita, pero' abbiamo camminato e parlato a lungo. mi sembra un buon segno.
auguri per la tua friend.. comunque sono molto contraria a essere imbottita da psicofarmaci.. molto meglio la tua terapia!
io ho sempre pensato che quelli più chiusi e all'apparenza sempre felici e sorridenti poi fossero più a "rischio" in caso di cedimenti (che tutti abbiamo, chi prima chi dopo).
in ogni caso non è da poco che lei sia stata (davvero) ad ascoltarti nonostante dentro covasse già questo "dolore" che l'ha fatta esplodere poche ore dopo.
ora potrai essere per lei l'amica che è stata per te (quando ne avevi bisogno)... sembra una frase da suor dancin', sorry!! non saprei come dire
;)
alfie: anch'io odio gli psicofarmaci,ma ci sono casi e casi.dopo aver visto come stava ti dico che continuano a non piacermi per principio, ma forse le stanno salvando la vita e allora va bene tutto.
In un certo senso ci sentiamo obbligati a mostrarci felici e allegri agli altri, per dar loro un motivo di stare con noi. Perchè altrimenti dovrebbero farlo?
Poi col tempo uno capisce quali sono le persone che ci vogliono bene lo stesso, anche se siamo semplicemente naturali..
mamma mia che roba, pensare che uno da un momento all'altro senza causa apparente possa andare in pezzi così.
Mi dispiace molto per la tua amica, spero si possa riprendere, se ti ha chiamato e vi siete viste di sicuro è un piccolo passo nella giusta direzione.
ci sono cose che uno non si aspetta mai. però capitano, eccome se capitano. starle vicino è un'ottimo aiuto. la presenza è una cosa importante vedrai che, anche grazi a te, si rimetterà.
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