L'altro giorno i miei sono finalmente tornati dalle loro interminabili vacanze e abbiamo fatto una chiaccherata lunghissima e liberatoria. Che bella sensazione dopo tutto quello che e' successo in questo periodo. Quando ho chiuso mi sono sorpresa a pensare qualcosa che li' per li' non ho nemmeno capito. Ho pensato allora e' questa la solitudine?
Si era quella roba li', credo. Quel nodo in gola, quella voglia incontenibile di spiegarti, di aprirti senza filtri e senza paura, ma il non poterlo fare. Se puoi farlo, non sei solo e io pensavo di essermi sentita sola prima, ma mi sbagliavo. Prima facevo le mie solite scene, ma poi se volevo parlare avevo solo l'imbarazzo della scelta fra gli amici da chiamare e se anche non lo facevo nel giro di poco incontravo qualcuno che mi chiedeva come stavo sul serio. Bastava un caffe' al volo in stazione, una pausa pranzo, per dire.
Qui invece devo fare davvero degli sforzi. Sono fortunata perche' a parte Mr. Johnson, ho almeno una persona di grande fiducia con cui parlare di tutto e non e' poco in meno di due anni, ma in inglese non e' proprio uguale. Non ho la stessa liberta' espressiva, devo sempre pensare alla forma, a non essere fraintesa e comunque a volte ancora adesso quando si parla di sensazioni non riesco a dire esattamente quello che voglio. Dopo che mi sfogo in inglese mi sento sollevata solo a meta' e invece ogni tanto c'e' davvero bisogno di buttare tutto fuori.
La prima volta che venni da queste parti feci una sorta di scambio linguistico con un tale J.R. (l'unico che abbia mai conosciuto fra l'altro, e non era nemmeno texano). Lui mi insegnava l'inglese e io lo spagnolo. Lui era entusiasta di aver qualcuno con cui practicar e mi disse una cosa strana che mi torna in mente ora. Che per lui parlare spagnolo era come fumarsi una canna, che gli faceva proprio scaturire un qualche meccanismo chimico nel cervello e gli dava un benessere generale inspiegabile.
Che l'italiano stia diventando una specie di improbabile canna senza fumo per me?
Infatti, mi viene proprio da ridere di questi deliri notturni.
Ma e' meglio che me ne vada a dormire che e' tardissimo e domani mattina sara' un disastro.
In Italia e' gia' mattina pero'.
Beh, allora ovunque siate... buonanotte-o-giorno.
11 commenti:
lo dico da madrelingua spagnola, tra le lingue che conosco l'italiano è quella più adatta a parlare di sensazioni e sentimenti.
:)
è che alla fine, l'italiano è un bel parlare, con tutte le sue vocali..
Ciao non si sa mai.
Leggo e condivido quanto hai detto, anche a me e' capitato e continua a capitare lo stesso.
Forse la mia situazione e' un po' differente perche' ho continuato e sto continuando(per poco ancora, sigh!) a spostarmi, e di conseguenza le mie amicizie sono sempre state temporali(chiamiamole cosi).
Fatto sta che credo che la difficolta ' piu' grande che ho incontrato non credo sia quella linguistica, ma quella empatica.
In effetti e' difficile cominciare una sana e profonda amicizia ad una certa eta'(anche se non impossibile, e anzi magari ne nascono di belle)e soprattutto con persone di cultura differente.
Io ti auguro di trovare piu' punti di riferimento possibili, e ci mancherebbe, e mi permettop anche di darti un consiglio: in quella canna, il fumo metticelo.
Un bacio da Singapura.
Emanuela che tenerezza: l'italiano lo scrivi bene sai...il suono della lingua, beh quello è un'altra cosa come l'empatia che produce. Ma non temere il suono non lo perderai mai, resterà sommerso dentro di te per esplodere appena ce ne sarà la possibilità.
non ho mai passato cosi` tanto tempo fuori dall'italia da sentire la mancanza dell'italiano...
ma la mia prof di inglese del liceo, raccontava che i primi tempi in cui ha vissuto in california (negli anni '60... la sapeva lunga, quella...) non vedeva l'ora di addormentarsi per poter sognare in italiano.....
l'italiano - e le lingue neolatine in genere - è sicuramente una lingua "dolce", ma io dico sempre (anche ai miei allievi) che con l'italiano è facile fare poesia! è un'espressione quasi naturale..
io provo invece più gusto a lasciarmi affascinare dalla poesia in altre lingue, più "consonantiche". ecco perchè adoro Goethe o Heine, oppure Shakespeare, T.S Eliot...
lì è tutto più difficile, ma la goduria è maggiormente "meritata"...
...penso anch'io che la difficoltà più che la lingua sia trovare qualcuno con cui le tue "note " si accordino ...per questo io faccio il contrario , quando la solitudine mi estrania dal mondo ...mentre gli altri parlano italiano io penso in inglese !! un italianissimo abbraccio e buona giornata
ti capisco al 100%...questo post l'avrei potuto scrivere io...
...è incredibile come ogni volta tu riesca a descrivere sentimenti e sensazioni in maniera semplice e non banale. So che detto così fa un effetto strano, ma è davvero una dote rara.
Una persona con cui parlare apertamente, senza che ci giudichi e sapendo che ci capirà, è un bene prezioso che si impara ad apprezzare nel momento in cui inizia a scarseggiare.
ulysses: deduco da questo tuo commento che mi aspetta un'altra immersione in un racconto avventuroso e foto mozzafiato... :)
enzo: grazie...
fabior: il tedesco non riesco davvero a farmelo piacere, ma all'inizio era cosi' anche per l'inglese. la passione vien studiando...
caty: :)
daniele: grazie anche a te, davvero.
Bello questo post..mi somiglia!
Ti ho trovato un pò per caso...
Anche io "emigrata" in un paese anglofono, l'australia...
A presto
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