L'altra sera e' venuta a cena una coppia di amici israeliani, che come noi si e' trasferita qui poco tempo fa. A un certo punto , si parlava di politica e lui fa
- In Italia c'e' Silvio Berlusconi, i giornali israeliani parlano sempre di lui.
- Ah si', e cosa dicono? Chiedo io.
- Silvio berlusconi e' un grande amico di Israele.
- Si' ma cosa dicono?
- Silvio berlusconi e' un grande amico di Israele.
- Si' ma cosa dicono?
Sorride paonazzo.
- Che e' un grande amico di Israele.
- E basta? Tutti i giorni? Dai, non mi offendo, parla.
- Che si e' fatto il lifting e poi che sua moglie si e' arrabiata e poi che e' ricchissimo e ha le televisioni e i giornali e poi...
Ci sono diverse persone che ogni tanto mi scrivono in privato. Questo avviene per svariati motivi, ma principalmente lo fanno quando hanno bisogno di un consiglio perche' stanno pensando di trasferirsi da queste parti. Ultimamente me ne sono arrivati diversi di questi messaggi, ma quello che mi ha colpito di piu', e' quello di una persona che sta concludendo un'esperienza all'estero e sta valutando se rimanerci in pianta stabile. Mi chiede cosa ne penso. Io. Gia' questo e' un po' assurdo, ma per quello che puo' contare gli ho risposto, come faccio con tutti. La sua email poi, bisogna dire, era davvero bella e appassionata. Diceva grossomodo che e' felice e soddisfatto li' dov'e' come non era in Italia e che certo ama l'Italia, ma che non ci si riconosce piu', ci vede accadere troppe ingiustizie.
"Me ne sto convincendo sempre di piu', sarebbe frustrante dopo aver studiato cose bellissime qui ritrovarmi in un posto dove si va nella direzione opposta (non leggermente diversa, no, opposta!) a ciò in cui credo"
Io gli ho risposto che capisco ovviamente, ma non credo trovera' mai un paese che lo rappresenti in tutto e per tutto. Nella vita secondo me, e' gia' tanto trovare una persona cosi'. Un paese e' una realta' troppo complessa fatta di troppe cose che sfuggono al nostro controllo. Gli ho risposto che siamo noi purtroppo che dobbiamo adattarci alla realta' che di volta in volta ci troviamo di fronte.
Gli ho risposto che penso che potra' vivere dignitosamente e rimanere chi e' in Italia o da qualunque altra parte. La differenza rispetto ai paesi che lui mi citava come possibili mete, e' che nella vita di tutti i giorni, economicamente, in Italia e' davvero dura. Per me, almeno, era dura, molto piu' che qua. E, trovo che, grandi ideali a parte, in una scelta del genere, la valutazione dei problemi quotidiani abbia un suo peso. Comunque, tutto ha un prezzo, sia rimanere che andare via. E' che vedo sempre piu' persone fra quelle che conosco propendere per la seconda ipotesi.
Voi cosa ne pensate? Cosa avreste consigliato a questa persona?
E' che a volte mi chiedo se davvero da dentro magari le cose non appaiano migliori di quello che si vede da fuori.
Un po' di giorni fa, per esempio, in macchina ascoltavo questo servizio sull'Italia e ho quasi avuto un infarto. E' breve se vi va di ascoltarlo. Parla dell'escalation dei crimini a sfondo raziale, di Alemanno, del cambiamento rispetto ai primi anni Novanta dove la gente andava a portare aiuto agli immigrati che sbarcavano sulle coste pugliesi. L'infarto piu' che altro era dovuto alla domanda finale:
L'Italia sta tornando al fascismo?
E ovviamente la risposta era negativa, ma solo l'idea che ci si ponga una domanda del genere sul mio paese, mi ha fatto accavallare quel famoso nervo che mi aveva dato problemi a meta' aprile.
dancin' fool
RispondiEliminaio non so. sono in momento piuttosto difficile, però a proposito delle "domande" che sembra assurdo ci si ponga in questo momento... è una questione piuttosto delicata e "spaventosa". ormai "qui" in tv si parla solo più in termini "gli italiani vogliono, gli italiani dicono"... ma questi "italiani" chi sono? le parole del cavaliere? tipo: ora "gli italiani vogliono il nucleare". ma chi gli ha chiesto un parere? mi pare nessuno. al referendum anni fa non lo volevano, mi pare. ma ora ogni giorno la battono col fatto che col nucleare "tutto si risolverà", come se poi l'energia si trasformasse a costo zero per la gente. e la gente ho paura che stia già dicendo "certo, il nucleare è la soluzione". perchè sappiamo come succede.e
questa è una tragedia. secondo me.
questa cosa del nucleare ad esempio io non l'avevo percepita da qui...
RispondiEliminae le intercettazioni? e l'alitalia? e rete 4?
RispondiEliminala francese: si, si, tutto il resto si' purtroppo...
RispondiEliminanon so più che pensare sai, in questo mondo, in quale mondo?
RispondiEliminadue secondi fa, tra blog ho incotrato Pessoa, e forse un po' aiuta...
"
Molti fiumi scorrono
verso molti mari.
Il mio pensiero è uno solo:
in quale di questi fiumi
potrebbe il mio cuore avere pace?
Due rive per ogni fiume.
Nessuna dove io possa vagare
sentendo i giunchi frantumarsi
e vedendo il fiume passare,
sebbene sembri fermo.
Forse c'è un altro
fiume, ma lontano in Me.
Lì potrò incontrare il Fratello
della mia eternità.
In quale Dio sarà?
"
(Fernando Pessoa)
grazie cara...
RispondiEliminaio avrei consigliato di non tornare, ma forse perchè io ho lasciato l'italia che la misura era ormai colma, anzi stracolma!
RispondiEliminadifficilissima domanda... le generalizzazioni mi fanno inorridire, da qualunque parte vengano, ed allora penso che un paese è più come uno strudel che come una Sachertorte: tanti strati difformi, con pezzetti di tutto, forse l'insieme un po' indigesto, ma si possono scartare i canditi o l'uvetta volendo, e godersi solo la vaniglia e la mela. La scahertorte è più omogenea, bella a vedersi, compatta sì, senza dubbi, ma poi - dopo i primi assaggi - riconosci subito i 3sapori-base, e lì non puoi scartare i pezzi, sono legati. e dopo un po' sazia.
RispondiEliminaMeglio lo strudel, apparentemente instabile e complesso, sembra non stare in piedi, ma in fondo multiforme e resistente nel tempo... da riutilizzre anche pucciato nel latte, dopo alcuni giorni.
Scusa il taglio gastronomico, ma stasera mi va così!! :-D
fabio r: quindi l'italia e' uno strudel?
RispondiEliminarecentemenet anche io ho ricevuto qualche email privata su questa voglia di emigrare. non e' facile rispondere anche perche dipende da caso a caso
RispondiEliminapluto: dipende tantissimo anche da dove si pensa di andare. anche all'interno degli usa, tutto puo' cambiare drasticamente da stato a stato
RispondiEliminaSecondo me vanno valutati bene i motivi per cui si vuole partire...io non credo che lasciare tutto faccia bene in ogni caso, i problemi spesso ti seguono e te li ritrovi anche di qua dall'oceano.
RispondiEliminaE` vero che lavorativamente le cose qui vanno molto meglio, pero` non sono sicura che, a lungo andare, la vita sia migliore in assoluto.
L'importante e` partire quando ce lo si sente, almeno un po'...ed essere pronti a tutto.
buongiorno cara!
RispondiEliminaanche io ho vissuto all'estero ma a Londra non troppo lontano da casa mia effettivamente, ma è vero che bisogna adattarsi in qualsiasi nazione perchè i problemi ci sono ovunque..ma credimi qui la situazione sta sfuggendo di mano a tutti..e non è questione di fascismo o meno ..è solo che c'è troppo menefreghismo e troppa falsità
comunque è sicuro che se in un paese ci nasci non è detto che questo sia quello dove ti trovi meglio..o almeno per me è così!
Bacione tesoro
Silvia
tutti continuano ad andare via. tutti quelli che ne vale la pena, che potrebbero dare una mano. un giorno mi sentirò sola e andrò via anche io.
RispondiEliminasi, l'italia è fascista perché solo i fascisti resteranno a vederla distruggere.
Combinazione stavo parlando pochi minuti fa con una collega dell'emigrare visto che una sua amica sta per partire per gli USA.
RispondiEliminaDicevamo che prima si fa, meglio è. Io da un lato vorrei fare l'esperienza di vivere all'estero, confrontarmi con un'altra cultura, un altro modo di pensare. Dall'altro penso a tutto ciò che mi lega all'Italia, alla mia famiglia, ai miei genitori divorziati e a mia mamma che è sola e pian pianino invecchia. E mi domando come potrei fare ad andarmene a mille milioni di Km di distanza e vederla solo un paio di volte all'anno. Credo che prima si emigra più è semplice. Si ha più capacità di adattamento e meno sensi di colpa nei confronti di chi resta. Non credo che trasferirsi definitivamente all'estero sia una scelta pianificabile a tavolino, secondo me si va in un posto si vede come ci si trova e poi si se si sta bene si mettono radici. Non esiste il paese perfetto, ovunque si troverà qualcosa con cui venire a compromessi e a cui adattarsi, sono d'accordo con te. L'unico modo per decidere, dopo aver soppesato dati oggettivi è guardarsi dentro e fare ciò che l'istinto ci detta (di solito funziona).
se avessi voluto dare una risposta appassionata, di quelle date 'di pancia', gli avrei detto di non tornare più. perché è ciò che penso accadrà anche a me.
RispondiEliminasono partita due anni e mezzo fa, quando ero già grande (o vecchia?), a 34 anni. quindi dopo avere preso una decisione ponderata e maturata in un anno di ricerche e riflessioni. quello che mi impediva di essere serena era la continua lotta del vivere quotidiano: spesso faticavo ad addormentarmi la sera, con la mente affollata di preoccupazioni. sentivo che non avevo via di scampo, e nonostante le grandi malinconie (la famiglia, gli amici, i luoghi), ho capito che dovevo essere un po' egoista e ricordarmi che di vita ne ho sempre e solo una.
nonostante le difficoltà della vita all'estero, ora mi sento davvero serena, e questo per me è già un traguardo. i problemi esistono anche in germania, ma è tutto molto stemperato. quando vado sui siti dei giornali italiani, improvvisamente mi sento così fortunata.
e come te, vivendo 'fuori' mi accorgo molto più chiaramente di come sia disastrosa la situazione 'dentro'. e mi chiedo ancora come (anche brave) persone possano votare certa gente, senza vedere il danno ulteriore che stanno facendo alla nostra povera italia.
e mi sento triste, terribilmente triste, pensando a tutto ciò.
bellissimo post, apre ad un sacco di riflessioni che ti lascio in ordine sparso:
RispondiElimina- ho sentito il servizio radiofonico, mi ha sorpreso ma non tantissimo ahimé. anni fa analizzando dati statistici da risposte a un questionario con i miei professori di sociologia scoprimmo un sentimento autoritarista (piu' che fascista) nei giovani romani, indipendentemente da destra e sinistra.
- sul primo ministro, e il parlare di Italia con persone di altre nazioni: io sono talmente critico nei confronti del nostro paese che praticamente rubo loro le possibili battute. ha il suo lato divertente, ma poi informo anche sul serio (però ne riparliamo, perché troppe persone quando fanno il collegamento italia=mafia sono ancora affascinate dalla favola del padrino marlon brando che ha il suo lato buono e dai soprano che riescono pure simpatici in tv).
- sulla scelta di andare all'estero e il trovare una "nicchia ecologica" che possa ospitare meglio una sensibilità, credo che hai perfettamente ragione. le considerazioni sulla qualità della vita che hai fatto sono essenziali e piene di spunti di riflessione. grandi idealismi e la possibilità economica di costruire qualcosa sono due estremi dello stesso concetto, che è qualità della vita, e in mezzo c'è il metodo in cui questo futuro si cotruisce. credo il nordeuropa sia molto piu' meritocratico, e consiglierei a tutti coloro che vogliono fare un'esperienza all'estero di esplorarlo come possibilità.
un abbraccio! eccemarco.
francesca: sono d'accordo. la prima cosa da fare per me e':
RispondiEliminapensarci fino allo sfinimento ed essere veramente sicuri che e' quello che si vuole.
bab: anche a me la cosa che colpisce e' sentire quanta gente sta andando via...
ginevra: non credo sia questione d'eta', ma di convinzione. e poi tenere presente che ogni volta che si parte non si sa mai cosa succede, la vita puo' cambiare radicalmente. anch'io pensavo di stare qui 2-3 anni e invece dopo un anno ho comprato una casa e non credo andro' via tanto presto, se mai lo faro'...
cowdog: anche a me e' successo qualcosa di simile. stare li' a scervellarsi su come pagare una casa o sul se ci si potra' mai permettere di avere dei figli, era un'ansia continua. qui ci sono tutti gli altri problemi della vita, ma almeno quelli riguardanti i bisogni piu' basilari sono stati subito eliminati.
eccemarco:quanto piacere mi hai fatto con questo commento...
Dopo aver letto il tuo post e i commenti ad esso correlati sto sicuramente peggio di prima. Forse dipende dal bisogno che abbiamo tutti di trovare dei punti fermi, sicuri, nel nostro girare per il mondo. Emanuela, credimi, la gran parte della gente che parla di lasciare l'Italia lo fa solo per un motivo: soldi-lavoro. Non è un motivo da poco ma per favore non nascondiamoci dietro l'alibi "ideologico" o peggio dietro la fantaletteratura di un ritorno al fascismo con annessa marcia su Roma. Semmai tu, con questo post, ci hai dato l'imput per discutere di cosa è l'Italia...e mi pare che abbiamo tutti le idee poco chiare (trovo questo veramente incredibile). Io dico la mia così il casino sarà completo. L'Italia è un insieme di contrade e regioni antichissime, da sempre divise con un solo grande momento unificatore: la croce di Cristo. E' un miscuglio, talvolta ben assortito, di storie l'un contro l'altre armate, di sottili e inutili "distinguo" e passioni che portano a campi di idee molto limitati. L'Italia ha una storia antichissima e una civiltà assoluta con la peculiarità, unica, di disconoscerle entrambe: memoria storica zero-storia al servizio delle ideologie 100.
RispondiEliminaE' molto difficile capire l'Italia da fuori perchè serve una chiave di lettura particolare e complessa e poi all'estero, diciamolo francamente signori, si divertono a fare con noi il tiro al piccione per motivi del tutto strumentali...e noi, coglioni, gli stiamo pure dietro. Insomma tutto il male nella penisola e il paradiso tutto oltre le Alpi?
L'Italia è il paese più vario e più bello del mondo, è il luogo del pianeta dove arte, bellezza, cultura e intelletto hanno fatto all'amore per più tempo. Se qualcuno vuole andarsene lo faccia in libertà e coscienza, lo faccia perchè ad una certà età è normale la voglia di volare via, lo faccia o a ragion veduta o per sfizio, lo faccia per prova o per caso...lo faccia e in bocca al lupo. Alla fine poi ci ricorderemo tutti di questo paese e della sua lingua. Un abbraccio Emanuela.
caro enzo, anche se il tuo bellissimo commento era rivolto in primis ad emanuela avrei un gran piacere a commentarlo e a riparlarne con te.
RispondiEliminase vuoi qui, oppure sul tuo blog?
emanuela: come era prevedibile il tuo bel post ha sollevato una discussione molto interessante! l'argomento di per se' e' un terreno accidentato e molto delicato... che dici, ampliamo? qui o altrove avrei un gran piacere ad approfondire
un abbraccio a tutti.
marco, studente italiano all'estero.
enzo: si, capisco e infatti non credo l'italia sia peggio di qualunque altro paese. penso che sicuramente vedendo certe contraddizioni soffriamo molto di piu' in quanto italiani. penso che soffriamo molto di piu' in quanto a conoscenza della sua bellezza e del suo potenziale.
RispondiEliminadetto questo, ti assicuro che purtroppo io tutta questa bellezza e qualita' di vita che alla fine e' rimasta purtroppo l'unico argomento alla portata degli strenui difensori dell'italianita', dove vivevo, a milano, non la vedevo. la sera tornavo a casa con la la gola che pizzicava e la faccia che veniva fuori nera a causa dell'inquinamento. era una vita caotica e incerta e soprattutto senza contatto con quello che e' la natura (ognuno ha le sue priorita', per me il contatto con la natura, e' una fondamentale).
immagino che se avessi avuto la possibilita' di assaporare e vivere i luoghi di cui scrivi spesso e che mi portano a tornare a leggerti, non avrei mai potuto lasciarli.
perche' poi sinceramente, chiamtemi eretica, ma io non credo piu' di tanto alle nazioni. credo alle persone. e ai posti.
e che ognuno dovrebbe essere facilitato a cercarsi le persone e i posti migliori per lui, che lo aiutino a vivere la vita soddisfacente e produttiva che TUTTI meritiamo.
grazie enzo per questo tuo intervento, come sempre ricco di spunti di riflessione.
per un errore, non appare l'indirizzo del blog di eccemarco, che se non si fosse capito, ha ispirato tutto questo discorso. e' nel mio blog roll, ma comunque ve lo ricordo:
RispondiEliminahttp://eccemarco.splinder.com/
si parla spesso di queste cose da lui e credo ancora di piu' prossimamente.
il suo e' un punto di vista interessante. studia lo sviluppo sostenibile in svezia ed e' a contatto con una miriade di stranieri e punti di vista differenti.
marco: quanto ad approfondire, in questi giorni sono davvero presa anch'io dallo studio, ma se ti va di proporre qualcosa da te, ti seguo a ruota :)
ECCEMARCO- Mi devo assentare qualche giorno per motivi di salute; al mio ritorno sarà un piacere per me discutere, dove vuoi, dell'argomento in questione.
RispondiEliminaterribile la situazione italiana... comunque io a roma ci sto bene.
RispondiEliminastone: magari anche bush, cosi' ce lo togliamo un po' dai piedi! ;)
RispondiEliminae ce lo appippate a noi! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
RispondiElimina:)
dancin' fool
RispondiEliminaio trovo tutti questi commenti molto belli, ognuno per suo verso.
concordo con nonsisamai (ultimi commenti rivolti a enzo, soprattutto) ma anche eccemarco e enzo stesso... forse capisco cosa intenda. forse, putroppo, non è così facile vedere le cose come lui, sempre e comunque (o dappertutto). ok, è confuso. ma vabè. se continua la discussione... naturalmente verrò a leggere.
;)
dancinfool: e' vero sono proprio belli, ognuno con la sua prospettiva.
RispondiEliminaera confuso, ma mi sa che comunque ho capito ;)