"Si e' vero vivo nel Far West - Nonno Gardner" e' un post vecchissimo, ma io ci sono molto affezionata perche' parla di legende e realta' e misteri. E soprattutto perche' mette in crisi le solite visioni romantiche preconfezionate di noi europei su queste zone.
Ci torno sopra perche' ho ricevuto in regalo una copia della famosa foto della mano nera della mamma di nonno Gardner.
La guardo e la riguardo, questa storia e' talmente affascinante.
Ah. E ovviamente, se un giorno, indagando, scoprissi il perche' di quella mano nera, non ve lo direi.
venerdì 30 maggio 2008
mercoledì 28 maggio 2008
lunedì 26 maggio 2008
what's with armadillos?
E cosi' abbiamo deciso di partire. Certe volte non importa tanto dove si va, ma il fatto di andare in se', il tentativo di introdurre un qualsivoglia elemento di novita' che possa fermare quella triste solfa, trita e ritrita, che sono stati i pensieri da troppi giorni ormai. In macchina per ore, strade dritte e cieli immensi, nuvole e armadilli morti - ne ho contati 14, sono il simbolo del Texas, ma mi domando se riusciro' mai a vederne uno vivo - ho cominciato a pensare al programma che ho visto ieri sera. Il tema era il perdono e si raccontava una storia che per me ha dell'inverosimile. C'e' questo tizio che viene fermato per una stupida infrazione stradale e si ritrova in arresto per omicidio di primo grado. Non importa quanto urli la sua innocenza, nessuno e' disposto ad ascoltarlo. Il giovane e ambizioso procuratore a cui e' stato affidato il caso lo vuole dietro le sbarre, e' lui il colpevole perfetto, non c'e' bisogno di ulteriori indagini. E cosi' infatti andarono le cose. All'inizio gli sembro' di impazzire, ma col tempo DeWayne McKinney prese una decisione destinata a cambiare il resto della sua vita: quella di usare l'ingiustizia subita a proprio vantaggio, di servirsi del tempo che gli stavano rubando per migliorare se stesso. Decise che se una cosa del genere gli era successa un motivo ci doveva pur essere, decise che forse in qualche modo ne aveva bisogno per capire chi era veramente oppure che se lo era meritato. Il percorso della sua mente e dei suoi sbagli lo aveva portato fino a quel punto, si convinse di questo. Un bel giorno, vent'anni dopo, il nome del vero colpevole venne fuori e lui fu finalmente scagionato. Quando venne risarcito con un milione di dollari tutti pensarono che avrebbe finito per bruciare quei soldi in un attimo, che il mondo era troppo diverso da quello che lui aveva lasciato fuori dal carcere vent'anni prima e che non avrebbe saputo tenere testa a tutti gli avvoltoi che avrebbero cominciato a girargli intorno. E invece ancora una volta DeWayne McKinney stupi' tutti e dimostro' di non essere affatto uno sprovveduto. Uso' quel denaro per aprire un'attivita' sua e ora e' un ricco imprenditore nel paradiso delle Hawaii che aiuta un sacco di altre persone.
Ma quello che piu' conta e' che ha capito e ha perdonato, al punto da essere riuscito ad aiutare quel procuratore che lo voleva in carcere a vita a ottenere un'importante carica pubblica, al punto da aver cercato di convincere altre persone della sua buona fede. Non un perdono cosi' tanto per dire, ma un vero perdono. E non e' che a vederlo, dai suoi occhi non traspaia tutta la sofferenza che ha subito nella vita, ma sembra tranquillo, in pace con il mondo, sorride.
Questo e' un caso esemplare, ma in fondo, pensavo, non abbiamo tutti qualcosina da perdonare alla vita? Come si fa a essere come lui? Dove si trova la forza per perdonare la vita o chi ce l'ha resa un inferno? Come si fa ad accettare quelo che ci capita?
Ascoltandolo, ho pensato che ci deve essere sempre una via per superare certe tragedie che inevitabilmente prima o poi toccano tutti. Io quella via per me ancora non la vedo, e' difficile perfino pensare che esista in questo momento. Ma sono convinta che se comprendero' profondamente che un modo c'e' e se faro' davvero mia l'idea che abbandonare il risentimento e la rabbia e cercare di staccarsi dal dolore per ricominciare a vedere tutto il buono che ancora ho intorno, fa parte di quella via, saro' comunque un giorno, una persona migliore.
Ma quello che piu' conta e' che ha capito e ha perdonato, al punto da essere riuscito ad aiutare quel procuratore che lo voleva in carcere a vita a ottenere un'importante carica pubblica, al punto da aver cercato di convincere altre persone della sua buona fede. Non un perdono cosi' tanto per dire, ma un vero perdono. E non e' che a vederlo, dai suoi occhi non traspaia tutta la sofferenza che ha subito nella vita, ma sembra tranquillo, in pace con il mondo, sorride.
Questo e' un caso esemplare, ma in fondo, pensavo, non abbiamo tutti qualcosina da perdonare alla vita? Come si fa a essere come lui? Dove si trova la forza per perdonare la vita o chi ce l'ha resa un inferno? Come si fa ad accettare quelo che ci capita?
Ascoltandolo, ho pensato che ci deve essere sempre una via per superare certe tragedie che inevitabilmente prima o poi toccano tutti. Io quella via per me ancora non la vedo, e' difficile perfino pensare che esista in questo momento. Ma sono convinta che se comprendero' profondamente che un modo c'e' e se faro' davvero mia l'idea che abbandonare il risentimento e la rabbia e cercare di staccarsi dal dolore per ricominciare a vedere tutto il buono che ancora ho intorno, fa parte di quella via, saro' comunque un giorno, una persona migliore.
lunedì 19 maggio 2008
la realta'
E cosi' arriva inaspettato anche il momento della tragedia.
E ti senti irrimediabilmente solo e, e' strano a dirsi, ma per la prima volta veramente lontano.
Nel giro di poco, pero', nello stordimento del dolore e dell'incredulita', realizzi due cose fondamentali. La prima e' che per fortuna non sei solo nemmeno dall'altra parte del mondo e la seconda e' che in fondo non importa poi molto perche' ovunque tu sia, in certi momenti sei solo.
E' questa la realta'.
E ti senti irrimediabilmente solo e, e' strano a dirsi, ma per la prima volta veramente lontano.
Nel giro di poco, pero', nello stordimento del dolore e dell'incredulita', realizzi due cose fondamentali. La prima e' che per fortuna non sei solo nemmeno dall'altra parte del mondo e la seconda e' che in fondo non importa poi molto perche' ovunque tu sia, in certi momenti sei solo.
E' questa la realta'.
giovedì 15 maggio 2008
incomunicabilita' e frustrazione
- What are you eating?
- Focaccia [la chiamano cosi' anche qui]
- Bread?
- No, focaccia
- But it seems bread
- No, it's focaccia
- Focaccia bread?
- No, just focaccia. Look... why don't you try?
- Mmm...yeah...It's bread
- Ok whatever
Nota a margine: ieri si e' ripetuta la stessa scena al contrario.
Ero io che chiedevo cosa stava mangiando e il navigato gastronomo cosi' rispondeva.
- Noki
- Japanese?
- No, it's like potato pasta
- Gnocchi?!
- Noki!
- Ok whatever
- Focaccia [la chiamano cosi' anche qui]
- Bread?
- No, focaccia
- But it seems bread
- No, it's focaccia
- Focaccia bread?
- No, just focaccia. Look... why don't you try?
- Mmm...yeah...It's bread
- Ok whatever
Nota a margine: ieri si e' ripetuta la stessa scena al contrario.
Ero io che chiedevo cosa stava mangiando e il navigato gastronomo cosi' rispondeva.
- Noki
- Japanese?
- No, it's like potato pasta
- Gnocchi?!
- Noki!
- Ok whatever
mercoledì 14 maggio 2008
del calcio e dei piccoli alienati, si fa per dire
Non sono una grande estimatrice dello sport nazionale, tutt'altro, ma credo di avere appena trovato il primo lato veramente positivo a livello sociale del calcio.
A scuola qui, quando portiamo i bambini a giocare con la palla ognuno deve avere la sua palla altrimenti e' un disastro. Non capiscono che e' molto piu' bello passarsela e giocare insieme, no. In teoria dovresti proprio spiegarglielo e poi osservare le espressioni stranite sulle loro faccette. Cosi' lasci perdere (perche' certe cose non si spiegano...) e te ne stai li' a guardare tutti questi bambinetti che giocano e corrono ognuno con la sua palla personale in mano.
A me fa sempre un po' impressione questa cosa qui.
In Italia invece, ai bambini anche piccoli come quelli della mia classe, viene naturale pensare che ci si puo' divertire di piu' condividendo la stessa palla, e alla fine e' anche un po' merito del calcio forse.
Il cortile, la palla e si va avanti per ore, in fondo e' uno sport semplicissimo.
A scuola qui, quando portiamo i bambini a giocare con la palla ognuno deve avere la sua palla altrimenti e' un disastro. Non capiscono che e' molto piu' bello passarsela e giocare insieme, no. In teoria dovresti proprio spiegarglielo e poi osservare le espressioni stranite sulle loro faccette. Cosi' lasci perdere (perche' certe cose non si spiegano...) e te ne stai li' a guardare tutti questi bambinetti che giocano e corrono ognuno con la sua palla personale in mano.
A me fa sempre un po' impressione questa cosa qui.
In Italia invece, ai bambini anche piccoli come quelli della mia classe, viene naturale pensare che ci si puo' divertire di piu' condividendo la stessa palla, e alla fine e' anche un po' merito del calcio forse.
Il cortile, la palla e si va avanti per ore, in fondo e' uno sport semplicissimo.
martedì 13 maggio 2008
quando e' troppo
Certe volte e' davvero troppo. La vita ti si rovescia addosso nel bene come nel male con una tale forza che non puoi fare altro che chiuderti in te stesso e cercare di trovare il bandolo di quel groviglio di emozioni che ti impedisce di ragionare e andare avanti. O anche solo di scrivere una riga. Quel groviglio da cui facilmente puo' uscire una lacrima di gioia o dolore, ma per ora mai nulla di sensato, nulla che faccia parte delle cose che conosci. E' un groviglio che ti fa aggrovigliare su te stesso e sulle risposte che nessuno ti puo' dare.
domenica 11 maggio 2008
follia (dei rapporti uomo - donna)
- Tu sei completamente matta!
- Io non sono matta!
- Beh, in effetti, tutto sommato possiamo dire che sei un 40 % matta...
- Sai che ti dico? Un po' di follia ci vuole nella vita, io trovo che sia assolutamente sano.
- Certo, il 40 % non e' male. Per essere una donna.
giovedì 8 maggio 2008
la modestia e il pensiero positivo sempre
Noto che spesso i miei studenti americani di italiano pensano di essere a un certo livello e poi invece mi accorgo che sono a un altro molto piu' basso. Cosi' anche nella vita di tutti i giorni, non so quante volte soprattutto quando il mio inglese era pessimo, mi e' capitato di sentire persone che dicevano di parlare spagnolo e poi quando felice cambiavo lingua si giustificavano imbarazzate dicendo che l'avevano studiato a scuola ed era da tanto che non lo parlavano. Ovviamente in inglese.
Insomma, pensavo che generalmente noi italiani invece siamo piu' modesti. Diciamo sempre di non palare una parola di inglese e invece poi cinque minuti dopo facciamo discorsi sui massimi sistemi lasciando l'interlocutore a bocca aperta.
Non so se questa degli americani sia superbia o solo un'altra manifestazione del loro ottimismo a dispetto di tutto.
Insomma, pensavo che generalmente noi italiani invece siamo piu' modesti. Diciamo sempre di non palare una parola di inglese e invece poi cinque minuti dopo facciamo discorsi sui massimi sistemi lasciando l'interlocutore a bocca aperta.
Non so se questa degli americani sia superbia o solo un'altra manifestazione del loro ottimismo a dispetto di tutto.
mercoledì 7 maggio 2008
il sapore del cappero
Spesso dall'altra parte del mondo, le cose piu' semplici del tuo vecchio quotidiano ti sono precluse, cosi' quando hai la fortuna di ritrovarle, magari per caso, finisci per apprezzarle come non avevi mai fatto prima. Questo succede un po' con tutto: musica, film, libri, ma soprattutto con i profumi e il cibo.
Ci sono delle cose che solo chi e' lontano da casa avverte.
O almeno immagino che sia cosi' perche' prima io non le avvertivo.
Il cappero, per esempio. A me non e' mai piaciuto il cappero, ma a casa mia e' sempre stato molto usato. Ogni volta mi toccava accantonarlo con cura in un angolino del piatto. Il sapore pero', evidentemente e' rimasto nella memoria.
Qualche giorno fa al supermercato mi sono imbattuta in un vasetto di capperi e, avendo amici italiani a cena, l'ho comprato soddisfatta. Anche a loro ha fatto piacere: qui i capperi sono una cosa piuttosto speciale, un po' esotica direi.
Non ne ho assaggiato nemmeno uno, ma mi e' bastato il profumo. Quando ho aperto il vasetto, in un attimo mi sono ritrovata in Salento.
Era un'altra sera delle mie infinite estati passate e passeggiavo per le stradine del centro storico di Lecce dove le piante di capperi crescono fra le fessure dei palazzi barocchi. Pensavo. Poi respiravo ancora piu' a fondo e mi ritrovavo improvvisamente in campagna. La nonna Cosimina passava ore, o almeno questa era la mia percezione, a raccogliere i capperi da un grosso cespuglio selvatico. Quando aveva finito se li metteva nel grembiule e si dirigeva verso casa. La ricordo sempre ricurva e con tutti i capelli bianchi e la "retina" per tenerli a posto.
Avevo dimenticato tutte queste cose e soprattutto quanto siano belli e profumati i fiori dei capperi.
I capperi. Chi l'avrebbe mai detto? Li ho sempre odiati io i capperi, o almeno cosi' credevo.
Per abitudine, per incapacita' di apprezzare quello che era a portata di mano e ora non lo e' piu'.
Mi viene da pensare che le cose piccole forse sono le uniche che contano veramente, quelle che poco alla volta scavano un solco dentro l'anima. E ti rendono la persona che sei.
Ci sono delle cose che solo chi e' lontano da casa avverte.
O almeno immagino che sia cosi' perche' prima io non le avvertivo.
Il cappero, per esempio. A me non e' mai piaciuto il cappero, ma a casa mia e' sempre stato molto usato. Ogni volta mi toccava accantonarlo con cura in un angolino del piatto. Il sapore pero', evidentemente e' rimasto nella memoria.
Qualche giorno fa al supermercato mi sono imbattuta in un vasetto di capperi e, avendo amici italiani a cena, l'ho comprato soddisfatta. Anche a loro ha fatto piacere: qui i capperi sono una cosa piuttosto speciale, un po' esotica direi.
Non ne ho assaggiato nemmeno uno, ma mi e' bastato il profumo. Quando ho aperto il vasetto, in un attimo mi sono ritrovata in Salento.
Era un'altra sera delle mie infinite estati passate e passeggiavo per le stradine del centro storico di Lecce dove le piante di capperi crescono fra le fessure dei palazzi barocchi. Pensavo. Poi respiravo ancora piu' a fondo e mi ritrovavo improvvisamente in campagna. La nonna Cosimina passava ore, o almeno questa era la mia percezione, a raccogliere i capperi da un grosso cespuglio selvatico. Quando aveva finito se li metteva nel grembiule e si dirigeva verso casa. La ricordo sempre ricurva e con tutti i capelli bianchi e la "retina" per tenerli a posto.
Avevo dimenticato tutte queste cose e soprattutto quanto siano belli e profumati i fiori dei capperi.
I capperi. Chi l'avrebbe mai detto? Li ho sempre odiati io i capperi, o almeno cosi' credevo.
Per abitudine, per incapacita' di apprezzare quello che era a portata di mano e ora non lo e' piu'.
Mi viene da pensare che le cose piccole forse sono le uniche che contano veramente, quelle che poco alla volta scavano un solco dentro l'anima. E ti rendono la persona che sei.
lunedì 5 maggio 2008
come un film
Vivendo qui, ancora oggi dopo un anno e mezzo, ogni tanto mi sento un po' come in un set cinematografico.
Ma voi, se la vostra vita potesse essere come un film, che film vorreste che fosse?
domenica 4 maggio 2008
una vacanza dai rincari sulla benzina
Ultimamente la questione al centro della campagna elettorale dei candidati democratici e' la politica economica. I due hanno manifestato in queste ultime settimane posizioni molto distanti. In particolar modo sul problema del prezzo della benzina. Hillary Clinton, come anche John McCain, propone una gas tax holiday, cioe' propone di non far pagare le tasse sulla bezina durante l'estate per far scendere i prezzi e dare respiro ai consumatori. Obama invece, e' fortemente contro questa misura. Ho ascoltato stamattina nel corso di due bei programmi (Meet the press e This week) entrambe le posizioni esposte dai candidati in persona e devo dire e' Obama quello che mi ha convinto. Spiegava che la sua decisione di non appoggiare questa misura e' dovuta all'esperienza. Spiegava che tento' qualcosa di simile in Illinois e che per tutta risposta le compagnie petrolifere aumentarono il prezzo della benzina, quindi i consumatori non ebbero nessun beneficio. Ora, forte dell'esperienza passata, non ha intenzione di ripetere lo stesso errore sebbene veda il disappunto della gente.
Si' perche' dovete tenere presente che qui la benzina in questi giorni costa circa $3.50 al gallone. Non sono brava in matematica ma, piu' o meno credo 75 cent. al litro (correggetemi pure se sbaglio). Considerate che quando io sono arrivata qui nel 2006 costava meno di un dollaro in meno e continua ad aumentare ogni settimana. La gente non parla d'altro. Per questo la proposta di Hillary mi sembra fortemente populista. Incalzata a fare il nome di almeno un economista che approvasse questa gas-tax holiday l'ho vista fortemente in imbarazzo e sostanzialmente incapace di rispondere. Obama invece, ha spiegato molto tranquillamente come non solo una sospensione temporanea della tassa sulla benzina non porterebbe vantaggi significativi a nessuno (se anche funzionasse si calcola che il risparmio potrebbe essere di circa 50 dollari nell'arco dell'estate), ma potrebbe addirittura bruciare posti di lavoro sottraendo denaro destinato alla costruzione di nuove infrastrutture.
Insomma, a me sembra che la posizione di Obama sia l'unica veramente sensata. Investire per la ricerca di risorse alternative, non dare un contentino che alla fine in realta' non risolve nulla.
Ci vuole coraggio a mettersi contro gli umori della gente, ma e' questo che un buon politico dovrebbe fare, no?
Spero che venga capito.
Se vi interessa la questione vi segnalo due articoli che parlano di questo argomento questo e questo.
Si' perche' dovete tenere presente che qui la benzina in questi giorni costa circa $3.50 al gallone. Non sono brava in matematica ma, piu' o meno credo 75 cent. al litro (correggetemi pure se sbaglio). Considerate che quando io sono arrivata qui nel 2006 costava meno di un dollaro in meno e continua ad aumentare ogni settimana. La gente non parla d'altro. Per questo la proposta di Hillary mi sembra fortemente populista. Incalzata a fare il nome di almeno un economista che approvasse questa gas-tax holiday l'ho vista fortemente in imbarazzo e sostanzialmente incapace di rispondere. Obama invece, ha spiegato molto tranquillamente come non solo una sospensione temporanea della tassa sulla benzina non porterebbe vantaggi significativi a nessuno (se anche funzionasse si calcola che il risparmio potrebbe essere di circa 50 dollari nell'arco dell'estate), ma potrebbe addirittura bruciare posti di lavoro sottraendo denaro destinato alla costruzione di nuove infrastrutture.
Insomma, a me sembra che la posizione di Obama sia l'unica veramente sensata. Investire per la ricerca di risorse alternative, non dare un contentino che alla fine in realta' non risolve nulla.
Ci vuole coraggio a mettersi contro gli umori della gente, ma e' questo che un buon politico dovrebbe fare, no?
Spero che venga capito.
Se vi interessa la questione vi segnalo due articoli che parlano di questo argomento questo e questo.
venerdì 2 maggio 2008
la fame
Oggi volevo scrivere della condizione della donna nella societa' contemporanea.
O al limite di quel tizio che proprio qui vicino ha cercato di incassare in banca un assegno da 360 miliardi di dollari e quando lo hanno scoperto ha detto che glielo aveva dato la suocera. Dovrei guardarlo un po' piu' spesso il telegiornale locale, e' uno spasso.
Ma poi stamattina e' successa una cosa all'asilo a cui non riesco a smettere di pensare.
Da qualche settimana e' arrivato in classe un bimbo nuovo. Malgrado sia poco piu' giovane degli altri sembra molto piu' piccolo. Ha difficolta' a controllare i suoi movimenti, a impugnare le forbici o anche solo a stare seduto sulla sedia per un paio di secondi di fila. Crea diversi problemi in classe, ma gli abbiamo subito voluto tutti moltissimo bene. A suo modo ci prova anche a stare al passo con gli altri. Non sappiamo molto di lui, tranne che e' stato adottato in Guatemala quando aveva 10 mesi. Io ho notato che ha una grossa cicatrice sulla gamba. Quello che colpisce di lui e' che e' sempre felice. Felice. Ha la gioia negli occhi ed e' entusiasta di essere a scuola qualunque cosa si faccia. Non fa altro che cercare il nostro contatto per rubare una carezza o un abbraccio. L'insegnante di ginnastica non riesce nemmeno a fare lezione perche' appena si sdraia per fare gli esercizi lui le salta letteralmente addosso. Sembra sempre affamato pero'. L'unico motivo per cui piange e' il rifiuto di dargli dell'altro cibo. Mangia come se si fosse dimenticato di avere appena mangiato, mangia in maniera compulsiva, e' impressionante.
Oggi ha mangiato tutto perfino i broccoli bolliti e ha anche leccato il piatto, e' stato complicato toglierglielo di bocca. E cosi' ho riportato l'accaduto a Ms. Guorton per capire come dovessi comportarmi perche' io non ho molta esperienza. Ecco, la spiegazione che mi ha dato mi ha lasciato senza parole. Lei pensa che probabilmente nell'orfanotrofio in cui si trovava abbia sofferto la fame e gli sia rimasto questo trauma. Ho obbiettato che ha lasciato quel posto quando aveva solo 10 mesi e lei mi ha detto che non c'e' nulla di strano, che i bambini hanno un fortissimo istinto di sopravvivenza per fortuna e che imparano subito a lottare per il cibo.
Questa cosa mi ha scioccato. Lo so che rischio di essere banale, ma non ci si pensa mai alla fame, al fatto che ci sono bambini che davvero muoiono di fame e non e' un modo di dire, finche' non se ne incontra uno.
Che la fame fosse qualcosa di indimenticabile lo avevo intuito solo guardando la mia nonna in cucina. Ancora oggi le sue polpette, le migliori per altro, sono tutto pan grattato e pochissima carne.
O al limite di quel tizio che proprio qui vicino ha cercato di incassare in banca un assegno da 360 miliardi di dollari e quando lo hanno scoperto ha detto che glielo aveva dato la suocera. Dovrei guardarlo un po' piu' spesso il telegiornale locale, e' uno spasso.
Ma poi stamattina e' successa una cosa all'asilo a cui non riesco a smettere di pensare.
Da qualche settimana e' arrivato in classe un bimbo nuovo. Malgrado sia poco piu' giovane degli altri sembra molto piu' piccolo. Ha difficolta' a controllare i suoi movimenti, a impugnare le forbici o anche solo a stare seduto sulla sedia per un paio di secondi di fila. Crea diversi problemi in classe, ma gli abbiamo subito voluto tutti moltissimo bene. A suo modo ci prova anche a stare al passo con gli altri. Non sappiamo molto di lui, tranne che e' stato adottato in Guatemala quando aveva 10 mesi. Io ho notato che ha una grossa cicatrice sulla gamba. Quello che colpisce di lui e' che e' sempre felice. Felice. Ha la gioia negli occhi ed e' entusiasta di essere a scuola qualunque cosa si faccia. Non fa altro che cercare il nostro contatto per rubare una carezza o un abbraccio. L'insegnante di ginnastica non riesce nemmeno a fare lezione perche' appena si sdraia per fare gli esercizi lui le salta letteralmente addosso. Sembra sempre affamato pero'. L'unico motivo per cui piange e' il rifiuto di dargli dell'altro cibo. Mangia come se si fosse dimenticato di avere appena mangiato, mangia in maniera compulsiva, e' impressionante.
Oggi ha mangiato tutto perfino i broccoli bolliti e ha anche leccato il piatto, e' stato complicato toglierglielo di bocca. E cosi' ho riportato l'accaduto a Ms. Guorton per capire come dovessi comportarmi perche' io non ho molta esperienza. Ecco, la spiegazione che mi ha dato mi ha lasciato senza parole. Lei pensa che probabilmente nell'orfanotrofio in cui si trovava abbia sofferto la fame e gli sia rimasto questo trauma. Ho obbiettato che ha lasciato quel posto quando aveva solo 10 mesi e lei mi ha detto che non c'e' nulla di strano, che i bambini hanno un fortissimo istinto di sopravvivenza per fortuna e che imparano subito a lottare per il cibo.
Questa cosa mi ha scioccato. Lo so che rischio di essere banale, ma non ci si pensa mai alla fame, al fatto che ci sono bambini che davvero muoiono di fame e non e' un modo di dire, finche' non se ne incontra uno.
Che la fame fosse qualcosa di indimenticabile lo avevo intuito solo guardando la mia nonna in cucina. Ancora oggi le sue polpette, le migliori per altro, sono tutto pan grattato e pochissima carne.
giovedì 1 maggio 2008
30 ed e' sempre piu' crisi
Io saro' anche in crisi per l'imminente compleanno e come dite saggiamente tutti quanti senza motivo, ma per la prima volta qualcuno mi ha detto sembri piu' giovane con questo nuovo taglio di capelli. Ma vi rendete conto?!
-Sembri piu' giovane?! Io?! No, forse non hai capito io sono giovane, ma pensa te.
Va bene confesso, in realta' ho detto solo grazie.
-Sembri piu' giovane?! Io?! No, forse non hai capito io sono giovane, ma pensa te.
Va bene confesso, in realta' ho detto solo grazie.
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