Ricordo che a sedici anni un mezzo fidanzatino un po' piu' grande di me mi riempiva di poesie e faceva tutto il tenebroso, non duro' nulla. Poi (mi pare a un karaoke) ho scoperto che scopiazzava tutto. Ma anche che ne so da Gianni Morandi. Una delusione. Poi le cose non sono andate per niente meglio con un poeta vero anni dopo. Pero' per lo meno nonostante come siano andate le cose fra noi, posso rileggere qualcosa che e' stato scritto per me e che e' bello e rimane tale a prescindere da tutto.
Chissa' se scopiazzava anche lui.
mercoledì 30 aprile 2008
martedì 29 aprile 2008
il mio piu' grande problema nella vita
- Secondo te qual e' il mio piu' grande problema nella vita?
- Non mi sembra che tu abbia problemi.
- Dai, sul serio, sono in crisi.
- Gia' e' vero. Il fatto che pensi sempre di avere qualche problema.
lunedì 28 aprile 2008
vite parallele
Saluto un amico quando sento una voce alle mie spalle Are you from Europe?
Mi volto e vedo una ragazza con un bellissimo sorriso, capelli lunghi e occhi scuri, incinta, molto incinta penso io stupidamente. E' Maya, mi racconta che e' arrivata a Dallas dall'Israele un anno fa. Che il mio accento le ha ricordato qualcuno che conosceva per questo mi ha chiesto e cominciamo a chiaccherare. Fitto fitto. Una conversazione piacevolissima e rara, di quelle in cui ci si sente subito in sintonia, in cui davvero ci si specchia nelle parole dell'altro pur senza conoscerlo. Mi dice le sue impressioni su questo paese, che poi sono piuttosto simili alle mie. Mi dice che il bambino nascera' fra due settimane e che in un anno la sua vita e' cambiata completamente, che non era mai stata qui prima di trasferircisi con Adi e che e' capitata l'occasione e l'hanno presa al volo. Abbassa lo sguardo Sai purtroppo nel mio paese non e' semplice. Dice che le manca la famiglia, ma a me sembra felice. Ripete che ci sono stati tanti cambiamenti, ma tutti positivi e sembra soprattutto grata per tutto quello che le sta succedendo. Un po' come mi sento io, che non scappo da un paese in guerra e non ho deciso di venire qui dall'oggi all'indomani, ma in un certo senso sono grata come lei di avere l'opportunita' di provare uno stile di vita diverso. Di essere tornata finalmente a pensare al futuro perche' davvero cominciavo a non riuscirci piu' sovrastata dalle contingenze della mia vita italiana. Da quando sono qui mi e' capitato di conoscere diverse persone in situazioni simili alla mia e ogni volta mi e' piaciuto confrontarmi, chiedere, rispondere, ma solo raramente ho sentito questa connessione, questa sensazione profonda di sapere davvero di cosa sta parlando l'altra persona.
E' bello pensare che chissa' dove nel mondo oppure proprio accanto a te, c'e' qualcuno che sta vivendo una vita diversissima, ma che scorre parallela alla tua, che si sente piu' o meno come te, che in quel momento anche senza conoscerti ti puo' capire meglio di chiunque altro. E' una cosa che aiuta, che fa sentire meno soli.
Adi mi ha spiegato l'origine del mio nome in ebraico, una bellissima spiegazione. Qui nessuno sa nemmeno pronunciarlo il mio nome. Poi mi ha raccontato che ha imparato a fare una pizza fenomenale e Maya l'ha guardato di traverso she's Italian e io gli ho spiegato che non tutti gli italiani sanno fare la pizza, che pero' sappiamo sempre come mangiarla.
Spero di rivederli.
Mi volto e vedo una ragazza con un bellissimo sorriso, capelli lunghi e occhi scuri, incinta, molto incinta penso io stupidamente. E' Maya, mi racconta che e' arrivata a Dallas dall'Israele un anno fa. Che il mio accento le ha ricordato qualcuno che conosceva per questo mi ha chiesto e cominciamo a chiaccherare. Fitto fitto. Una conversazione piacevolissima e rara, di quelle in cui ci si sente subito in sintonia, in cui davvero ci si specchia nelle parole dell'altro pur senza conoscerlo. Mi dice le sue impressioni su questo paese, che poi sono piuttosto simili alle mie. Mi dice che il bambino nascera' fra due settimane e che in un anno la sua vita e' cambiata completamente, che non era mai stata qui prima di trasferircisi con Adi e che e' capitata l'occasione e l'hanno presa al volo. Abbassa lo sguardo Sai purtroppo nel mio paese non e' semplice. Dice che le manca la famiglia, ma a me sembra felice. Ripete che ci sono stati tanti cambiamenti, ma tutti positivi e sembra soprattutto grata per tutto quello che le sta succedendo. Un po' come mi sento io, che non scappo da un paese in guerra e non ho deciso di venire qui dall'oggi all'indomani, ma in un certo senso sono grata come lei di avere l'opportunita' di provare uno stile di vita diverso. Di essere tornata finalmente a pensare al futuro perche' davvero cominciavo a non riuscirci piu' sovrastata dalle contingenze della mia vita italiana. Da quando sono qui mi e' capitato di conoscere diverse persone in situazioni simili alla mia e ogni volta mi e' piaciuto confrontarmi, chiedere, rispondere, ma solo raramente ho sentito questa connessione, questa sensazione profonda di sapere davvero di cosa sta parlando l'altra persona.
E' bello pensare che chissa' dove nel mondo oppure proprio accanto a te, c'e' qualcuno che sta vivendo una vita diversissima, ma che scorre parallela alla tua, che si sente piu' o meno come te, che in quel momento anche senza conoscerti ti puo' capire meglio di chiunque altro. E' una cosa che aiuta, che fa sentire meno soli.
Adi mi ha spiegato l'origine del mio nome in ebraico, una bellissima spiegazione. Qui nessuno sa nemmeno pronunciarlo il mio nome. Poi mi ha raccontato che ha imparato a fare una pizza fenomenale e Maya l'ha guardato di traverso she's Italian e io gli ho spiegato che non tutti gli italiani sanno fare la pizza, che pero' sappiamo sempre come mangiarla.
Spero di rivederli.
sabato 26 aprile 2008
tu sei come un libro aperto
- Tu invece sei come un libro chiuso a chiave. E comunque scritto in russo.
venerdì 25 aprile 2008
ma davvero in italia...
- Ma davvero in Italia non avete i tornado e i serpenti e i ragni velenosi e gli uragani?!
- E nemmeno gli alligatori e le formiche del fuoco.
- Ma allora e' un paradiso!
mercoledì 23 aprile 2008
a me mi piace
Ormai sapete quanto sia imbranata quando si tratta di catene blogosferiche, ma nonostante tutto continuate a passarmele. Quindi questa volta, invitata da ben tre carissimi blogamici Dancin'fool, Valeria Scrive e Claudio di Vive l'amour, mi sembra giusto cedere alla tentazione di lasciarmi incatenare anch'io. Piu' che altro perche' e' semplice e non compromettente, bisogna solo dire le sei cose che piu' ci piace fare.
1. Vivere con Mr. Johnson, sempre 24/7. Tranne quando dice che sposto le cose e non mi ricordo piu' dove le ho messe. Perche' si sappia: non e' vero, quello e' lui.
2. Viaggiare!! Sempre e soprattutto con lo stracitato Mr. Johnson, che' secondo me i viaggi migliori si fanno in due. Quando si e' in troppi bisogna sempre rinunciare a una parte dei propri programmi per accontentare gli altri. E poi si diventa chiassosi. A me piace esplorare in punta di piedi per non disturbare.
3. Mi piace stare in Salento per un mese d'estate e non pensare a niente.
E pensare a tutto.
Senza niente da fare tranne vivere.
4. Mi piace invitare gli amici a cena. E' sempre bello, ma con quelli che amano mangiare e bere di piu'.
5. Mi piace il primo sorso di birra. E un po' di tutto.
6. Mi piace contemplare, incantarmi davanti a qualcosa e fare andare la mente dove vuole. E poi qualche volta scriverne.
1. Vivere con Mr. Johnson, sempre 24/7. Tranne quando dice che sposto le cose e non mi ricordo piu' dove le ho messe. Perche' si sappia: non e' vero, quello e' lui.
2. Viaggiare!! Sempre e soprattutto con lo stracitato Mr. Johnson, che' secondo me i viaggi migliori si fanno in due. Quando si e' in troppi bisogna sempre rinunciare a una parte dei propri programmi per accontentare gli altri. E poi si diventa chiassosi. A me piace esplorare in punta di piedi per non disturbare.
3. Mi piace stare in Salento per un mese d'estate e non pensare a niente.
E pensare a tutto.
Senza niente da fare tranne vivere.
4. Mi piace invitare gli amici a cena. E' sempre bello, ma con quelli che amano mangiare e bere di piu'.
5. Mi piace il primo sorso di birra. E un po' di tutto.
6. Mi piace contemplare, incantarmi davanti a qualcosa e fare andare la mente dove vuole. E poi qualche volta scriverne.
martedì 22 aprile 2008
cambiare o no. ma se e' inevitabile almeno accettarlo
Pensavo che rispetto a qualche anno fa tutto sommato sono migliorata come persona. Il mio metro personale e' il grado di felicita' o almeno di serenita' di oggi rispetto a ieri. Mi sento piu' a posto con me stessa e con gli altri, piu' indipendente, sempre inquieta d'accordo, ma meno tormentata in un certo senso. E di conseguenza mi sembra di poter offrire qualcosa di piu' anche a chi mi sta vicino, di essere piu' disponibile e tollerante. Tutto bene, insomma. Pero' quanto e' difficile ammetterlo! Si' perche' ammetterlo significa dirsi sei cambiata, sei veramente cambiata, ma sara' davvero un bene poi? E' che devo dire che la vecchia me non mi dispiaceva: nonostante tutti i casini, la conosco molto meglio, mi e' piu' familiare, non vorrei dimenticarla sul fondo di un armadio come un vecchio maglione infeltrito.
Questa nuova invece? Chi e'? Da dove viene? Dove mi portera'?
Accidenti.
E' sempre la crisi dei 30 anni.
Sta diventando un dramma.
E mancano ancora due mesi.
Questa nuova invece? Chi e'? Da dove viene? Dove mi portera'?
Accidenti.
E' sempre la crisi dei 30 anni.
Sta diventando un dramma.
E mancano ancora due mesi.
lunedì 21 aprile 2008
le vostre passioni inconfessabili
Devo dire che nei commenti al post precedente vi siete davvero sbizzarriti, cosi' come mi e' stato suggerito da Verde, ecco la vostra Play List di canzoni e cantanti inconfessabili. Alcune sono inconfessabilissime anche per me mentre su altre non sono molto d'accordo, ma e' normale.
Ne avete dimenticata qualcuna?
Ne avete dimenticata qualcuna?
- George Michael
- Dance anni 70
- Popof
- Vattene amore di Mietta-Minghi
- "The look of love" degli ABC
- Pausini soprattutto "Baci che si rubano" e "Destinazione paradiso"
- "I don't feel like dancing" degli Scissor Sister
- Drops of Jupiter dei Train
- Craig David
- Tiziano Ferro
- Antonacci
- "Bisogna metterci la faccia" di Mario Venuti
- King of Convinience
- Rafaella Carra`
- R.E.M. "Shiny Happy People", "All the way to Reno" e "Leaving New York"
- "Angel" di Robbie Williams
- "Sally" cantata da Fiorella Mannoia
- "Word Up" nella versione di Mel B e Bitch della Etheridge
- Gli Stadio
- Ramazzotti
- "Eye in the sky" degli Alan Parsons Project
- "USA for Italy" degli Squallor
- "UFO Robot da Cucina" di Frank Tellina
- La sigla di Ken il Guerriero in versione integrale
- "Se telefonando" di Mina
- "Video kill the radio stars"
- "Africa" dei Toto
- Tozzi
- YMCA
- ABBA
- "Save The last dance"
- Raf
- Goo goo dolls, "Iris"
- "Mr. Jones" dei Counting Crows
- Jovanotti, "Ragazzo fortunato"
- "Meglio 'na canzone" di Silvio B. e Mariano Apicella
- "Slide along side" degli Shift
- "I will survive" di Gloria Gaynor
- "Serenata Rap" di Jovanotti
venerdì 18 aprile 2008
passioni inconfessabili
Ma voi non avete delle canzoni che adorate, pero' delle canzoni che magari non avete nell'iPod o su cd, ma quando le sentite vi scintillano gli occhi, anche se fate fatica ad ammetterlo perche' normalmente:
1. sono brutte
2. sono un po' insulse
3. sono di un cantante che odiate
4. sono completamente fuori moda?
E' venuto il momento dello sdoganamento. Coraggio, senza vergogna, nonsisamai vi ascolta :)
Ho studiato a fondo la questione in questi giorni e bisogna dire che ci sono due categorie principali di canzoni inconfessabili: quelle che ci rendono per un attimo felici e quelle che ci fanno piangere senza ritegno.
Per quanto riguarda la prima categoria, devo ammettere di avere da anni una passione insana per questa qui, Drops Of Jupiter dei Train. Se la passano alla radio canto, ovunque e comunque e mi dimentico di tutto, e' imbarazzante. Un'altra stupidissima che mi mette sempre di buon umore e' This Love dei Maroon Five. Loro sono pessimi, ma che ci posso fare! Poi c'e' l'ultima, Into the ocean dei Blue October che anche traducendola non ha veramente nessun senso, ma secondo me crea dipendenza, consultare il video con prudenza.
Per quanto riguarda la seconda categoria, assolutamente Quello che le donne non dicono di Fiorella Mannoia. Ma come si fa a non cantarla, magari quando sei in giro con le tue amiche dolcemente complicate sempre piu' emozionate? Fantastica. Poi ce n'e' una, You're Beautiful di James Blunt, che mi rattrista proprio con tutta questa storia di loro due che non avranno mai una possibilita' di conoscersi per colpa del destino cattivo, ma quella tristezza piacevole, non so se si capisce. E poi c'e' l'ultima, la meno confessabile, ebbene si'.
Un amico in piu' di Riccardo Cocciante. Sara' che la mia mamma lo ascoltava quando ero piccola e sono rimasta traumatizzata, non lo so, ma a me questa canzone (che non mi capita di sentire quasi mai per fortuna) e' una delle pochissime che mi fanno proprio piangere. E per di piu' fa piangere anche chi mi vede piangere, e' gia' successo, perche' pensandoci un momento tutti troviamo un motivo per piangere ascoltanto una canzone di Cocciante, o no?
E ora tocca a voi. Quali sono le vostre passioni inconfessabili?
Io, ormai lo sapete, non dico che dividerei una montagna, ma certamente andrei a piedi fino a Bologna.
Buon fine settimana!
1. sono brutte
2. sono un po' insulse
3. sono di un cantante che odiate
4. sono completamente fuori moda?
E' venuto il momento dello sdoganamento. Coraggio, senza vergogna, nonsisamai vi ascolta :)
Ho studiato a fondo la questione in questi giorni e bisogna dire che ci sono due categorie principali di canzoni inconfessabili: quelle che ci rendono per un attimo felici e quelle che ci fanno piangere senza ritegno.
Per quanto riguarda la prima categoria, devo ammettere di avere da anni una passione insana per questa qui, Drops Of Jupiter dei Train. Se la passano alla radio canto, ovunque e comunque e mi dimentico di tutto, e' imbarazzante. Un'altra stupidissima che mi mette sempre di buon umore e' This Love dei Maroon Five. Loro sono pessimi, ma che ci posso fare! Poi c'e' l'ultima, Into the ocean dei Blue October che anche traducendola non ha veramente nessun senso, ma secondo me crea dipendenza, consultare il video con prudenza.
Per quanto riguarda la seconda categoria, assolutamente Quello che le donne non dicono di Fiorella Mannoia. Ma come si fa a non cantarla, magari quando sei in giro con le tue amiche dolcemente complicate sempre piu' emozionate? Fantastica. Poi ce n'e' una, You're Beautiful di James Blunt, che mi rattrista proprio con tutta questa storia di loro due che non avranno mai una possibilita' di conoscersi per colpa del destino cattivo, ma quella tristezza piacevole, non so se si capisce. E poi c'e' l'ultima, la meno confessabile, ebbene si'.
Un amico in piu' di Riccardo Cocciante. Sara' che la mia mamma lo ascoltava quando ero piccola e sono rimasta traumatizzata, non lo so, ma a me questa canzone (che non mi capita di sentire quasi mai per fortuna) e' una delle pochissime che mi fanno proprio piangere. E per di piu' fa piangere anche chi mi vede piangere, e' gia' successo, perche' pensandoci un momento tutti troviamo un motivo per piangere ascoltanto una canzone di Cocciante, o no?
E ora tocca a voi. Quali sono le vostre passioni inconfessabili?
Io, ormai lo sapete, non dico che dividerei una montagna, ma certamente andrei a piedi fino a Bologna.
Buon fine settimana!
giovedì 17 aprile 2008
proprio cosi'
- Sai cos'e'? Io penso che sia timido. Ma si', e' per questo che mi evita e non mi rivolge mai la parola, altrimenti come si spiega? Con gli altri spara una battuta al secondo...
- Ema - no offense - lo conosco bene e secondo me non ti parla perche' non gli sembri interessante.
- Ah.
mercoledì 16 aprile 2008
le conseguenze del tornado
La mattina dopo il tornado mi sono alzata come sempre prestissimo per andare al lavoro. E' difficile spiegare la sensazione. Ero ancora abbastanza agitata e non sapevo benissimo che notizie aspettarmi o che danni avrei visto in giro. Mi ha colpito, invece, la quiete dopo la tempesta. A parte qualche albero spezzato, tutto sembrava tranquillissimo, poco traffico. Tutti sembravano procedere con calma, il cielo era chiaro e l'aria limpida. Nessuno aveva dormito quella notte, eppure a scuola sembravamo tutti in ottima forma. Proprio la sera prima del tornado pensavo a quanto mi senta stanca in questo periodo, anche fisicamente e invece all'improvviso mi sentivo di nuovo a mille, tanto e' vero che dopo un sacco quel giorno sono andata a correre, dovevo in qualche modo usare tutta quell'energia che non mi faceva stare ferma un secondo. Sara' stata l'adrenalina o la forza della natura, la paura. Non lo so, non mi era mai capitato. Pero' dopo il tornado per alcune ore ho avvertito qualcosa di nuovo nell'aria.
martedì 15 aprile 2008
lunedì 14 aprile 2008
parliamo d'altro, va
Mentre continuo a fare del mio meglio per non pensare che domattina potrei svegliarmi con qualche strana notizia dall'Italia, rispondo alle vostre richieste di chiarimenti riguardo alla questione della casa, per lo meno per come la interpreto io qui in questa zona degli Stati Uniti.
Per noi italiani, la casa e' qualcosa di immobile ed eterno. Compriamo in genere una casa o al massimo due credo, nell'arco di tutta una vita e quella e' la nostra casa con la "C" maiuscola, un luogo che non e' solo fisico, ma soprattutto spirituale. Un luogo che parla di noi e della nostra vita e che viene caricato di significati profondi e non solo materiali. Non ci immaginiamo mai che qualcosa di male succeda alla nostra casa, anzi la casa e' vista come rifugio per eccellenza. In Italia normalmente, le case durano parecchio.
Qui in parte e' cosi', ma non completamente. La gente, nell'arco della vita, trasloca moltissime volte anche percorrendo grandi distanze e nessuno ci trova nulla di particolarmente drammatico. Si segue il lavoro. E' naturale, o almeno cosi' mi sembra di capire in base alle mie conoscenze, che si finisca per vendere la propria casa, magari anche nel giro di poco tempo e ricominciare tutto altrove. Vedo che qui in caso di disastri naturali, purtroppo abbastanza frequenti, la gente in genere non si strappa i capelli per la casa andata distrutta: si guarda intorno, vede che la propria famiglia sta bene e si rimbocca le maniche per ricostruire.
A me sembra un atteggiamento molto diverso dal nostro, dovuto sia a differenze naturali che culturali rispetto all'Italia. Io personalmente, ancora non riesco a sentire la mia casa qui, la prima che abbia mai avuto, con distacco. Per me ha tutto il valore sentimentale che avrebbe se fosse in Italia e l'altro giorno quando c'e' stato il tornado, ne ho avuto la conferma.
Per noi italiani, la casa e' qualcosa di immobile ed eterno. Compriamo in genere una casa o al massimo due credo, nell'arco di tutta una vita e quella e' la nostra casa con la "C" maiuscola, un luogo che non e' solo fisico, ma soprattutto spirituale. Un luogo che parla di noi e della nostra vita e che viene caricato di significati profondi e non solo materiali. Non ci immaginiamo mai che qualcosa di male succeda alla nostra casa, anzi la casa e' vista come rifugio per eccellenza. In Italia normalmente, le case durano parecchio.
Qui in parte e' cosi', ma non completamente. La gente, nell'arco della vita, trasloca moltissime volte anche percorrendo grandi distanze e nessuno ci trova nulla di particolarmente drammatico. Si segue il lavoro. E' naturale, o almeno cosi' mi sembra di capire in base alle mie conoscenze, che si finisca per vendere la propria casa, magari anche nel giro di poco tempo e ricominciare tutto altrove. Vedo che qui in caso di disastri naturali, purtroppo abbastanza frequenti, la gente in genere non si strappa i capelli per la casa andata distrutta: si guarda intorno, vede che la propria famiglia sta bene e si rimbocca le maniche per ricostruire.
A me sembra un atteggiamento molto diverso dal nostro, dovuto sia a differenze naturali che culturali rispetto all'Italia. Io personalmente, ancora non riesco a sentire la mia casa qui, la prima che abbia mai avuto, con distacco. Per me ha tutto il valore sentimentale che avrebbe se fosse in Italia e l'altro giorno quando c'e' stato il tornado, ne ho avuto la conferma.
venerdì 11 aprile 2008
nonsisamai e il tornado di ieri notte
L'altroieri durante una tempesta, Mr. Johnson altrimenti detto Uomo Radar, mi aveva impedito di farmi una doccia perche' sosteneva che era pericoloso. Pare che se un fulmine colpisce una di quelle torri dell'acqua che ci sono qua e in quel momento sei sotto l'acqua, muori, ed e' gia' successo. Non e' che non gli credessi, ma pensavo fosse un eccesso di prudenza, anche un po' ridicolo se vogliamo. Venire colpiti da un fulmine a casa, una possibilita' quantomeno remota, dicevo. Ieri sera abbiamo avuto un'altra piccola discussione a riguardo. Il tempo era ancora brutto, ma non esageratamente e lui voleva tenere accesa la radio (una radio speciale che e' sempre sintonizzata sulle previsioni del tempo e che si accende automaticamente se si avvicina un tornado). Io mi sono opposta perche' non volevo essere svegliata nel cuore della notte per un falso allarme dal momento che li' per li' non sembrava ci fosse nessun pericolo. Per di piu' questa e' proprio la stagione dei tornado e ci sono violenti temporali mediamente un paio di volte alla settimana, ma di solito non succede nulla. Invece aveva ragione lui perche' un tornado in circostanze del genere si puo' formare nel giro di pochi istanti ed e' proprio quello che e' successo. Non so quante volte gli ho chiesto scusa per la mia superficialita'.
Siamo stati svegliati ieri notte alle tre e mezza dlla sirena della citta' che e' tipo quella che si sente nei film di guerra prima dei bombardamenti. Un piccolo tornado, cosi' lo chiamava qualcuno oggi, era vicinissimo a casa nostra. E' stata un'esperienza spaventosa. Ci siamo alzati immediatamente. Mancava l'elettricita', ma ci siamo vestiti in un secondo, ci siamo messi le scarpe, siamo andati a prendere i cani e ci siamo chiusi tutti nel bagno della camera da letto, che e' la nostra stanza piu' sicura in casi del genere (tutte le case hanno almeno una stanza 'sicura'). La cosa piu' agghiacciante era il rumore, roba che sbatteva sui vetri e poi fulmini e tuoni non in sequenza come nei temporali normali, ma in un continuo come se si sovrapponessero. Poi stare li' al buio con la radio che continuava a ripetere che era un'emergenza, di stare lontano dalle finestre e cercare un riparo. Io che, sembra assurdo, ma a causa del panico ho realizzato che mancava la luce solo quando si e' riaccesa da sola. La radio diceva che il vento soffiava a 70 miglia orarie e io pensavo che il limite in autostrada e' 60. Suppongo che siamo rimasti chiusi li' dentro solo per una decina di minuti, ma interminabili con la luce dei lampi che passava dalla piccola fessura sotto la porta.
Oggi tutti ovunque qui non parlavano d'altro. Si raccontava di una casa che e' stata spostata dal tornado di tre metri, proprio tutta la casa, storie di tornado.
Qui c'e' qualche foto se vi interessa. L'evento che definirei quasi miracoloso e' che, a parte molti danni, non c'e' stata nessuna vittima. E noi, fatta eccezione per un grosso ramo spezzato di uno degli altissimi alberi davanti a casa, non abbiamo avuto nessun problema, mentre c'e' un sacco di gente qui vicino che ancora e' senza corrente.
Insomma, e' stata un'esperienza incredibile, molto piu' dell'anno scorso, forse anche proprio perche' ora abbiamo una casa qui ed e' vero che bisognerebbe solo pensare a salvarsi la pelle, ma immaginare la propria casa distrutta da un tornado e' davvero al di sopra delle mie forze. Non come questi americani che gli crolla la casa e semplicemente la ricostruiscono, discorso lunghissimo anche questo dell'idea di 'casa' qui e in Italia, un'altra volta magari.
Pero' sono entusiasta. Innanzitutto perche' non e' successo nulla di grave e poi perche' ho scoperto una serie di cose fondamentali, come il concetto di quiete dopo la tempesta e un paio di altre cose che cerchero' di tenere a mente. Dopo ventiquattro ore, l'adrenalina e' ancora li' al pensiero, ma appena passa mi fermo un momento a riflettere su quello che ho imparato, potrebbe essermi molto utile dal momento che ora devo fare i conti tutti i giorni con la natura selvaggia di questo pazzo pazzo Texas.
Siamo stati svegliati ieri notte alle tre e mezza dlla sirena della citta' che e' tipo quella che si sente nei film di guerra prima dei bombardamenti. Un piccolo tornado, cosi' lo chiamava qualcuno oggi, era vicinissimo a casa nostra. E' stata un'esperienza spaventosa. Ci siamo alzati immediatamente. Mancava l'elettricita', ma ci siamo vestiti in un secondo, ci siamo messi le scarpe, siamo andati a prendere i cani e ci siamo chiusi tutti nel bagno della camera da letto, che e' la nostra stanza piu' sicura in casi del genere (tutte le case hanno almeno una stanza 'sicura'). La cosa piu' agghiacciante era il rumore, roba che sbatteva sui vetri e poi fulmini e tuoni non in sequenza come nei temporali normali, ma in un continuo come se si sovrapponessero. Poi stare li' al buio con la radio che continuava a ripetere che era un'emergenza, di stare lontano dalle finestre e cercare un riparo. Io che, sembra assurdo, ma a causa del panico ho realizzato che mancava la luce solo quando si e' riaccesa da sola. La radio diceva che il vento soffiava a 70 miglia orarie e io pensavo che il limite in autostrada e' 60. Suppongo che siamo rimasti chiusi li' dentro solo per una decina di minuti, ma interminabili con la luce dei lampi che passava dalla piccola fessura sotto la porta.
Oggi tutti ovunque qui non parlavano d'altro. Si raccontava di una casa che e' stata spostata dal tornado di tre metri, proprio tutta la casa, storie di tornado.
Qui c'e' qualche foto se vi interessa. L'evento che definirei quasi miracoloso e' che, a parte molti danni, non c'e' stata nessuna vittima. E noi, fatta eccezione per un grosso ramo spezzato di uno degli altissimi alberi davanti a casa, non abbiamo avuto nessun problema, mentre c'e' un sacco di gente qui vicino che ancora e' senza corrente.
Insomma, e' stata un'esperienza incredibile, molto piu' dell'anno scorso, forse anche proprio perche' ora abbiamo una casa qui ed e' vero che bisognerebbe solo pensare a salvarsi la pelle, ma immaginare la propria casa distrutta da un tornado e' davvero al di sopra delle mie forze. Non come questi americani che gli crolla la casa e semplicemente la ricostruiscono, discorso lunghissimo anche questo dell'idea di 'casa' qui e in Italia, un'altra volta magari.
Pero' sono entusiasta. Innanzitutto perche' non e' successo nulla di grave e poi perche' ho scoperto una serie di cose fondamentali, come il concetto di quiete dopo la tempesta e un paio di altre cose che cerchero' di tenere a mente. Dopo ventiquattro ore, l'adrenalina e' ancora li' al pensiero, ma appena passa mi fermo un momento a riflettere su quello che ho imparato, potrebbe essermi molto utile dal momento che ora devo fare i conti tutti i giorni con la natura selvaggia di questo pazzo pazzo Texas.
giovedì 10 aprile 2008
sul serio
Ci sono un paio di persone che mi stavano piu' simpatiche quando non capivo tutto quello che dicevano.
mercoledì 9 aprile 2008
ingarbugliamoci
Vorrei ritornare sul post precedente perche' l'ho riletto e mi sembra di essermi spiegata maluccio riguardo alla frase "io ho piu' o meno sempre fatto cosi', me ne sono andata quando cominciava a girare male". Cosi' fuori contesto, rileggendola mi e' venuta in mente un'immagine tipo fuga dalla nave che affonda invece.
Io volevo dire che.
(Ci provo ma e' un casino)
La vita e' bella. Cioe' puo' essere bella, non dico felice e perfetta, ma bella si' e allora io mi sono sempre scelta di vivere, o almeno ci ho provato, cose belle sia nel lavoro che nella vita privata. Non solo cose che mi assicurassero un qualunque tornaconto o che pensassi potessero necessariamente durare per sempre, ma cose esteticamente interessanti, se cosi' si puo' dire. Quando mi sono accorta che queste cose cominciavano a non essere piu' belle, a essere squallide soprattutto, ogni volta che ho potuto me ne sono tirata fuori non per egoismo o opportunismo, ma per senso estetico, se mi passate l'espressione. E' in questo quadro che possiamo inserire anche la passione per gli addii di cui si chiaccherava qui una volta. Uccidono una parte di noi, ma ci tengono allo stesso tempo vivi e lontani dal lento stillicidio di certe relazioni.
Lasciare una situazione quando ancora non la odi, ma continua a emozionarti, e' doloroso, ma positivo se pensi che sia destinata a spegnersi lentamente. In questi casi poi, quando ci si guarda indietro non si pensa tanto di avere sofferto credo, ma di avere vissuto qualcosa di bello dall'inizio alla fine. Ovviamente pero', come si diceva, pare che a volte si debba rimanere no matter what.
Si capisce?
Boh.
Stanchezza, malinconia e abuso semi-criminale del termine "bello".
E' c'e' anche una tempesta fortissima stasera. Fulmini e saette. E antifurti impazziti. Semplicemente il Texas.
Io volevo dire che.
(Ci provo ma e' un casino)
La vita e' bella. Cioe' puo' essere bella, non dico felice e perfetta, ma bella si' e allora io mi sono sempre scelta di vivere, o almeno ci ho provato, cose belle sia nel lavoro che nella vita privata. Non solo cose che mi assicurassero un qualunque tornaconto o che pensassi potessero necessariamente durare per sempre, ma cose esteticamente interessanti, se cosi' si puo' dire. Quando mi sono accorta che queste cose cominciavano a non essere piu' belle, a essere squallide soprattutto, ogni volta che ho potuto me ne sono tirata fuori non per egoismo o opportunismo, ma per senso estetico, se mi passate l'espressione. E' in questo quadro che possiamo inserire anche la passione per gli addii di cui si chiaccherava qui una volta. Uccidono una parte di noi, ma ci tengono allo stesso tempo vivi e lontani dal lento stillicidio di certe relazioni.
Lasciare una situazione quando ancora non la odi, ma continua a emozionarti, e' doloroso, ma positivo se pensi che sia destinata a spegnersi lentamente. In questi casi poi, quando ci si guarda indietro non si pensa tanto di avere sofferto credo, ma di avere vissuto qualcosa di bello dall'inizio alla fine. Ovviamente pero', come si diceva, pare che a volte si debba rimanere no matter what.
Si capisce?
Boh.
Stanchezza, malinconia e abuso semi-criminale del termine "bello".
E' c'e' anche una tempesta fortissima stasera. Fulmini e saette. E antifurti impazziti. Semplicemente il Texas.
lunedì 7 aprile 2008
n.b. costanza non e' solo un nome proprio
Ammettiamolo: l'asilo mi ha stufato. E' stata un'avventura fantastica, ma sono finiti i tempi dell'entusiasmo, i lunedi' mattina in cui ero ansiosa di andare a vedere cosa sarebbe successo di nuovo. Di cose nuove ne succedono ogni giorno, ma per quanto mi riguarda il cerchio si e' chiuso. Missione compiuta. Attraverso il metodo della liberta' di Ms. Whorton, quei bimbi sono passati da piccoli selvaggi scalmanati a piccole persone in grado di scegliere molte cose da soli. Ho osservato e imparato tutto quello che potevo in ogni ambito, mi basta cosi'. E' che non sono una maestra, c'e' poco da fare. A me interessava vedere il processo, i frutti li lascio raccogliere volentieri a chi verra' dopo di me. Sono capitata li' per caso ed e' stato bello, ma ora vorrei solo salutare e andare a fare le cose che mi interessano adesso.
E soprattutto diciamolo: ho disperatamente voglia di tornare all'adult talking.
Ovviamente non posso, c'e' un contratto e una parola data, e lo so che e' giusto cosi', ma oggi sono di malumore perche' sono un'impaziente e quando mi stanco di una cosa vorrei solo passare alla successiva.
Dice che ci vuole costanza nella vita, ma dove si trova questa cosa qui?
E poi non sarebbe meglio lasciare le cose prima che si deteriorino?
Non dico solo in questa situazione, proprio in generale.
Io ho piu' o meno sempre fatto cosi', me ne sono andata quando cominciava a girare male, ma dice che crescere vuol anche dire rimanere.
E vediamo di imparare a rimanere allora.
E soprattutto diciamolo: ho disperatamente voglia di tornare all'adult talking.
Ovviamente non posso, c'e' un contratto e una parola data, e lo so che e' giusto cosi', ma oggi sono di malumore perche' sono un'impaziente e quando mi stanco di una cosa vorrei solo passare alla successiva.
Dice che ci vuole costanza nella vita, ma dove si trova questa cosa qui?
E poi non sarebbe meglio lasciare le cose prima che si deteriorino?
Non dico solo in questa situazione, proprio in generale.
Io ho piu' o meno sempre fatto cosi', me ne sono andata quando cominciava a girare male, ma dice che crescere vuol anche dire rimanere.
E vediamo di imparare a rimanere allora.
venerdì 4 aprile 2008
una storia di tante storie
Era una sera d'inizio estate di diversi anni fa e l'avevamo passata quasi tutta all'aperto a bere, a chiaccherare e ascoltare musica con l'amico chitarrista piombato all'improvviso dall'Irlanda. Verso la fine lui disse che avrebbe voluto andare in un certo locale sui Navigli a incontrare un'altra amica di Milano, cosi' alcuni andarono via, ma io lo seguii. Era un tale piacere averlo vicino per una volta che tornare gia' a casa sembrava un peccato. E poi si stava talmente bene fuori. Di quella serata ricordo soprattutto questo, che l'aria era nuova dopo il lungo inverno e che mi sentivo un po' osservata dalla sua amica. Parlammo per pochi minuti e sapevo che in qualche modo mi stava esaminando, ma stranamente la cosa non mi infastidiva perche' di cose in comune pareva ne avessimo diverse e quello avrebbe potuto anche essere magari l'inizio di una bella amicizia da parte mia. Ma come spesso accade in questi casi, non se ne fece nulla e ci perdemmo di vista. Passarono diversi mesi e arrivo' il giorno della discussione della mia tesi. Una sorta di fantasma si aggirava per i corridoi della Statale in preda all'ansia, era lei, la riconobbi subito. Ci laureavamo lo stesso giorno, a distanza di pochi minuti, con una tesi piuttosto simile. Noi due diverse come il giorno e la notte: io con uno stuolo di parenti e amici rumorosi da ogni dove e lei da sola con sua madre, pallida e silenziosa. Ci scambiammo forse un in bocca al lupo distratto nella concitazione del momento e ci perdemmo di vista un'altra volta. Dopo alcuni mesi, in un altro momento piuttosto cruciale per me, al colloquio per il mio primo lavoro dopo la laurea, la incontrai un'altra volta e a quel punto fu tecnicamente impossibile evitarci. Non conoscevamo nessuno e, entrambe spaesate familiarizzammo subito fra noi.
Per quel lavoro poi fummo prese entrambe e nacque una grandissima amicizia, di quelle in cui ti specchi nell'altra persona e soffri per lei e sei felice per lei e ti arrabbi quando sbaglia e poi ci sta male, ma ti rendi conto che i suoi difetti e la sua follia sono proprio il suo bello. Ci siamo viste quasi tutti i giorni per un paio d'anni o piu', finche' io non mi sono trasferita qui.
Un pomeriggio, dopo essere andate a vedere una mostra, la invitai da me. Ci facemmo un te' e le mostrai le foto di quando vivevo in Spagna anni prima. Anche lei aveva studiato li', un anno prima di me e proprio li' entrambe avevamo conosciuto il famoso amico irlandese che ci aveva presentato. Guardavamo una sua foto venuta male quando la vidi trasalire e non capii. Nella foto si vedeva solo lui da lontano che cantava e suonava sotto al solito arco vicino alla cattedrale e in primo piano due sconosciuti di spalle. Uno dei due sconosciuti era lei. Non sapeva nemmeno quando l'avessi scattata quella foto, ma riconobbe le sue scarpe. La faccenda non mi convinse molto, quelle scarpe ce le ha un sacco di gente, mi ricorderei di te, poi quella era una sera speciale l'ultima a Santiago, ce l'ho impressa nella mente come un film, tu non hai idea ogni particolare, mi ricorderei di te!
A quel punto sorrise e mi indico' i suoi piedi. Indossava proprio quelle stesse scarpe, credo le abbia ancora.
Quando si ha l'impressione di conoscersi da sempre.
Per quel lavoro poi fummo prese entrambe e nacque una grandissima amicizia, di quelle in cui ti specchi nell'altra persona e soffri per lei e sei felice per lei e ti arrabbi quando sbaglia e poi ci sta male, ma ti rendi conto che i suoi difetti e la sua follia sono proprio il suo bello. Ci siamo viste quasi tutti i giorni per un paio d'anni o piu', finche' io non mi sono trasferita qui.
Un pomeriggio, dopo essere andate a vedere una mostra, la invitai da me. Ci facemmo un te' e le mostrai le foto di quando vivevo in Spagna anni prima. Anche lei aveva studiato li', un anno prima di me e proprio li' entrambe avevamo conosciuto il famoso amico irlandese che ci aveva presentato. Guardavamo una sua foto venuta male quando la vidi trasalire e non capii. Nella foto si vedeva solo lui da lontano che cantava e suonava sotto al solito arco vicino alla cattedrale e in primo piano due sconosciuti di spalle. Uno dei due sconosciuti era lei. Non sapeva nemmeno quando l'avessi scattata quella foto, ma riconobbe le sue scarpe. La faccenda non mi convinse molto, quelle scarpe ce le ha un sacco di gente, mi ricorderei di te, poi quella era una sera speciale l'ultima a Santiago, ce l'ho impressa nella mente come un film, tu non hai idea ogni particolare, mi ricorderei di te!
A quel punto sorrise e mi indico' i suoi piedi. Indossava proprio quelle stesse scarpe, credo le abbia ancora.
Quando si ha l'impressione di conoscersi da sempre.
giovedì 3 aprile 2008
parliamone
Avete mai provato ad avere un'amica bella? Ma bella bella che potresti pensare che fa l'attrice o la modella. Ecco io da un po' di tempo ce l'ho un'amica cosi', per di piu' una bellezza molto nordica, per niente 'italiana' che a me sembra molto esotica, ma qui credo sia abbastanza comune. Mi interrogavo su quanto la sua bellezza influisca sul nostro rapporto e tutto quello che dice. Ci conosciamo oramai da piu' di un anno, ma non abbiamo ancora un rapporto davvero profondo per cui porto esempi superficialissimi. Quando si va insieme a far shopping e chiede duecento volte come sto? pur sapendo - ma si, secondo me lo sa - che le sta tutto bene, anche le cose piu' ridicole e non capisci se scherza. Quando le dici che vuoi metterti a dieta e per farti capire di sentirsi normale esattamente come te comincia a raccontarti di quanto sia felice di aver recuperato la sua forma (recuperato?) e di aver perso ben 4 grammi su per giu' - hey, look at me!- uscendo dal lavoro alle 17.30, tornando a casa giusto un minuto, preparando la merenda, mettendo i bambini in macchina, portandoli dalla bay sitter, facendo due ore di yoga, aerobica, acqua gym, idromassaggio, sauna, una doccia al volo, recuperando i bambini dalla baby sitter, tornando a casa, preparando la cena, mettendo tutti a letto e preparandosi per il giorno dopo. E tu hai solo ascoltato, ma ti senti gia' inspiegabilmente stremata. Non mi prendete per invidiosa o gelosa, e' solo una di quelle cose che si pensano sotto sotto ma non si dovrebbero dire. Sono un'esteta io, mi fa solo piacere vedere tanta armonia intorno a me, pero' bisogna ammettere che il fatto che sia bella, molto piu' degli altri, cambia lievemente il valore di quello che le esce dalla bocca, come se passasse spesso in secondo piano. Quando cerca di fare delle battute simpatiche soprattutto, non le viene perdonato nulla. Forse l'umorismo e la bellezza sono davvero difficili da coniugare. Ma quanto e' banale questa cosa che ho appena scritto? Che vergogna, i luoghi comuni piu' beceri...pero' e' un po' vero. O no? Vero e sbagliato dico, che sempre di una piccola discriminazione si tratta.
mercoledì 2 aprile 2008
il tipo vestito da statua della liberta'
La prossima volta che avro' voglia di lamentarmi per il mio lavoro prima cerchero' di pensare al tipo travestito da statua della liberta' che vedo tutti i giorni sul marciapiede mentre fa la pubblicita' dell'autolavaggio all'angolo. E sorride e si sbraccia anche. Tutto il tempo.
Passasse mai il capo.
Passasse mai il capo.
martedì 1 aprile 2008
april fool's day
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