Ho gia' scritto molte volte di lavorare con persone a dir poco adorabili. Si impegnano al massimo, non si lamentano, ne' sparlano mai ne' dei colleghi ne' del direttore e sono sempre pronte ad aiutarsi a vicenda in tutti i modi senza farlo pesare. Al di la' della professionalita' illuminata di Ms. Guorton che mi sta passando delle competenze che vanno ben oltre l'esperienza quotidiana, in generale questa piccola scuola e' l'ambiente migliore in cui mi sia mai trovata a lavorare.
La nobilta' d'animo di queste persone, almeno della direzione della scuola, pero' si ferma davanti a un piccolo ostacolo: i soldi. Si tratta di una scuola privata e la direzione non fa altro che organizzare campagne di raccolta fondi coordinate da ricche mamme isteriche. Qualche mese fa mi scandalizzai perche' fui praticamente obbligata a versare una cifra durante una campagna che frutto' 80 mila dollari. Sabato c'e' stata una nuova asta di beneficienza e ancora una volta gli insegnanti sono stati invitati a donare qualcosa.
[Dettaglio: gli insegnanti vengono pagati il minimo indispensabile richiesto dalla legge]
Vista l'esperienza precedente, non avendo nessuna voglia di fare polemica ne' tantomeno di scrivere un assegno, ho optato per qualcosa che mi sentivo di fare ad ogni modo. Uno scrapbook con tutte le belle foto che ho scatttato in questi mesi ai bimbi. A livello legale sarebbe stato piuttosto complicato semplicemente dare le foto ai genitori, cosi' questo mi era sembrato un escamotage accettabile per fargliele comunque avere.
Fatto sta che oggi vengo a sapere che qualcuno tra le altre follie, a quell'asta sabato sera, ha pagato 1700 dollari per permettere al proprio figlio di fare il direttore della scuola per un giorno.
Si tratta di offrire dolci a tutti i bambini, permettergli di non indossare la divisa per un giorno e
pranzare con la direttrice nella mensa della scuola.
Sono a dir poco scandalizzata. Ma anche di piu'. Esterefatta.
Insegnamo ai bambini che siamo tutti uguali, ma in realta' gli dimostriamo che se papa' e mamma sono pieni di soldi possono ricevere un trattamento di favore rispetto agli altri. Eh si, perche' alla fin fine e' questo il messaggio.
Non ci posso ancora credere. E la cosa che mi offende di piu' e' che nessuno si rende conto dell'assurdita'. Pare che questa cosa sia all'ordine del giorno nelle scuole private americane. Questa settimana, tanto per dire, c'e' la fiera del libro. I corridoi sono invasi di libri, giochini e materiale di cancelleria, i bambini passano davanti a quella merce diverse volte al giorno e ovviamente tutti compreranno qualcosa. Mi sembra davvero un po' troppo. Ma solo a me.
A volte mi sento un extraterrestre.
pranzare con la direttrice? Togliersi la divisa per un giorno?
RispondiEliminaCome si dice: "la legge e' uguale per tutti, ma per alcuni e' piu' ugale" (soprattutto per quelli che hanno 1700 dollari da usare per trasformare il figlio in un baronetto, anche solo per un giorno)
che triste questa storia.
valeriascrive da losangeles
valeria: non ti dico quanto sono arrabbiata oggi...
RispondiEliminaPaese che vai usanze che trovi.. Altre culture ed altre divinità, in questo caso il soldo che prevale su tutte le regole.. Triste storia di un mondo occidentale ricco..
RispondiEliminaeffettivamente fa' triste. Che finche si svenano i genitori per finanziare la scuola, amen, sono liberi di farlo. Ma questo comprare un giorno speciale per un bambino solo è proprio brutto.
RispondiEliminain effetti visto con i nostri occhi è triste e fa arrabbiare, anche se c'è da dire che un bambino magari non riesce immediatamente a fare l'equazione soldi - potere, ma si gode la giornata.
RispondiEliminaProbabilmente negli USA non si pongono il problema di insegnare ai bambini le cose come dovrebbero essere, ma gli insegnano come stanno nella realà.
se all'asilo gli pagano una giornata da "direttore" tra qualce anno che faranno? 1700 dollari? A me fà rabbrividire.
RispondiEliminaComunque non è questione di cultura.Una cosa simile mi è capitata all'asilo privato dove vanno dei miei nipotini.C'è un figlio di un dentista che ha ricevuto trattamento di favore grazie ad una generosa donazione paterna mentre le altre mamme fanno i salti mortali per pagare la rata mensile. Purtroppo l'unica cosa che posso fare è inorridire e dichiararmi contro ma non ho "i soldi per farmi ascoltare". Se si è arrivati a questo punto c'è davvero poco da fare. Qui è il mondo che va a rotoli....o forse è sempre andata così.
nina
RispondiElimina1.7.0.0. dollari?? porca v!! allucinante. hai ragione, nonsisamai. soprattutto per il discorso etico ecc.
mah.
mah... i 1700 euri mi inquietano...
RispondiEliminaDa collega a collega: mi pare he in fatto di stipendio per gli insegnanti, tutto il mondo è paese...?
RispondiEliminawatzlawick, non so come si scrive, nel suo libro "America istruzioni per l'uso" dice una cosa a proposito, del tipo che per gli americani non c'è una differenza fondamentale tra l'essere e l'apparire, sono quasi trasparenti, ma per loro è più importante lìapparire. Quindi forse, in questo caso, non viene interpretata come differenza sociale.
RispondiEliminae tu sei un'extraterrestre;)
unaltrasera
ciao!
RispondiEliminasono un ragazzo che vive in italia.
ho letto su un altro blog che tu sei un'italiana che vive in america e vorrei tanto contattarti per chiederti un po di cose di come si vive li...se hai voglia di aiutarmi questo è il mio contatto di msn e anche di e-mail:
j_13@hotmail.it
io mi chiamo jonathan!
ciao!
jonathan: se posso aiutarti volentieri:
RispondiEliminanonsisamai.nonsisamai@gmail.com
Nonsisamai,
RispondiEliminaho un'amica (italiana) che lavora come insegnante in una scuola privata a Nashville (preschool). Scuola privata per bambini di famiglie benestanti.
Un giorno una delle alunne (non ricordo se era una delle sue o no) di 5 anni o giu' di li' e' arrivata a scuola senza un dentino. La mia amica le ha chiesto se la fatina le aveva lasciato il soldino sotto al cuscino: "No, I got a pedicure" (ci ho scritto anche un post http://navide.blogspot.com/2006/12/changing-times-or-changing-people.html)
La mia amica ci e' rimasta cosi'.