Sono inseguita dalle incombenze che rimando ed e' stupido perche' poi le cose che devo fare mi vengono in mente nei momenti meno opportuni e finisce che le devo fare di corsa o che mi metto nei pasticci perche' non le faccio in tempo. Da quando ho una casa a cui badare e' ancora peggio, ci sono sempre tantissime cose noiose da fare. Odio andare in posta, portare fuori la spazzatura, fare la spesa e anche fare benzina per esempio, ma devo smetterla di rimandare queste faccende tanto peggioro solo la situazione.
Poi ci sono le cose serie che rimando e li' e' ancora peggio perche' comincio a sognarle o a non dormirci la notte. Una delle cose che rimandavo era un piccolo progetto lavorativo. Avevo avuto un'idea molto tempo fa e dovevo solo parlarne con chi di dovere, ma nulla, rimandavo sempre. Rimandavo perche' l'idea di mettermi in gioco mi faceva venire l'ansia. E' sempre un po' un circolo vizioso in questi casi [controllare alla voce autoboicottaggio]. Insomma, finalmente ho avuto il coraggio (molto fra le righe) di farmi avanti e la reazione e' stata inaspettatamente entusiasta. Oggi sono felice da un lato per questa fiducia che qualcuno mi sta dando, ma dall'altro un po' preoccupata. Si tratta di tenere delle lezioni o conferenze non si e' ben definito, di storia dell'arte. Alla fin fine e' quello che ho sempre voluto fare, cioe' e' piu' o meno quello che facevo prima e che mi e' sempre riuscito meglio pero' qui c'e' il problema della lingua che come oramai saprete, mi crea grande disagio.
Questo e' il motivo per cui nonostante sulla carta abbia tutti i titoli per poterlo fare, fino ad ora non ho mai nemmeno cercato di fare questo lavoro seriamente qui. In questo caso non si tratterebbe di un vero lavoro, ma solo di una collaborazione che potrei gestirmi piuttosto liberamente, e' per questo che mi sono decisa. Pero' che paura! Parlare in pubblico in inglese mi preoccupa. Gia' normalmente mi capita di chiedermi se realmente ho detto quello che intendevo dire, figuriamoci in una situazione cosi'. Dovro' cercare di prepararmi seriamente. Insegno gia' italiano senza problemi, pero' e' una cosa diversa: puo' sembrare strano, ma in quel caso il fatto di essermi trasferita da poco dall'Italia e' un vantaggio, una cosa che viene vista con simpatia, almeno dagli studenti che ho avuto finora. Secondo me a loro piace credere che siamo tutti piu' o meno sulla stessa barca e poi mettiamoci anche che e' cool avere l'insegnante madrelingua. Cosa importa se non ho mai pronunciato la parola vowel? Oramai lo hanno capito che non la voglio dire quella parola, farfuglio v...qualcosa indicando la vocale alla lavagna e dicono loro la parola per me.
[come l'altra volta, verranno fuori nei commenti tutti gli esperti inglesisti della blogosfera, ma io lo riconfesso: ci sono delle parole che non so pronunciare. E tutto sommato mi conviene anche]
Ma insegnare arte in inglese e' un altro paio di maniche, si tratta di parlare a lungo usando un vocabolario adeguato...
Ma chi me lo ha fatto fare? Potevo aspettare ancora un po', uffa.
nina
RispondiEliminacapisco benissimo il problema! il mio inglese "qui" è abbastanza buono, quando sono stata lì...era tutto un altro paio di maniche! a volte mi chiedo come si impari in un anno...da quanto tempo sei lì, più o meno....se finalmente si riesce ad esprimere quasi tutto quello ti passa per la testa...il traguardo più arduo!
comunque io penso che ce la farai. superato il blocco iniziale più psicologico che altro! all' inizio magari ti ripeterai il discorso ad alta voce a casa un pò di volte facendo impazzire mr j e il brachetto...;)
Ho avuto un professore tedesco per la cattedra di Storia delle Arti comparate.... Sebbene il suo italiano fosse tutt'altro che perfetto, problemi di fonetica a parte, ti assicuro che ha tenuto uno dei corsi più stimolanti e di forte impatto emotivo che io possa ricordare della mia carriera universitaria... con le sue bizzarrie linguistiche, la sua eccentricità totale... Molto spesso basta poco per essere comunicativi...In bocca al lupo!
RispondiEliminaNora.
no, no, hai fatto bene a buttarti! A volte bisogna essere... drastici, non pensare alle conseguenze. Vedrai che sarà una bella soddisfazione.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminanina: mr. johnson che non gira mai intorno alle cose per consolarmi mi ha detto 'vabe' vai li', magari fai una brutta figura ma immpari un casino per la volta dopo'...se la prendo cosi' posso farcela ;)
RispondiEliminanora: benvenuta! ma che bell'incoraggiamento che mi dai, grazie!
alicesu: speriamo. tra l'altro, a proposito di buttarsi, la notte prima ho sognato un episodio della mia adolescenza che pensavo di avere dimenticato: una cosa tremenda che evidentemente ancora mi angoscia. io in piscina che salgo sul trampolino piu' alto convinta di tuffarmi, tutti i miei amici che mi guardano e io che mi terrorizzo e torno indietro.
si' certe volte e' meglio buttarsi, o almeno e' cosi' che l'ho interpretata...
se lo hai fatto è perchè inconsciamente ti senti pronta, altrimenti, per quanto "poco" ti conosco, non l'avresti fatto mai!!!
RispondiEliminaAnche io avevo all'universita' una docente ungherese che aveva un accento fortissimo e non riusciva a pronunciare la U e ci insegnava glottologia. Ci ho messo un po' a capire che quando diceva SONI intendeva SUONI, ma quello che mi interessava erano i contenuti e non quanto buona fosse la sua conoscenza dell'italiano. Non devi dimostrare di sapere bene l'inglese, ma di sapere bene l'arte. Nel corso di giornalismo che ho fatto qui a Los Angeles c'era una classe in cui dovevamo, microfono in mano e telecamera sulla faccia, fingere di essere reporter televisivi. Sentivo i miei compagni e amavo la loro perfezione linguistica e odiavo il mio accento. Poi un giorno uno mi disse: "non dovresti essere imbarazzata per il tuo accento, e' bellissimo". Tutto dipende :) In bocca al lupo.
RispondiEliminaValeriascrive
eh già....immagino che nn sia facile...in casi,nn come qsti ma simili,io è come se mi sdoppiassi...1 parte di me qlla esteriore viene vista che continua serenamente,l'altra qlla interiore (che se la fa addosso e con cui ho + confidenza)comincia a dire "ma che *a**o ho detto?porca miseria che figura?ma ripeto solo pensierini?qnto sono deficente,qnto sono deficente!nn vedo l'ora che finisca!" ecco fondamentalmente gestire le 2 ME nn è semplice!
RispondiEliminapoi tutto finisce in 1 sospiro e relativo sorriso...ti abbraccio!
fabione: a cosa servono gli amici...
RispondiEliminavaleria: crepi!!! :)
desaparecida: mi va bene anche uno sdoppiamento purche' finisca in un sorriso...
Guarda che, se ancora non lo sai, gli Americani sono molto forgiving verso gli stranieri quando parlano l'inglese... e poi piu' lo parlerai in pubblico piu' crescera' la tua confidenza!! Non potrai mai essere piu' divertente del direttore generale della ditta dove lavoravo in Italia anni fa (prima di innamorarmi e mollare tutto e partire per la Califonia) che era americano e parlava in Italiano come stanlio e ollio... era difficile non pisciarsi sotto dal ridere durante i vari meeting etc. Sono sicura che il tuo inglese farebbe invidia a molti american-born guys!
RispondiEliminamoky: che carina, grazie! :)
RispondiEliminaNo, hai fatto benissimo! Hai fatto bene a lanciarti e nuotare e sono sicuro che sarai bravissima.
RispondiEliminaC'è gente che vive al bordo della pista e vorrebbe tanto ballare ma ha paura e rimane lì.
Rimanere lì non è baol, tu hai fatto una cosa baol!
Un bacio :*
i pensieri speso complicano anche le azioni più facili :) dawoR***
RispondiEliminaAnche io sono tendenzialmente della filosofia del rimandare...ma sto imparando rapidamente ad agire...
RispondiEliminaPer le lezioni...come tu sai gli americani hanno grande ammirazione per gli stranieri che parlano inglese, li considerano quasi dei geni, visto che per loro è impossibile imparare un'altra lingua. Questo, del resto, è anche il problema: che sono talmente tolleranti che non ti correggono mai quando sbagli, a loro basta cogliere il senso. Io dovevo supplicare di correggermi. Quindi, animo, farai un gran lavoro! Pensa a me che tra10 giorni dovrò non solo comunicare, ma anche visitare pazienti e scrivere relazioni in catalano o spagnolo! Ce la faremo!!!
(Ho messo i feed sul blog, fammi sapere se funziona)
RispondiEliminabaci
Complimenti! Di che cosa parlerai e a chi?
RispondiEliminabaol: e' bello sapere che sono un po' baol anch'io! :*
RispondiEliminadawor*: quanto e' vero!
marcoinz: dai ce la faremo! pero' mi dovrai raccontare come va, ok? a presto!
janet: purtroppo credo di no, pero' lancio un
APPELLO:
c'e' qualcuno che sa spiegare a janet frame http://omissioni.splinder.com/
come attivare i feed?
marco:i dettagli magari dopo su skype, pero' pensavo di cominciare magari con l'ultima cena o qualcos'altro di veramente famoso qui. mi interessa fargli capire perche' determinate opere hanno assunto questa importanza 'globale' a differenza di altre.
l'Appello non importa piu' :)
RispondiEliminaCiao Nonsisamai,
RispondiEliminae' da un po' che leggo il tuo blog, che trovo molto interessante, ma non ho mai commentato.
Anch'io vivo negli US a Los Angeles da ormai 5 anni, e all'inizio avevo il terrore di parlare perche' avevo paura di fare errori o che la gente non mi capisse. Ho pero' notato che in genere noi siamo i piu' grandi critici di noi stessi. Pensiamo di parlare un brutto inglese quando poi in realta' non ce la caviamo cosi' male. Sono sicura che questo e' anche il tuo caso.
E come gia' detto gli americani sono molto tollerante con accenti e stranieri che parlano la loro lingua. Quindi coraggio sono sicura che non avrai problemi.
Un consiglio.....visto che tuo marito e' americano, "usalo" il piu' possibile. Cerca di parlare sempre in inglese con lui e fatti corregiere......non c'e' modo migliore di imnparare bene una lingua che avere un marito/compagno madrelingua :)
Un saluto.
Daniela
no! non potevi aspettare e tu lo sai, altrimenti non ti saresti fatta avanti...
RispondiEliminaSono felice per te e, anche se so che andrà tutto bene, in bocca al lupo!
:-D
no! non potevi aspettare e tu lo sai, altrimenti non ti saresti fatta avanti...
RispondiEliminaSono felice per te e, anche se so che andrà tutto bene, in bocca al lupo!
:-D
daniela: benvenuta!
RispondiEliminae' vero che in teoria vivere con un madrelingua dovrebbe aiutare molto, ma nel mio caso e' soprattutto il madrelingua che ne sta beneficiando perche' parliamo sempre in italiano...da un lato appunto perche' lui non lo dimentichi e dall'altro perche' io...
adoro la mia lingua... :)
simple: allora crepiiiii
che bello! Hai fatto bene a buttarti.
RispondiEliminaE poi il problema non sarà tenere la conferenza secondo me, come diceva qualcuno potrai ripetere il discorso a casa per prepararti. Casomai ci sarà il problema di rispondere alle domande, ma se riesci a rispondere a quelle assurde dei bimbi all'asilo non ho dubbi che riuscirai benissimo a rispondere anche a quelle che degli adulti ti faranno su un argomento che ami :-)
Se ti va, visto che ho un po' di esperienza, ti posso dare qualche consiglio. Dobbiamo solo trovare il modo di fare due chiacchiere. Via mail, se proprio non c'è altro modo.
RispondiEliminaginevra: sembrara' strano, ma con i bimbi e' diverso. io capisco alcuni dei miei bimbi che i madreligua non capiscono, li' e' piu' una questione di affetto che di lingua :))
RispondiEliminamiko: grazie, magari ci scriviamo e ci diamo un appuntamento su skype
Se ti posso dare una mano, fammi sapere. Prima insegnavo inglese agli italiani. (Sono americana e sono riuscita ad imparare un po' della vostra bellissima lingua, anche se uno dei tuoi lettori non crede che sia possibile!!!!).
RispondiEliminaciambellina: e' che di americani che parlano davvero bene l'italiano ce ne sono pochi, ma ce ne sono. io lo posso dire: vivo con uno di loro :))
RispondiEliminagrazie per l'aiuto, ogni tanto ho dei dubbi che solo chi sa bene entrambe le lingue puo' chiarire.
a presto!