Spiego meglio piu' tardi.
In due giorni ho pianto due volte di gioia.
Ho ricevuto una mail che diceva:
E' una notizia meravigliosa e insperata. Allora e' vero che le cose possono cambiare!"Thank you very much to the more than 5,000 people who wrote Governor Perry, the Board of Pardons and Paroles and every member of the Texas Legislature. Thank you to the many members of the Foster family, lawyers and activists around the world in the Save Kenneth Foster Campaign who have worked on this case and saved Kenneth's life. You have made a difference! You have made history! Extra thank you to the Campaign to End the Death Penalty in Austin who worked very hard for Kenneth."
Non importa tradurlo perche' l'unica cosa che conta e' che Kenneth Foster e' salvo!!!
Allora e' vero che non e' inutile continuare a lottare per quello in cui crediamo!
E' uno di quei giorni in cui tutto sembra possibile, in cui il mondo sembra un posto un po' meno orrendo dove vivere.
20 commenti:
Ed é vero che Non Si Sa Mai...lotti dall'interno di uno stato duro e per niente pietoso...ma questa volta é successo qualcosa; sono felice e tu lo sei di più.
e' una cosa inspiegabile quando pensi che stia per succedere qualcosa del genere a due passi da te.
sono felice, si'.
Grande!
insperata e maravigliosa. Hai detto tutto tu!
;-)
ti ho pensata ieri quando ho saputo la notizia dal tg.
in effetti dà speranza vedere che certe volte le cose possono cambiare, che la voce di tante persone riesce a farsi udire.
Non ci avrei scommesso una lira, perchè è raro come le mosche bianche del kenia che concedano la grazia, ma meglio così! :)
Non vorrei sminuire l'impegno profuso da chi ha partecipato alla petizione, ne' la gioia che ha dato loro la notizia dell'annullamento della pena capitale.
Pero'. C'è' un pero', forse più di uno.
Gli hanno dato l'ergastolo. Carcere a vita. E negli US non sono tanto morbidi come da noi, che tempo qualche anno con riti abbreviati e buone condotte si e' praticamente fuori, anche se si e' responsabili conclamati di omicidi plurimi ed efferati.
Un giovane nero non uscirà piu' dal carcere, se non coi piedi avanti, solo perché si trovava in macchina con chi ha eseguito materialmente il crimine, importa poco se ne fosse consapevole o meno di quanto avvenuto qualche istante prima qualche metro più in la'.
Io credo che questa non sia una vittoria di Pirro, perché ritengo la vita come un diritto fondamentale. Ma finché ci saranno giovani senza chance nella società (neri o messicani in maggioranza) inguaiati in casini troppo grandi e corti razziste dall'altra parte pronte a dare pene esemplari quanto insensate non si potra dire di aver vinto.
Per un Kenneth salvato e per cui tanti si sono mobilitati, nei bracci della morte ce ne sono altri 100 che non hanno ucciso.
a.
anch'io l'ho pensato quando ho visto il tg con la notizia! e ti ho pensata!
appena sentita la notizia in tv ho pensato a te.
giuro.
mi piace.
linkata!
No, infatti!
Non è inutile lottare per le giuste cause e per cercare di dare un pò di amore in più a questo mondo.
Peraltro, da soli è sicuramente più difficile, ma la rete è un incredibile strumento moltiplicatore di comunicazione che rende più uniti e più numerosi nella lotta.
Vi segnalo una grande iniziativa umanitaria che unirà tutti i blog che vorranno partecipare il 4 settembre.
Per saperne di più: http://acmedelpensiero.blogspot.com/
forse ho contribuito a salvare una vita...ci si sente bene...
Non ci avrei mai creduto, giuro. Sono contentissimo anch'io. Un piccola soddisfazione, anche se troppo rara.
Anche se l'ergastolo, come segnalato da "a.", è comunque in effetti una pena molto, molto dura. Ma (e mai come in questo caso è adeguato) "finché c'è vita c'è speranza".
ho appena letto tutto d'un fiato i vostri commenti. quello di stone e' bellissimo e credo riassuma un po' anche il mio stato d'animo. Quello di a. e' molto interessante, eh si', queste sono considerazioni giuste che anch'io in parte ho fatto in un secondo momento (il post l'ho scritto proprio a caldissimo nei 5 minuti che avevo appena l'ho saputo).alla fine e' tutto nelle mani degli avvocati (o.j. simpson docet) e se non hai soldi per uno bravo questo e' quello che ti puo' succedere. l'unica cosa su cui non concordo e' il discorso sui ragazzi neri o messicani senza chance.non lo dico in modo cattivo, ma e' un pensiero che dimostra una scarsa conoscenza della realta' dei fatti, un certo qualunquismo anche. innanzitutto perche' assimila due culture che hanno radici storiche e sensibilita' totalmente diverse in questo paese e poi perche' non credo sia il punto. per i messicani o qualunque altra minoranza bisogna semplicemente fare una distinzione fra quelli clandestini e quelli no perche' il discorso ovviamente cambia parecchio. per quanto riguarda invece gli afroamercani e anche and esempio, i nativi, non sono assolutamente d'accordo.da quello che ho capito vivendo qui, credo anzi che un ragazzo povero nero rispetto a uno bianco abbia forse qualche possibilita' in piu' per studiare e costruirsi un futuro. se molti non lo fanno e' per una sorta di disagio profondo che si portano dietro e qui si potrebbe aprire un capitolo infinito. comunque grosso modo questo e' quello che penso.
grazie a tutti comunque!
ho sinceramente pensato anche io che l'ergastolo era una pena comunque durissima, ma cavoli, è vivo! ed è soprattutto un grande passo per la società! anche io ho ricevuto quella mail, potente, anche perchè alla fine ti parlava di altre 3, 4 esecuzioni che avverranno tra poco...
wild honey: quando la situazione e' cosi' negativa e da cosi' tanto tempo non si puo' non prendere una cosa cosi' come un segno di possibile eventuale cambiamento o almeno speranza
É piuttosto scontato che il mio commento dimostri una scarsa conoscenza della realtá: non avendo mai vissuto negli States il mio punto di vista non puó essere l’elaborazione autonoma di dati, fatti e conoscenze ma solo il riflesso (probabilmente qualunquista) di quanto arriva attraverso i media tradizionali e alcune letture personali.
Peró vi sono alcune correzioni che non trovo puntuali.
Non ho accostato le culture afroamericane e messicane, ma ho semplicemente esposto un dato di fatto, ovvero: consultando un sito (non era di qualche associazione umanitaria, ma di qualche ente statale, forse addirittura quello di un carcere) in cui c’erano le liste dei condannati a morte, la prevalenza era costituita da afroamericani o messicani. E so che la clandestinitá va forte anche nei Stati Uniti d’America, ma non ho le percentuali dei clandestini condannati a morte sul totale, quindi non posso portare avanti il discorso.
Credo davvero che sei in buona fede, ma davvero pensi che un ragazzo povero nero abbia cosí tante possibilitá di studiare e realizzarsi? Uno come Foster, tanto per rimanere nello specifico, la cui vita era segnata fin dalla nascita? Riporto dal sito italiano su Foster:
Kenneth Foster, che al momento del crimine compiuto da Mauriceo Brown aveva solo 19 anni, stava emergendo da un’infanzia e da una adolescenza difficilissime. Avendo perso presto sua madre, prostituta e consunta dall’AIDS, non si era potuto giovare di una valida figura di riferimento maschile, con il padre sempre in entrata e in uscita dal carcere.
a.
a: scusa il ritardo nella risposta. in realta' volevo solo dirti che non mi riferivo al caso specifico. se hai una situazione familiare di quel tipo avrai comunque una vita molto piu' difficile, bianco o nero che tu sia. io mi riferivo solo al fatto che credo un po' in tutte le universita' qui funzioni cosi': ci sono molte borse di studio e i criteri per prenderle sono fondalmente tre: reddito familiare, colore della pelle e voti. in questo senso a parita' di problemi forse un afroamericano puo' avere qualche chance in piu'. le tasse in questi casi sono bassissime e i ragazzi (tutti) comunque possono chiedere dei prestiti per pagarsi le spese che le borse di studio non coprono i cui interessi (peraltro bassissimi) cominciano a maturare a circa 6 mesi-1 anno dalla laurea. i neri sono ancora fra i piu' svantaggiati qui (vedi katrina) comunque, anche all'interno della comunita' afroamericana e' in atto da anni un grande dibattito. un po' di tempo fa ad esempio bill cosby, il famoso attore, attacco' pesantemente l'attuale black culture. il problema principale da quanto ho capito e' che dopo gli anni 60, martin luther king jr ecc., il movimento si e' fermato. ora c'e' molta rabbia ma anche vittimismo, una specie di convinzione profonda che le cose non cambieranno mai veramente, che il potere sara' sempre dei bianchi. barack obama potrebbe essere il primo presidente nero e' vero, ma il padre e' keniano e la madre bianca, ha vissuto in un ambiente cosmopolita, non e' il classico afroamericano del ghetto.
questa e' l'idea che mi sono fatta parlando con la gente e leggendo. forse hai ragione, vivendo qui si intuiscono molte piu' cose, si puo' fiutare l'aria e che qualcosa bolle, si sente subito.
scusa se ti ho dato del qualunquista, non volevo... mea culpa
no problem, ne' per il ritardo ne' per il "qualunquista" che tutto sommato ci poteva stare. La mia precedente replica (un po' inacidita - ne convengo - dalla label che mi hai frettolosamente appiccicato) era solo per capire certi meccanismi che non mi apparivano cosi' scontati, per ottenere informazioni da chi ci vive, non le solite notizie filtrate e di seconda mano dei tiggi'.
Non ho ancora capito (oltre a qualunquista sono anche un po' duro di comprendonio...) questo passo del tuo commento che riporto.
"ci sono molte borse di studio e i criteri per prenderle sono fondalmente tre: reddito familiare, colore della pelle e voti. in questo senso a parita' di problemi forse un afroamericano puo' avere qualche chance in piu'. le tasse in questi casi sono bassissime e i ragazzi (tutti) comunque possono chiedere dei prestiti per pagarsi le spese che le borse di studio non coprono i cui interessi (peraltro bassissimi) cominciano a maturare a circa 6 mesi-1 anno dalla laurea."
Quindi - fammi capire - un afroamericano, in quanto tale ha diritto a delle agevolazioni economiche per proseguire gli studi?
Se e' cosi', ammetto che non lo sapessi.
Rimane il fatto che mi chiedo: a quanti ragazzi cresciuti nel ghetto con situazioni familiari disastrose (poi e' anche vero che avere casini piu' o meno grossi in casa non e' prerogativa dei neri o dell'America in generale) passa per la testa di andare a chiedere un prestito per andare oltre la scuola dell'obbligo? E questo si ricollega al discorso che hai fatto, sul fatto che il movimento nero si e' ritorto su se stesso, arrestato nel vittimismo, dopo la presa di coscienza e gli innegabili progressi ottenuti con King o Malcolm X.
(Il mio riferimento - mio malgrado - in questo caso e' un fumetto in cui si ironizza sulla sottocultura nera e sul protagonista che vede cospirazioni di matrice razzista ovunque. Boondocks, conosci?)
a.
a: la risposta e' si. quando compili un modulo anche per un'assunzione per esempio, ti viene sempre chiesto se sei bianco, ispanico, ecc. non so benissimo come funzioni. me lo hanno spiegato ma non me lo ricordo con sicurezza da spiegartelo bene ora. per noi italiani e' stranissima questa cosa. di sicuro so che non sei obbligato a rispondere.
il discorso del prestito e' comunissimo, credo lo possano chiedere tutti e conosco molte persone che stanno pagando ogni mese una rata per restituirlo.
il fumetto non lo conosco...
mi fa piacere che non mi hai staccato l'amicizia ;)
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