Come avrete letto ovunque (magari qui) e' crollato inspiegabilmente un ponte in Minnesota (qui c'e' la cartina per capire dov'e', lontano dal Texas). La tragedia e' immaginabile quando succede una cosa del genere, ma ugualmente accendi la televisione per capire qualcosa in piu'. Vedi che sono gia' partite le varie interviste ai sopravvissuti e ai testimoni. Una mi colpisce piu' delle altre. E' appena successo e ci sono queste due ragazzine, sedicenni direi, con il padre che raccontano che la loro mamma e' dispersa. Un po' piangono anche, ma piu' che altro raccontano quanto sia coraggiosa la loro mamma, quanto siano convinte che stia lottando. Che bisogna essere positivi, che tornera' a casa. Soprattutto la piu' piccola fa una tenerezza enorme. E' la piu' forte, si asciuga le lacrime e racconta, e ringrazia quelli che li hanno chiamati, e esprime perfino solidarieta' a tutte le altre famiglie nella stessa situazione.
Insomma, l'intervista e' stata piuttosto lunga e io ho avuto tutto il tempo per commuovermi, per sconvolgermi di fronte a tanta maturita' e saggezza e subito dopo a tornare in me e pensare hey bambina! tua madre e' sotto al ponte! Come si fa a essere positivi?
He gia', come si fa? L'ho gia' detto e scritto, l'ottimismo americano e' la cosa che piu' mi ha scombussolato e sorpreso positivamente da quando vivo qui. Mi sono accorta che non sapevo nemmeno cosa fosse il pensiero positivo prima. Non me lo hanno mai insegnato e nemmeno fatto vedere.
Si potrebbero fare dozzine di esempi anche di persone che conosco, persone comuni, non eroi, ma per rimanere legati a qualcosa di recente vi raccontero' questo.
Questa e' la "settimana dello squalo" su qualche canale di documentari tipo discovery channel.
A parte il fatto che una cosa e' guardare un documentario sugli squali in Italia, che poi al massimo vieni punto da una medusa, e un conto e' guardarlo qui che gli squali ci sono davvero.
C'era questa signora, attaccata da uno squalo in mare aperto, che sorridendo rispondeva Si, io ci tornerei a fare il bagno li', credo che a questo punto le possibilita' di essere attaccata una seconda volta da uno squalo siano abbastanza basse, mi sento piuttosto sicura.
Cioe' io mi sforzo davvero, ma e' difficile, estremamente difficile, per me arrivare alle sue conclusioni, eppure un senso ce l'hanno anche, volendo. Non si puo' mica vivere nel terrore, diamine.
Un ultimo esempio, che non ho mai dimenticato: ricordate la strage nel college in Virginia? Il pazzo che spara uccidendo circa 35 persone fra studenti e professori? Ricordo che quando successe pensai Se studiassi li', per prima cosa, mi trasferirei in un altro college, non riuscirei piu' a ritornarci tutti i giorni. Poi intervistarono come al solito degli studenti sopravvissuti e quello che volevano dire piu' di tutto, indossando orgogliosi la felpa della loro universita', era che sarebbero rimasti li', che si sarebbero laureati in onore dei loro amici morti, che avrebbero portato avanti quello che quegli altri avevano dovuto per forza abbandonare e che quel campus era un luogo splendido prima di quel giorno e che sarebbe continuato ad esserlo. Cosi' a caldo. Ammirazione per queste persone tanta, tantissima, sconfinata anche perche' poi hanno fatto davvero quello che hanno detto, lo abbiamo visto tutti.
Spero un giorno di essere cosi' anch'io, ma il mio pessimismo (o ancora peggio realismo) ha radici piuttosto profonde, devo davvero fare uno sforzo per pensare come loro e raramente ci riesco. Di certo c'e' che la positivita' un po' e' contagiosa, anche altri italiani che ho conosciuto lo hanno notato allo stesso modo. Vedere tanti buoni esempi, tanti che cadono e si rialzano, ti fa tirare fuori una forza e un coraggio che non sapevi nemmeno di avere. Perche' i problemi ce li abbiamo tutti, perche' la vita e' dura e la qualita' delle persone sta nel modo di affrontarla. Perche' everybody hurts. Ma ci avete mai pensato alle parole di quella canzone?
Chissa' quante persone hanno salvato...
forse è per questo che dominano il mondo :-) ciao dal sud puglia (vado a farmi un giro a Squinzano...ah! il villaggio globale...)
RispondiEliminasaluti nonsisamai.
RispondiEliminaè che è difficile essere ottimisti.
in boccaallupo per la casa.
stone: salutami la mia nonnina allora :)
RispondiEliminaraskolnikoff: crepi! ma non sono molto ottimista a questo punto.
ovviamente.
a presto :)
non mancherò :-)
RispondiEliminahttp://snipurl.com/1p5zb
RispondiEliminamotivo in piu per farti contagiare dall ottimismo americano ;)
interessante.
RispondiEliminaE' la stessa cosa che provo quando ascolto qualche americano da qui. mi sembra un modo molto "strambo" di pensare...
Invece, forse è solo più salutare.
pluto: un po' pragmatismo non guasta! ;)
RispondiEliminaalicesu: anche a me sembra ancora strambo, ci vuole un bel po' per abituarcisi...
...anche tutto questo ottimismo e`proprio un`americanata...
RispondiEliminaciao e a presto
tizi: he gia', ma loro sono convinti, non li ferma proprio nulla.
RispondiEliminaio questa cosa gliela invidio.
tanto poi le cose vanno come vanno, ma almeno te le vivi un po' piu' serenamente, no?
a cosa serve strapparsi i capelli?
Sara' anche un'americanata (quanto odio quel termine e l'aria di superiorita' che trasmette!), ma e' molto piu' efficace che lamentarsi di tutto e scaricare sempre la colpa su qualcosa di esterno ~ che spesso sembra essere lo sport nazionale italiano, diciamocelo.
RispondiEliminaAnch'io sono sempre stata "realista", e anche piuttosto cinica, ma una volta abbandonati tutti i preconcetti e abbracciato il modus vivendi di qui l'ottimismo (o dovrei dire pragmatismo?) americano per forza di cose diventa contagioso. Perche' non e' un cieco abbandonarsi a speranze campate per aria, ma la fiducia in quello che gli altri e noi stessi (si', mi ci metto dentro anch'io) possiamo fare se davvero vogliamo. E' la volonta' di migliorare le cose, non a livello cosmico, ma a partire dal piccolo della propria comunita', dove il sentimento di appartenenza e' vivo e sentito. E' la consapevolezza che il modo in cui si affronta il mondo e la vita e' una scelta, e il fatalismo non ha mai fatto molto a parte rovinarci il fegato...
fragile: che bello! tu si' che sei stata contagiata per bene! magari allora anch'io tra un po' saro' cosi'? :)
RispondiEliminaimma: comincio a pensarlo anch'io....
con il termine americanata intendevo "che fa parte proprio della loro cultura", non voleva essere un termine dispregiativo , ne` tantomeno superiore almeno in questo caso .E` da tre anni che vivo qui e`ho imparato ad apprezzare l`ottimismo di cui parlate anche se alla parola ottimismo preferisco parlare piu` di una "predisposizione positiva" verso i problemi e la voglia concreta di risolverli.
RispondiElimina@nssm: te lo auguro, si vive molto meglio. Un po' come quando capisci che qui si puo' girare in flip flops senza che qualcuno ti additi come sciattone... Una liberazione! ;)
RispondiEliminaps. Arrivata l'email? Chiedo perche' ho allegato una foto, e a volte il mio account fa le bizze per quel motivo.
@tizi: si', avevo capito cosa intendevi, o per lo meno immaginato visto che sei un'expat anche tu. In effetti avrei dovuto specificare che la mia era un'osservazione generale e non un attacco al tuo commento. :) E' che quella parola continuo a sentirla ogni volta che parlo delle mie esperienze qui con gente che non e' nemmeno mai stata negli States, e non sai che nervi mi provoca!
tizi: leggendoti in questo periodo mi sembra che l'umore sia piuttosto 'altalenante' come il mio del resto e allora in questi casi tutto quest'ottimismo sfrenato ti puo' sorprendere positivamente come succede a me, o ti puo' anche sembrare un po' fittizio come mi e' sembrato un po' in quel tuo commento dell'americanata. ho capito bene? insomma, io non ci vedo proprio niente di male in quel termine, usato da chi conosce la situazione direttamente. parli con cognizione dopo 3 anni qui.
RispondiEliminaio glielo invidio questo modo di pensare perche' vorrei, ma non riesco a farlo mio fino in fondo. basta pensare al caso della signora dispersa sotto al ponte...va contro a ogni logica, ma beati loro che sono capaci di sperare, no?
ti abbraccio, alla prossima
fragile: arrivata!! ogni volta che sto per risponderti mi perdo nei commenti!! lo faccio ora, promesso, vado!! :)
RispondiEliminap.s. comunque si' la parola 'americanata' usata da chi non conosce le cose, e' irritante a dir poco!
E' che forse la cultura americana è talmente intrisa di cinema, che 'l'happy end' risulta d'obbligo.. in effetti è un approccio alla vita molto diverso dal nostro, sotto tanti aspetti molto più ingenuo.
RispondiEliminaamoilmare: anche a me sembra tremendamente ingenuo, pero' spesso funziona...
RispondiEliminaciao bionda dentro (io l'ho sempre sostenuto), parlo da realista convinta...tutto questo ottimismo a volte mi irrita, sembra quasi un modo per nascondere la testa sotto la sabbia e non affrontare i problemi, tanto poi andrà meglio..ci vorrebbe come al solito un giusto mezzo.
RispondiEliminaBocculus
No, purtroppo...sono una vittima dei manager italiani, però :-D
RispondiEliminaP.S.
In realtà questo è il motivo per cui, nonostante la loro potenza economica che gli permette di dominare il mondo, tutto il resto del mondo li considera un po' dei bischerotti ;-)
bocculus! ma tu cosa ci fai davanti al computer!? allora c'e' qualcuno che non e' partito... che consolazione!! :))
RispondiEliminaubikindred: interessante come interpretazione... :)