Credo di essere una persona piuttosto tollerante. Cerco sempre di non metterla troppo sul personale con gli stranieri, perche' di solito si tratta solo di sensibilita' diverse, di non condivisione di determinati codici sociali non di cattiveria.
Ma in fondo e' facile essere tolleranti a parole. Ieri mi e' toccato fare un po' di pratica.
I vicini di casa sono sempre una scocciatura per me, lo ammetto, sono fatta male. Anche quando sono simpatici. E' che non riesco a farmi andare giu' questa cosa che possono sempre arrivare senza telefonare prima. Ad ogni modo, qui abbiamo dei fenomeni come vicini di casa.
C'e' la famiglia del mistero sul nostro stesso pianerottolo: sono orientali, li si nota solo perche' hanno un chihuahua rabbioso.
Al piano di sotto invece c'e' "il mormone". Il fatto che i primi tempi avessimo visto un bambino e piu' di una donna entrare e uscire dall'appartamento aveva alimentato le nostre fantasie perverse. Credo che oramai avessimo messo in piedi una vera e propria sceneggiatura: un mormone bigamo dello Utah (lo stato fondato dai mormoni) trasferitosi in Texas. Alla fine credo siano solo una famiglia molto strana con un bambino che ogni volta che vede il mio cane cerca di sollevarlo per la coda, un padre che non si sa cosa fa, e' sempre a casa, ma ha la macchina sempre piena di scatole e una madre che ha un ritratto del figlioletto tatuato su un'intera spalla.
Per finire c'e' una famiglia di messicani. Non abbiamo ancora capito quanti siano. Sono arrivati proprio quando una cittadina qui vicino ha cominciato a fare i controlli di immigrazione basandosi sui contratti d'affitto.
[E' stata una presa di posizione razzista e senza senso da quello che ho capito. Noi stiamo partecipando addirittura a un'iniziativa di boicottaggio economico di quel posto, ma qui le singole citta' hanno un sacco di potere]
[Nella foto: uno scorcio messicano di Dallas]
Hanno un numero imprecisato di bambini urlanti e feste di compleanno ogni settimana. E c'e' questa donna anziana che non parla inglese per niente, nemmeno una parola. Siccome mi spiace vederla sempre sola, quando passo le dico due parole di cortesia, tipo buongiorno come va oggi?
Invece, ieri la conversazione e' stata questa:
- Lei non ha figli?
- No [n.d.r. non so come avrei potuto nascondere un bambino per sei mesi...]
- Ah, ho capito, si sta curando...
Ho fatto un bel respiro, ho salutato e me ne sono andata. Ma come si permette? Ma non lo sa che nel mio paese c'e' la crescita zero e i figli li facciamo quando non abbiamo piu' nulla di piu' importante da fare (tipo studiare, lavorare, farci dare un mutuo...)!
Ma li facciamo poi? Quello e' un altro discorso.
Comunque, di sicuro non erano affari suoi, pero'...
Ok, questa sconosciuta e' entrata nella mia sfera piu' privata senza sapere nulla di me, pero' sto pensando che davvero forse non voleva offendermi. Forse e' solo che per la sua cultura cattolica una coppia della mia eta' senza figli e' inconcepibile, io non lo so. Ma l'Italia non sarebbe un paese cattolico, mooolto cattolico? Abbiamo anche il Family Day!
Tra l'altro ha detto: "asi' que se esta' cuidando". Il verbo cuidar potrebbe prestarsi a differenti interpretazioni, magari ho interpretato male? Magari.
Sto, come sempre, cercando di capire.
24 commenti:
ah ah ah :-) scusa se ridacchio, capisco che siano fastidiose queste incursioni nella vita privata, ma ripenso a tutte le volte che domande simili sui figli me le hanno fatte persone qui in Italia e non c'era nemmeno l'alibi del fraintendimento culturale.
"E i figli quando li fate? Se li volete dovete farli subito, che poi se no è tardi e poi non è detto che uno riesca ad averli subito" questa era l'assistenete del mio dentista che va beh che la vedo due volte all'anno, ma mica siamo così in confidenza da potermi dare della vecchia sulla via della sterilità :-)
si pero' questa qui e' stata proprio brutale...ma si' sopportiamo! :)
e poi non mi era mai successo...
A me di domande sui figli hanno smesso di farmele, visto che al momento manca anche la materia prima :)
a parte gli scherzi, a volte certe domande fanno riflettere..io finora non ho mai avuto un forte desiderio di diventare madre, però mi accorgo che spesso la maturità mentale e quella fisica non vanno d'accordo; a volte ci si accorge di essere pronte a fare un bambino quando è troppo tardi a livello fisico, quando la gestione di un bebè richiede tante energie che il corpo non è più pronto a dispensare..bel dilemma, sigh sigh.
col tempo, una semi-gaffe e un'adeguata elaborazione dati, ho imparato che non si deve chiedere mai - dico mai - dei figli (inteso: se arrivano o meno, non certo della loro salute o della scuola se esistono gia') a delle persone con cui non si e' piu' in confidenza. e con "non in confidenza" intendo tutti tranne il proprio/a partner.
questo per evitare di essere giustamente odiati nel worst (ma anche non worst) case scenario.
fai di tutto perché telo chieda di nuovo! così potrai risponderle che sei illibata. fa molto family day.
oppure che ogni volta che rimani in cinta e che partorisci, l'uomo che vive con te si mangia il pupo. o che lo vende.
cioè, scioccala..
..magari la smette di farsi i catsi tuoi ;-)
Meglio la crescita o la tolleranza, "zero"? Il problema non è il razzismo - in questo caso -, sono le persone...lo stesso lo potrebbe aver detto una vecchia italiana, specie se non troppo colta o educata. Quini,in questo caso, niente sensi di colpa...e goditi il tuo bestiario, finchè riesci a sopportare, come io mi sono goduto e mi sto godendo il mio (solo che io ce l'ho proprio dentro casa!). Evviva Zapata!
Un abbraccio.
amoilmare: si, ma questa domanda insinuava che fossi sterile o malata, e' stata una cosa abbastanza maleducata, per me.
@llerta: mi sembri competente, seguiro' il consiglio!
iggy: mi invento una storia semicredibile raccontata bene e ti faccio sapere! bello il tuo nick, grazie per la visita :)
marco inz: che bello leggerti! sto pensando di scrivere un post su quelli che abbandonano i loro blog, lasciando un incolmabile vuoto virtuale. davvero.
sulla vicina hai ragione, e' che quando una donna viene toccata nell'intimo si annebbia. tra l'altro rileggendomi, mi viene un po' da ridere. avevo talmente paura di sembrare razzista che ho fatto 1000 premesse...tremendo...
Però pensa: ne parlavi qualche post fa. Quando ti chiedono come stai, li in Texas, non vogliono essere realmente informati sul tuo stato di salute. E', a quanto ho capito, una formula più che una domanda. Se inizi a elencare acciacchi tuoi o dei tuoi cari si sentono imbarazzati. Il fraintendimento culturale è sempre in ballo; e mi sembra che questo sia uno di quei casi. Poi, purtroppo, anche qui da noi capita che certe persone intendano la vita soltanto in un certo modo: nasci, studi, lavori, metti su famiglia, ti riproduci e muori. Chi non rispetta la scaletta ha qualcosa che non va. Non arrabbiarti, mi sembri tutt'altro che un tipo poco comprensivo. Probabilmente è solo ignoranza. Un bacino.
Doblondoro
doblondoro: in questo caso e' un po' diverso perche' credo che in spagnolo chiedere 'come stai?' sia piu' come per noi. questo non la autorizzava a dire una cosa del genere. e pensa poi se avevo davvero qualche problema di salute...
Ciao.
Non credo che l'intenzione della "vecchia" fosse maligna.
Ne sono quasi sicuro.
Purtroppo il gap sociale fra le "nostre" realta' e' assai elevato.
La donna , nel contesto sociale messicano, credo che non si erga ruolo di primo piano.
Credo continui a mantenere un carattere che definirei secondario (ma non per importanza), rispetto a quello dell'uomo, vero motore della famiglia.
Dal punto di vista rappresentativo ed economico.
La donna viene relegata al ruolo materno e alla gestione della casa.
Di conseguenza, c'e' molta proliferazione, e sicuramente la mancanza di informazioni dovuta ad una arretratezza non solo culturale, fa si che certe domande, per quanto possano suonare duramente, nascano spontanee.
L'ignoranza purtoppo ( o per fortuna) e' tanta ed il gap da affinare lo e' ancor di piu'.
Ti porto un esempio:
Qualche mese fa, prima di venire in Australia, lavoravo con dei ragazzi Begalesi.
Io era da qualche mese che non tagliavo la barba, e loro, mi dissero che chi tiene la barba a quel modo(lunga di mesi) e' perche' e' stato "mollato" dalla donna ed e' quindi suscettibile di differenti commenti.
La diversita' e' cultura.
Ne sono convinto.
Solo, la si deve saper prender.
A mani pieni.
Senza peccare d'orgoglio.
Ciao e a presto
Dopo aver riletto quanto hai scritto, mi sento di precisare quanto voleva dir la vecchia indirettamente:
Una volta avuti figli, si smette di prendersi cura di se.
Dal punto di vista estetico ma non solo.
Cuidando quindi non nel senso di curando(medicalmente parlando)ma in quello di fare/dare attenzione a se stessi prima di tutto.
So che ho fatto un gran casino fra questo e l'altro commento ma spero possa essere abbastanza chiaro quello che volevo comunicare.
Concordo con the false Ulysses, Non penso che la signora messicana ti abbia voluto offendere. Quello che lei ha detto è legato ad un discorso di culture diverse, diversi modi di concepire la donna ed il suo ruolo in un contesto sociale. Certo, sentirsi dire certe cose non è gradevole, ma in parte vanno filtrate, depurate da quelle che possono sembrare cattive intenzioni.
Ciao :)
NinaBeSweet
naturalmente anche a me capita che chiedano se ho figli...che poi è strano, perchè a volte mi danno un pò di anni di meno ma poi mi fanno anche queste domande. Io rimango sempre un pò così. Perchè la mia vita è così lontana da quella dell' essere anche una madre (e una compagna di qualcuno) e un pò mi dispiace anche. Perchè in effetti figli ne vorrei (ma vorrei soprattutto un compagno) e li avrei fatti anche anni fa, se. Non amo chi diventa mamma solo a 40 anni. Sono scelte, ma trovo più bello essere madri più giovani.
Pensare che quel curare in maniera un po' cafona (detto in maniera non offensiva)possa essere interpretato come :" ci state provando?".
Ti prego, non dirle che tuo marito si mangia il pupo, mi fa impressione solo a pensarlo...Mi fa impressione anche pensare di diventare madre, non so, mi sembra di essere ancora troppo impreparata...riesco a fatica a gestire la mia vita, ultimamente direi molto a fatica, non so se sarei in grado di crescere un figlio. Magari sono un po' le paure che abbiamo tutti, e poi qundo te lo trovi in braccio magicamente ti sembra tutto chiaro e sai quello che devi fare...oppure, cosa più probabile, cerchi ogni giorno di fare la cosa giusta, ci provi...Non lo so, a me i vicini chiedono quando mi sposo, al figlio non ci sono ancora arrivati...anzi, visto che vivo con un'amica e ho già la mia bell'età, iniziano a guardarmi con sospetto...tranquilla sciura Pinuccia, è tutto a posto!
Baci
Bocculus
Ti ringrazio per la visita ed il graffito...
E' stato un vero ed inusuale piacere scoprire la tua esistenza, le tue parole ed il luogo da cui scrivi.
Condivido pienamente le tue "osservazioni" nei confronti dei vicini di casa, ma tu sei in un altro Paese. Essere italiani, vivere in Italia e trovarsi sullo stesso pianerottolo, o quasi, problemi similari è forse più "deludente/preoccupante"!
Non perdiamoci di vista!
Un inchino
Francesco
A me mi chiedono spesso perchè non mi sposo e non faccio figli. Ormai la mia risposta è "perchè siamo in troppi a questo mondo" :)
Anche io sono abbastanza asociale, trovo che spesso i rapporti di vicinato sia delle inutili formalità e che prendano troppo tempo in cui non si parla di niente.
stavo per intervenire col mio brillante intervento chiarificatore, poi tra i commenti ho letto quello di The False Ulysses, che quoto...
la messicana intendeva proprio quello, che ti stai prendendo cura di te stessa, non che stai seguendo una cura medica...
baci e abbracci
thefalseulysses: grazie per le spiegazioni/interpretazioni profonde che hai scritto. Hai ragione, alla fine, come si vede anche da questo piccolissimo esempio anche un po' negativo, ci si arricchisce sempre nella diversita'. A proposito della barba e delle delusioni d'amore mi e' venuto in mente che allora il Bengala non e' cosi' lontano! Insomma pensa a tutti i film dove si vede l'uomo disperato con la barbona, magari in cima a una scogliera che grida il suo dolore... ;)
amoilmare: e' quello che sto cercando di fare...
nina: magari non sono cose che poi in fondo ci e' davvero permesso di scegliere...
fabio: ma sei tu? a presto
bocculus: pero' con questo post e' venuta a galla una certa voglia di maternita'...interessante...un bacio!
francesco: ciao, grazie a te e...alla prossima :)
giuy: altro che formalita', io credo di avere visto troppo Desperate Housewives, e' per questo che fantastico sui vicini...troppa fantasia? ti faro' sapere...
marco v.: se lo dici tu che vivi a Barcellona, possiamo mettere la parola fine a questo piccolo incidente diplomatico, grazie!
scusate - un'ultima cosa cretina a proposito di bambini:
MA CHE NOME E' CHANEL????!!!
Uhm, penso che tu abbia capito bene in effetti...
Sono anziani...
in realta' credo che la frase fosse davvero ambigua. un'amica messicana mi ha detto che sicuramente intendeva "prendere precauzioni" e non era offensivo, ma si, l'importante e' questo...
Posta un commento