Visitiamo una delle grotte piu' profonde del mondo. Esperienza che da sola vale il lungo viaggio. Passiamo la giornata sottoterra, dove la temperatura e' sempre la stessa e dove nulla cambia da millenni qualunque cosa possa sconvolgere la superficie delle cose. Siamo dove milioni di anni fa c'era il mare mediterraneo ed e' un altro mondo. Gli ambienti dove ci e' consentito inoltrarci sono estremamente grandi e inquietanti. L'aria si fa piu' rarefatta, ma non sembra che gli altri facciano fatica ad abituarcisi.
Abbiamo dimenticato il cavalletto della macchina fotografica e c'e' davvero troppa poca luce per riuscire a fare delle buone foto. Comunque, ci rendiamo conto che nessuna foto potrebbe mai dare l'idea di quello che abbiamo davanti e allora c'e' solo da tenere gli occhi aperti e cercare di fissare nella mente quest'atmosfera magica.
C'e' la citta' delle fate, la bocca della balena, la stanza dei giganti, il teatro delle bambole. E' facile dopo un po' intravedere delle fisionomie sulla roccia millenaria.
Mi stropiccio gli occhi piu' di una volta. - Ma anche voi vedete dei 'personaggi'?
Poi usciamo e li' cambia tutto. Dal monte su cui ci troviamo il deserto non ci racconta piu' nulla. Il paesaggio e' immerso nella nebbia e fa freddo. Comincia a piovere. Che si fa?
Cominciamo a girare in macchina e ci imbattiamo nel drive- in di Carlsbad. Ma allora esistono ancora i drive-in!
(Mr. Johnson ci spiega che quasi tutti i drive-in hanno chiuso soprattutto perche' possono funzionare solo quando e' buio e ci stanno molte meno persone che nei cinema. La bassa qualita' la sperimentiamo al momento)
Scegliamo di vedere 300, il film sulla battaglia delle Termopili, ma ci sono ben tre "sale" all'interno del drive-in. Dal nostro parcheggio, possiamo vedere benissimo anche il nuovo film sulle tartarughe ninja. Ma non sono tanto i film che ci interessano (tra l'altro chiunque in paese puo' almeno sentirli gratis sintonizzandosi sulla frequenza che tutti sanno).
Abbiamo trovato la ricetta vincente per far funzionare i drive-in: piazzarli in mezzo al deserto! Difatti, nonostante la pioggia, abbiamo dovuto fare la coda per entrare e si puo' immaginare che bello vedere il film attraverso il tergicristalli. Tuctuc ogni due secondi.
C'era gente di ogni eta', ma soprattutto facevano tenerezza i liceali con le felpe della squadra della scuola che finalmente avevano una buona scusa per abbracciarsi sotto le coperte sui loro pick-up parcheggiati al contrario.
Finiamo la serata in un bowling con tanto di sfere stroboscopiche degno del miglior Lebowski.
I guai cominciano la mattina dopo. Il piano prevede la visita al parco nazionale di Guadalupe, ma...nevica.
Non ci posso credere e questo e' normale. E' l'8 aprile, fino a ieri avevamo l'aria condizionata accesa e ora...nevica? A Dallas sarebbe quasi normale, ma in mezzo al deserto!? E le previsioni poi, che di solito qui sono cosi' precise... Certo, dopo non so quante ore a guardare la neve fra i cactus dovrei crederci, ma proprio mi risulta difficile.
La neve nel deserto, porca miseria! Ad aprile!
Fatto sta che di tornare a casa non se ne parla. Ghiaccio, neve, gelo, pioggia, troppo pericoloso. Cosi' ci ritroviamo a Midland ancora in Texas e li' va un po' meglio che a Pecos o Carlsbad, ma e' sempre una desolazione. Facciamo fatica anche a trovare un ristorante. Ci facciamo un giro in centro e sembra una citta' fantasma. Grattacieli degli anni sessanta abbandonati, desolazione, ma e' possibile? Con tutti i pozzi di petrolio che abbiamo visto da queste parti?
Ed ecco l'ultima sorpresa del nostro viaggio.
Girovagando senza meta ci ritroviamo davanti alla casa di bambino di George W. Bush .
Basta. Si torna diritti a casa.
Abbiamo cercato di tornare alla natura e la natura ci ha violentemente respinto indietro.
Piuttosto avvilente. Pero' in fondo non e' andata cosi' male.
Non era il Sahara, d'accordo, ma ABBIAMO VISTO LA NEVE NEL DESERTO, ripeto, e ancora non riesco a crederci fino in fondo.
Nonostante i quattro giorni passati a guidare, i giorni di ferie buttati e i soldi spesi per dormire a Midland con l'unico museo decente chiuso, ecc. ecc. sono quasi di buon umore.
Non so perche' mi viene in mente Monty Python.
Always look on the bright side of life
Cosi' e'.
La rotta, la neve nel deserto, stelle alpine e drive in..
RispondiEliminaUn'avventura tra il cinematografico e il fiabesco,
al diavolo il parco Guadalupe!
e' andata cosi' ma sara' per la prossima volta...
RispondiEliminaBellissimi questi tuoi reportage! Tornerò a leggerti.
RispondiEliminaChissà che belli i cactus nel deserto: io sono una appassionata di piante "cicciose"
..la casa di george w.bush "bambino"...e con tanto di cartello!!!!lo avrei scritto tanto volentieri... "ma imbecilli si nasce o si diventa????"
RispondiEliminacomplimenti per il tuo viaggio...che ha il sapore e i profumi del viaggiatore invece del solito villaggio turistico...buon proseguimento.
Ciao!!! Comunque la turpe provincia americana e' molto peggio che Carlsbad e Midland. Nel mio breve viaggio texano questo sto scoprendo.
RispondiEliminaLabella: grazie! Allora a presto
RispondiEliminaNoise: mai stata in un villaggio turistico! :)
Fabio: mi sa che ne abbiamo gia' parlato...o no?
Tutta colpa di quei personaggi...
Ti restituisco la visita. Ma non credevo di trovarmi a Dallas. Ma che ci fai a Dallas? E' esistito davvero JR? Un saluto.
RispondiEliminaGreatmonkey.
Il New Mexico... che sogno! Dovro' smetterla di andare a Baltimora e fare un viaggio come il tuo.
RispondiEliminaCiao Texana!
E' il post più bello che hai scritto? Forse il viaggio è stato davvero così bello, almeno il "tuo" viaggio...io aspetto che la neve e il vento gelido tacciano per riprendere ad esplorare i dintorni.
RispondiEliminaAh, il drive-in c'è anche a Pittsburgh, ormai da un po' di tempo è tra le esperienze da fare per me e i miei amici pittsburgher adottivi.
Ma in questo tuo viaggio, hai trovato il Bagdad Cafè?
RispondiEliminaè bello leggerti e conoscere un po' di America. il mio più grande sogno, da sempre, è lavorare in uno studio da quelle parti (le motivazioni sono tante e non sto qui a tediarti :))
RispondiEliminaa presto
ho votato "io e annie"...sul filo del rasoio con "coffee and cigarettes"....eppure sono così diversi....forse è il caso che mi preoccupi....comincerò domani.
RispondiEliminaciao
(il jazz è donna....)
gratmonckey: ti suggerirei se vuoi di dare un'occhiata qui.
RispondiEliminaCon simpatia
http://nonsisamai-nonsisamai.blogspot.com/2007/04/sixth-floor-museum_03.html
lajules:io invece a Baltimora non ci sono mai stata! dai col tempo faremo tutti i nostri viaggetti...
marco i.:dici? Comunque per me e' sempre una questione di come ce la si racconta su...
Attendo post sul drive-in di Pittsburgh, sono troppo curiosa.
labella: oddio...me lo sento troppo che si tratta di una citazione che non colgo...illuminami
dea: in uno studio di cosa? sempre perche' sono curiosa...cmq se sei un'artista la luce qui e' molto bella di solito.
noise: che soddisfazioni che mi dai. perfino chi ha visto questi film con me mi ha detto "non votano perche' nessuno li ha visti!"
E' che sono i primi che mi sono venuti in mente...ieri ho aggiunto anche qualche aiutino per farsi tornare la memoria :)
(Tra l'altro la tua musica di oggi e' perfetta per rispondere ai commenti...)
c'è...ma non ricordo il titolo...provo a cercare in internet i testi...sisamai(non)
RispondiEliminaeccolo
RispondiElimina"sotto le stelle del jazz"...ma pensa te....
Le donne odiavano il jazz
“non si capisce il motivo”
du-dad-du-dad
....sensuale
purtroppo non sono un'artista (però lo è il mio fidanzato)...ehm, studio legale?
RispondiEliminahey...cos'è diventato un blog di artisti????...io non vado oltre il pescivendolo sotto casa...e la "divina" giornalaia...in realtà la "divina" e' un trans...con tette enormi...questa è arte!!!
RispondiEliminadea: non direi purtroppo!
RispondiEliminanoise: avercelo un pescivendolo sotto casa a Dallas!
La citazione è proprio il film Bagdad Cafè. Eccoti la citazione da Il Morandini:
RispondiEliminaIn una zona desertica tra Disneyland e Las Vegas c'è una stazione di rifornimento con bar e motel. Arriva a piedi, trascinandosi una valigia, una imponente turista quarantenne di Monaco di Baviera e vi si installa. Come la Sägebrecht, rotonda eroina di Sugar Baby (1985), porti luce, ordine, pulizia e allegria nel sordido Bagdad Café è l'itinerario di un film accattivante, caloroso e astuto che, dopo Herzog e Wenders, propone un altro sguardo tedesco sull'America.
Il regista è Percy Adlon.
La colonna sonora è bellissima, il pezzo più famoso Calling you, cantato da Jevetta Steele.
Io l'ho trovato estremamente poetico, e comunque molto rappresentativo della provincia americana.
grazie bella!!
RispondiElimina