E poi, c'e' un altro aspetto che mi entusiasma. Il fatto che anche delle nostre vite ordinarie, normalissime, qualcosa rimarra'. Cosa so io veramente della mia nonna Cosimina, a parte il vago ricordo dei suoi racconti di gioventu' in dialetto? E del nonno Vincenzo che faceva finta di essere sordo per non essere disturbato mentre lavorava ai suoi grandi quadri sotto la finestra?
Tutto questo cambia le prospettive del mondo. Cosi' e' molto piu' semplice intuire il valore di ogni singola vita umana. Pensiamo a quando a scuola studiavamo la seconda guerra mondiale, per esempio. Ci dicevano 'milioni di morti', ma era difficile da immaginare, erano cose lontane. Ora, da qualche parte, c'e' qualcuno che ha cominciato a compilare biografie online dei caduti in Irak. Guardare in faccia il nemico e' un passo avanti per tutta l'umanita'. Tipo ne "La guerra di Piero" di De Andre' dove Piero esita a sparare perche' ha "l'anima in spalle" e non vuole vedere un uomo morire. Oppure come l'esperimento cinematografico di Clint Eastwood che racconta lo stesso momento storico in due film diversi: prima dal punto di vista degli americani e poi da quello dei giapponesi per dimostrare appunto che siamo tutti uguali (in "Flags of our fathers" e "Letters from Ivo Jima"). Senza poi contare che qui davvero la guerra non e' qualcosa di cosi' poetico e astratto. Solo ieri al parco ho conosciuto una signora il cui marito in questo momento si trova in Darfur come pilota, bisognerebbe vedere la tristezza negli occhi della figlia dodicenne per capire prima di dire cose tremende come quelle che a volte dicevano anche i miei amici in Italia o in Spagna presi dal fervore politico. Si puo' disprezzare Bush, ma non un popolo intero come se fossero tutti complici.
Io credo che il mondo sia fatto male, ma che comunque molto lentamente si stia evolvendo, malgrado le apparenze.
4 commenti:
Ho pagine e pagine scritte di diari di quando ero al liceo. Prime crisi adlescenziali, amori non corrisposti, primi dubbi esistenziali ecc.
Strano sarebbe stato avere cellulare e blog. A volte lavorando con gli adolescenti mi sembra veramente di essere di un altro tempo, ma sono solo gli strumenti che si utilizzano per comunicare, le crisi sono le stesse.
l'anonimo del post precedente era la sciura claudia!
Hai ragione! Infatti li per li ho pensato che sarebbe stato piu' facile, ma certe cose non potrebbero mai essere diverse...c'est la vie!
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